Riflessioni di Papa Francesco

Camminare insieme con testimonianza concorde della carità

Camminare insieme, attraverso la testimonianza concorde della carità” è questo l’imperativo che unisce cattolici e anglicani, come espresso da Papa Francesco nella storica visita alla Chiesa anglicana di Ognissanti a Roma.

Il Santo Padre, primo pontefice a recarsi in visita nella comunità anglicana romana, ha sottolineato, fin dalle sue prime parole, come anglicani e cristiani siano fratelli in Cristo, “mediante il nostro comune Battesimo“. Una fratellanza che, nel passato, ha sperimentato la divisione, ma che oggi anela “camminare insieme“, ha detto Bergoglio, “lontano dal sospetto, dalla diffidenza e dall’ostilità reciproci del passato“.

Tuttavia, per camminare assieme appieno, ognuno deve essere pronto a “lasciare qualcosa del passato“, un sacrificio che Cristo stesso ci chiede, pregando, come fece nei suoi ultimi giorni, per la unità dei cristiani. C’è bisogno di “diventare umili” – ha ulteriormente commentato il Vescovo di Roma – “riconoscersi bisognosi di Dio, mendicanti di misericordia“. È così che creiamo il terreno fertile affinché “sia Dio ad operare“.

In tal senso, cattolici e anglicani sono chiamati a pregare l’uno per l’altro e a camminare insieme, cioè a dare “comune testimonianza al Vangelo, soprattutto attraverso varie forme di servizio“.”Oggi va meglio“, ha quindi detto il Santo Padre, “ma non facciamo tutte le cose uguali… Ma camminiamo insieme, andiamo avanti insieme. E dobbiamo continuare su questo“.

Continuare dunque su due fronti, quello del dialogo ecumenico, della discussione teologica, e quello dell’azione sociale, ovvero dell’aiuto all’umanità ferita. “Ambedue le cose sono importanti. Non si può fare il dialogo ecumenico fermi. Il dialogo ecumenico si fa in cammino perché il dialogo ecumenico è un cammino e le cose teologiche si discutono in cammino. – ha concluso Francesco – Ma nel frattempo noi ci aiutiamo, noi, uno con l’altro nelle nostre necessità, nella nostra vita, anche spiritualmente ci aiutiamo. Si deve cercare il dialogo teologico per cercare anche le radici, sui sacramenti, su tante cose su cui ancora non siamo d’accordo. Ma questo non si può fare in laboratorio: si deve fare camminando, lungo la via“.

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