Riflessioni di Papa Francesco

La fede è qualcosa di concreto: non è teoria né compromesso

Non dobbiamo dimenticare mai che la nostra fede è concreta e rifiuta compromessi e idealizzazioni. Queste le parole usate da Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta, alla quale si sono uniti anche i cardinali consiglieri del C9 che da qui al 26 aprile siederanno attorno al Santo Padre.

Per le sue riflessioni del mattino, il Papa ha preso spunto dalla Prima Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui si narra che Pietro e Giovanni guariscono lo storpio e i dottori della legge non sanno come nascondere questo atto affinché la cosa non diventi pubblica. Ecco, in quel frangente Pietro risponde: “No! Non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e ascoltato”.

In quel caso Pietro e Giovanni dimostrano di avere il coraggio e la franchezza dello Spirito, dimostrano cioè di voler parlare apertamente “con coraggio, con verità e senza compromessi”. Questo è il punto: la concretezza della fede.

Spesso, ha detto il Pontefice, “ci dimentichiamo che la nostra fede è concreta: il Verbo si è fatto carne, non si è fatto idea: si è fatto carne. E quando recitiamo il Credo diciamo tutte cose concrete. Il Credo non dice: ‘Io credo di dover fare questo, che devo fare quest’altro..’, ma ‘Credo in Dio che ha fatto il cielo e la terra, e in Gesù che è nato, morto…’. Queste sono cose concrete. La concretezza della fede che porta alla franchezza e alla testimonianza fino al martirio, che non va d’accordo con i compromessi e tanto meno con l’idealizzazione”.

Papa Francesco si è quindi scagliato contro un certo modo di fare teologia che rischia di essere troppo costruito, troppo intellettuale e razionalistico da non lasciar spazio alla fede. In fondo, in molti casi la Chiesa condanna il razionalismo e l’Illuminismo, ma poi rischia di fare la stessa identica cosa con la sua teologia del “si può e non si può”, del “fino a qui e fino a là”. La Chiesa spesso dimentica la forza, la libertà dello Spirito e la franchezza della predica. “Chiediamo quindi al Signore che questa esperienza dello Spirito, che va e viene e ci porta avanti, ci dia l’unzione della fede, l’unzione della concretezza della fede”.

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