Riflessioni di Papa Francesco

La strada del Signore passa per la croce ma finisce nella Resurrezione

Durante la riflessione mattutina in Casa Santa Marta, Papa Francesco ha parlato degli ultimi giorni del Signore, del Suo attendere il compimento delle Scritture, facendo notare come il martirio di Gesù, costretto a nascondersi dalla persecuzione continui a ripetersi ancora oggi nell’esperienza di tanti cristiani che non possono pregare insieme, pena la morte o il carcere.

Già più volte il Pontefice ha fatto notare come l’annuncio del Vangelo sia un qualcosa che da fastidio al principe di questo mondo così come alle strutture gerarchiche esistenti. Questo oggi quanto allora. Tanto è che fin dalla prima predicazione di Gesù vediamo come il suo annuncio venga osteggiato, attaccando la persona di Cristo.

Gesù è perseguitato dall’inizio: ricordiamo quando all’inizio della sua predicazione torna al suo paese, va alla sinagoga e predica – ha infatti detto Bergoglio nel corso dell’omelia – subito, dopo una grande ammirazione, incominciano: Ma questo noi sappiamo di dove è. Questo è uno di noi. Ma con che autorità viene a insegnarci? Dove ha studiato?’. Lo squalificano!

Questo tentativo di squalificare la persona di Cristo continua per tutto il periodo in cui Gesù fu in vita e anche dopo la sua morte: si tratta di “squalificare il Signore, squalificare il profeta per togliere l’autorità“! E questo squalificare talvolta è venuto, nel corso dei secoli, anche dalla stessa Chiesa – ha sottolineato il Pontefice – la quale non è immune dalle tentazioni del principe di questo mondo ma per fortuna sa anche pentirsi. “Coloro che lo Spirito Santo sceglie per dire la verità al Popolo di Dio – ha quindi soggiunto Papa Francesco – soffrono persecuzioni” tanto che “forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi” ha aggiunto il Vescovo di Roma “perché a questa società un po’ tranquilla, a questa società mondana che non vuole i problemi, dicono la verità, annunziano Gesù Cristo“.

Così, anche oggi, in molte parti del mondo “c’è la pena di morte o il carcere per avere il Vangelo a casa, per insegnare il Catechismo … mi diceva un cattolico di questi Paesi che loro non possono pregare insieme. – ha quindi spiegato Bergoglio – È vietato! Soltanto si può pregare soli e nascosti. Ma loro vogliono celebrare l’Eucaristia e come fanno?”.

Come Gesù, che i Vangeli ci descrivono costretto a nascondersi in attesa che le Scritture si compissero, anche i cattolici oggi devono nascondersi. In questi paesi, dove l’annuncio del Vangelo non è possibile, essi “fanno una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l’Eucaristia, prima della festa. E – è successo! – ha quindi concluso il Santo Padre – quando vedono che arrivano i poliziotti, subito nascondono tutto e ‘Felicità, felicità. Tanti auguri!’ e continuano con la festa. Poi, quando se ne vanno, finiscono l’Eucaristia. Così devono fare, perché è vietato pregare insieme. Oggi!“.

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