Riflessioni di Papa Francesco

Come deve vivere il cristiano

La vita del Cristiano

 

Dategli voi stessi da mangiare“: é attorno a questa breve frase del che Papa Francesco riassume la vita del cristiano durante l’omelia nel giorno del Corpus Domini.

La ricorrenza era particolare, si celebrava infatti una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica: quella del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Tale festività venne introdotta nel 1264 al fine di espiare i peccati commessi contro il Sacramento dell’eucarestia e ravvivare la fede dei fedeli.

E se facciamo mente locale, ricordando l’omelia del , ci rendiamo conto come le parole di Papa Francesco ci stiano conducendo passo passo a una riscoperta del Vangelo e della Liturgia della Chiesa: ieri il Papa ha confessato le sue debolezze, sempre con le sue parole ci aiuta a ravvivare la nostra fede.

Ma vediamo in questo giorno tanto particolare quali nuovi spunti di riflessione ci ha dato Papa Francesco. Tre sono le domande che egli rivolge ad ognuno di noi: Come seguo io Gesù? Come io vivo l’Eucaristia? Mi lascio trasformare da Lui?

Nel corso dell’omelia saremo portati da Papa Francesco a comprendere affondo queste domande, iniziamo dunque.

Voi stessi date loro da mangiare“, dice Cristo. Ma chi sono questi “loro” che dobbiamo sfamare? La risposta ci dice il Papa sta all’inizio del brano del Vangelo: la folla, la moltitudine. Questa massa indistinta di persone che seguivano Gesù.

Voi stessi date loro da mangiare“, dice Cristo. Ma perché devono sfamarli? Ebbene la risposta di Cristo nasce dalla domanda preoccupata degli Apostoli sul che fare, che dire a questa folla che era lì, che ascoltava Gesù da molto. In vero gli Apostoli già avevano trovato la soluzione perfetta: mandiamoli a casa loro così che si arrangino. Siamo onesti, probabilmente fossimo stati nei discepoli avremmo proposto la stessa cosa. Che poi é la soluzione che ogni giorno usiamo quando qualcun altro tenta di condividere con noi il peso dei suoi problemi e noi per non farcene carico lo liquidiamo “con un pietoso: “Che Dio ti aiuti”, o con un non tanto pietoso: “Felice sorte”” parafrasando Papa Francesco.

Ma la soluzione di Gesù é differente: “Voi stessi date loro da mangiare“. Il cristiano si deve fare carico che problemi degli altri; dobbiamo essere noi a farci carico delle difficoltà altrui.

E come gli Apostoli si sono fatti carico dei problemi della folla? Gesù dice: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta“. Attenzione questo é un passaggio importante: quando i discepoli si fanno carico della folla, la folla diventa comunità di persone. Non più degli individui indistinti, ma dei membri di piccole comunità. Quando il cristiano si fa carico degli altri, l’altro non é più “un altro” ma diventa parte di un comunità, della nostra.

E quando l’altro entra  far parte della nostra comunità é lì che avviene il miracolo: i pani si moltiplicano e sono sufficienti a saziare tutti i presenti.

La folla, divenuta comunità, viene dissetata dalla parola del Signore e nutrita dal suo pane di vita. Questo il senso dell’Eucarestia. Papa Francesco dice infatti “E’ nell’ascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue, che Egli ci fa passare dall’essere moltitudine all’essere comunità, dall’anonimato alla comunione. L’Eucaristia è il Sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo per vivere insieme la sequela, la fede in Lui.

Ma prestiamo nuovamente attenzione a un altro passaggio delicato. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci da cosa é reso possibile? Da due elementi: primo, i discepoli mettono a disposizione quel poco che hanno, i tre pani e due pesci, e secondo i discepoli si fidano, diciamo perché sia più chiaro, si affidano a Gesù.

“Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto.” precisa Papa Francesco. Non serve molto, basta affidarsi a Cristo “e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla.

Sono dunque tre i momenti fondamentali della vita del cristiano: la sequela, ovvero seguire il Cristo; la comunione laddove terminiamo di essere uno per diventare comunità; la condivisione laddove la nostra povertà si trasforma in Cristo per diventare vera ricchezza.

Fratelli e sorelle: sequela, comunione, condivisione. Preghiamo perché la partecipazione all’Eucaristia ci provochi sempre: a seguire il Signore ogni giorno, ad essere strumenti di comunione, a condividere con Lui e con il nostro prossimo quello che siamo. Allora la nostra esistenza sarà veramente feconda. Amen.” – termina Papa Francesco.

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