Riflessioni di Papa Francesco

Noi siamo chiamati a servire i laici, non a servirci di loro

Fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco ha messo al centro del proprio magistero l’importanza dei laici, importanza che anche recentemente ha ribadito in una mettera, pubblicata oggi, e indirizzata al cardinale Marc Ouellet, nella quale sottolinea l’importanza dei laici e i rischi connessi al clericalismo, ribadendo come i sacerdoti siano chiamati a servire i laici, non a servirsi di loro.

Nel testo della lettera Francesco sottolinea più volte come i veri protagonisti della Chiesa siano i laici e non i sacerdoti: “la Chiesa non è una élite di sacerdoti”, ha scritto Bergoglio e lo Spirito Santo “non è solo ‘proprietà’ della gerarchia ecclesiale”.

Il Papa ha anche ricordato come, prima di essere sacerdoti, ciascun sacerdote era un laico e come si venga battezzati da laici e non da sacerdoti: è importante non dimenticare le proprie radici, è importante non dimenticare il proprio passato e anzi fare memoria di questo. Altrimenti si finisce per vedere i laici impegnati solamente in “quelli che lavorano in cose ‘dei preti’.

Questa è la tentazione del clericalismo, che finisce per sminuire “la grazia battesimale” annullando “la personalità dei cristiani”: in questo modo, infatti, la chiesa finirebbe per non vedere e tralasciare, per esempio, il “senso della croce nella vita quotidiana”. In parole povere lo “Spirito Santo non è solo ‘proprietà’ della gerarchia ecclesiale”, ha chiarito Francesco, ma agisce in tutto il Popolo di Dio e con tutto esso.

Il ruolo dei consacrati è dunque quello di “cercare il modo per poter incoraggiare, accompagnare” tutti “i tentativi e gli sforzi che oggi già si fanno per mantenere viva la speranza e la fede in un mondo pieno di contraddizioni, specialmente per i più poveri, specialmente con i più poveri. – ha aggiunto Francesco – Questo significa, come pastori, impegnarci in mezzo al nostro popolo e, con il nostro popolo, sostenere la fede e la sua speranza”, promuovendo “la carità e la fraternità, il desiderio del bene, della verità e della giustizia”.

Come fare per non allontanarsi dal Popolo di Dio? Come fare per non rinchiudersi dentro le pareti del clericalismo? Il consiglio del Papa è prima di tutto quella di “stare in mezzo al gregge, in mezzo al popolo: ascoltarne i palpiti, fidarsi della “sua memoria” e del suo “olfatto”.” e, in tal senso, invita a massimizzare gli sforzi per la cura della “pastorale popolare”, tipica dell’America Latina, la quale, “se ben orientata”, è “ricca di valori”, di una “sete genuina” di Dio, di “pazienza”, di “senso della croce nella vita quotidiana, di “dedizione” e capace di “generosità e sacrificio fino all’eroismo”.

Il nostro ruolo, la nostra gioia, la gioia del pastore sta proprio nell’aiutare e nello stimolare, come hanno fatto molti prima di noi, madri, nonne e padri, i veri protagonisti della storia. – ha quindi concluso Papa Francesco – I laici sono parte del Santo Popolo fedele di Dio e pertanto sono i protagonisti della Chiesa e del mondo; noi siamo chiamati a servirli, non a servirci di loro”.

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