Riflessioni di Papa Francesco

Lavoro vuol dire dignità, vuol dire il pane a casa, vuol dire amare!

Sono cosciente che devo fare tutto da parte mia”  Papa Francesco ai lavoratori riuniti presso il porto di Cagliari,”perché questa parola “coraggio” non sia una bella parola di passaggio” . Non si tratta, dice il Pontefice, solo di infondere fiducia ma di solidarietà.

Francesco senza tanti giri di parole, come ci sta abituando ormai, parlando a braccio dice chiaramente che non vuole che la gente lo senta come “un impiegato della Chiesa che viene e vi dice: “Coraggio!”” questo coraggio deve nascere dal cuore e spingere il Papa per primo, e tutti noi, “a fare di tutto come Pastore, come uomo“.

E’ evidente ai nostri occhi infatti come il culto del “dio-denaro“, come lo definisce Papa Francesco, apparentemente porti benessere ma in realtà semina sofferenze. A Lampedusa la sofferenza era quella dei rifugiati che rischiavano la vita e la salute per cercare lavoro e dignità. A Cagliari, come altrove, la sofferenza è quella di tanti lavoratori che vengono privati del lavoro perdono la propria dignità.

Dove non c’è lavoro, manca la dignità!” e questo per un sistema economico che ha a poco a poco perso di vista l’etica, che ha sostituito il profitto, il denaro, all’uomo. Per questo dobbiamo dire ““no” a questa cultura” dice il Pontefice. Dobbiamo rimettere al centro l’uomo, la donna e il lavoro.

Lavoro vuol dire dignità, lavoro vuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare!” continua Papa Francesco: il lavoro è la preghiera che il mondo rivolge a Gesù. “E’ una preghiera necessaria“!

E’ facile dire non perdere la speranza.” dice in modo sincero il Vescovo di Roma “Ma a tutti, a tutti voi, quelli che avete lavoro e quelli che non avete lavoro, dico: “Non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciatevi rubare la speranza!”. La solidarietà è lo strumento per non lasciarsi rubare la speranza: è come le braci sotto le ceneri, se si soffia torna il fuoco. Ma bisogna essere uniti: solidarietà non vuol dire ragionare come io ma come noi. “La speranza non è di uno, la speranza la facciamo tutti!” quindi “La speranza dobbiamo sostenerla fra tutti“.

L’incontro con i lavoratori sardi è infine terminato con la preghiera di Papa Francesco per il lavoro.

 Signore Dio guardaci! Guarda questa città, questa isola. Guarda le nostre famiglie.

Signore, a Te, non è mancato il lavoro, hai fatto il falegname, Eri felice.

Signore, ci manca il lavoro.

Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza.

Signore, non ci lasciare soli. Aiutaci ad aiutarci fra noi; che dimentichiamo un po’ l’egoismo e sentiamo nel cuore il “noi”, noi popolo che vuole andare avanti.

Signore Gesù, a Te non mancò il lavoro, dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro e benedici tutti noi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

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5 pensieri su “Lavoro vuol dire dignità, vuol dire il pane a casa, vuol dire amare!

  1. Caro Papa Francesco, il lavoro da dignita’ e senza un guadagno non si puo’ vivere. Mio fratello Francesco per 20 anni ha sempre lavorato. Da settembre 2008 fa dei lavoretti per dei catering a chiamata, mi dica lei come si fa a vivere con 65 euro o 132 euro al mese. Ringrazio il Signore che mia mamma e’ ancora qua e con la sua pensione mantiene mio fratello di 43 anni. Ma noi continuamo a pregare il Signore affinche’ riesca a far trovare un lavoro onesto e serio per mio fratello. Ha lavorato come operaio da quando aveva 16 anni, ha fatto le pulizie, il cameriere, sistemato le cose nei supermercati, tutti contratti casuali e saltuari. Che vita e’ per un uomo di 43 anni, sempre in giro a cercar lavoro e gli sbattono le porte in faccia perche’ non ha alcun titolo di studio ed e’ troppo vecchio. All’ ufficio dell’impiego non fanno niente per lui. Dopo venti anni di contributi non ha mai ricevuto un euro di disoccupazione. Che mondo e’ questo? Non so Lei cosa ne pensa di questa situazione. Mia mamma che compira’ 79 anni a novembre e’ distrutta, ha solo avuto dispiaceri nella sua vita e l’ unica cosa che la fa andare avanti sono le sue tre nipotine, ma noi abitiamo in Svizzera e abbiamo avuto problemi di salute, non riusciamo ad andarla a trovare. Grazie per cercare di cambiare le cose. Lei e’ un Papa innovativo , grazie!!!

  2. Il Papa ha ragione, lavoro vuol dire dignità e portare pane a casa. Il mio compagno ed io sono tre anni che combattiamo per trovare una società che ci aiuti a fare un prototipo di un brevetto che ha progettato il mio compagno (perbrevettarlo se ne sono andati gli ultimi soldi) tiriamo avanti alla meglio ma ogni giorno ci scoraggiamo di più, anche perchè abbiamo tutti e due problemi di salute, qua in italia non ci aiuta nessuno, vengono prima gli extracomunitari mi fa un gran male, praticamente noi non valiamo niente, scusate se non mi so esprimere bene, ma da quando ho avuto l’ictus non riesco a esprimere quello che voglio dire chiaramente, siamo mortificati vorrei tanto sentire un parere del Papa il mio grande Papà.

  3. che dire ? Ogni volta che il papa parla capisco esattamente quello che vuol dire,
    e se non capisco mi fido ciecamente di quello che dice.
    Proprio come un padre che parla al proprio figlio : ora io sto crescendo con le parole del mio papa , è arrivato questo momento ed io sono felice per questo .
    Presto mi rechero’ a Roma e spero di potergli parlare .

  4. caro papa ieri c.ero puro io a cagliari x poterla salutare ho fatto salti mortali x esserci sono cagliaritana pure io come tanti sardi ho grossi problemi ,sono stata a 2 passi da lei vicino alla nostra banda della brigata,ha strtto pure la mano a mio cognato ke dirige la banda due passi da lei non ho potuto stringerla la mano ,lei sin dal primo giorno e stato il mio papa e una persona ke da forza e me ne da tanta ,la stimo tanto un giorno kissa se potro esaurire il mio desiderio ,,grande lei un grande ..

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