Riflessioni di Papa Francesco

Per credere, i miracoli non bastano: si deve aprire il cuore

La moltiplicazione dei pani e dei pesci, raccontata nel Vangelo di Giovanni, continua ad essere al centro delle riflessioni prima dell’Angelus di Papa Francesco: dopo aver spiegato che, nel miracolo stesso, possiamo vedere come , e dopo averci esortato a , durante la riflessione odierna, domenica 9 agosto 2015, il Vescovo di Roma ha detto che per credere non bastano neanche i miracoli se il cuore delle persone è chiuso.

Non basta nemmeno assistere a un miracolo“, ha spiegato il Santo Padre prima della preghiera mariana dell’, per far sbocciare la fede, se il cuore non si apre all’amore di Dio.

Il Vescovo di Roma ha infatti sottolineato come molte delle persone che seguivano Gesù lo seguivano e lo cercavano perché erano entusiasti del miracolo che questi aveva compiuto, così entusiasti che “volevano farlo re!“. Eppure, nonostante il miracolo, “quando Gesù afferma che il vero pane, donato da Dio, è Lui stesso, molti si scandalizzano – ha aggiunto Bergoglio – non capiscono, e cominciano a mormorare tra loro: «Di lui – dicevano – non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo?”»” (Gv 6,42).

Tante persone sono state a stretto contatto con Gesù e non gli hanno creduto, anzi, lo hanno anche disprezzato e condannato“, ha ulteriormente proseguito Papa Francesco, “Questo è accaduto perché il loro cuore era chiuso all’azione dello Spirito di Dio. E se tu hai il cuore chiuso, la fede non entra. Dio Padre sempre ci attira verso Gesù – ha spiegato il Papa – siamo noi ad aprire il nostro cuore o a chiuderlo. Invece la fede, che è come un seme nel profondo del cuore, sboccia quando ci lasciamo “attirare” dal Padre verso Gesù, e “andiamo a Lui” con il cuore aperto, senza pregiudizi; allora riconosciamo nel suo volto il Volto di Dio e nelle sue parole la Parola di Dio, perché lo Spirito Santo ci ha fatto entrare nella relazione d’amore e di vita che c’è tra Gesù e Dio Padre. E lì noi riceviamo il dono, il regalo della fede“.

Allora, con questo atteggiamento di fede, possiamo comprendere anche il senso del “Pane della vita” che Gesù ci dona, e che Egli esprime così: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). – ha dunque concluso il Santo Padre – In Gesù, nella sua “carne” – cioè nella sua umanità concreta – è presente tutto l’amore di Dio, che è lo Spirito Santo. Chi si lascia attirare da questo amore va verso Gesù e va con fede, e riceve da Lui la vita, la vita eterna“.

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12 pensieri su “Per credere, i miracoli non bastano: si deve aprire il cuore

  1. Non credo in coloro che dicono che Laudato sì sia un’enciclica rivolta ai potenti, ma credo che sia rivolta a tutti noi che collaboriamo attivamente o passivamente in modo più o meno consapevole all’inquinamento del pianeta attraverso la vendita e l’acquisto dei prodotti industriali non riciclabili che non hanno alternative a basso costo. il prezzo dei pannelli fotovoltaici è sempre + basso e sono sempre + efficaci ma rovinano il paesaggio delle montagne e delle campagne italiane. sarà un ottimo prodotto quando ci saranno gli infissi i vetri per le finestre le tapparelle le persiane e le tende da sole fotovoltaiche a basso costo. ci sarà un ottimo progresso contro l’inquinamento quando saranno commercializzate automobili e monopattini ibridi ed elettriche a basso costo, quando le automobili a metano costeranno poco e quando (come ho sentito dire) costruiranno i palazzi con i pozzi interni come facevano i babilonesi x mantenere la temperatura interna a 21 gradi centigradi. i parchi fotovoltaici e termovoltaici vanno bene nelle zone deserte ma non vanno bene in Italia dove abbiamo i paesaggi collinari e montane ma abbiamo i fiumi e i ruscelli sui quali possiamo realizzare dei micro impianti idrolettrici da 10 Mwh. anche le antenne eoliche che si mettono nei giardini e sui tetti delle case non sono brutte a vedersi, ma c’è molta ricerca da fare anche nel campo dello stoccaggio dell’energia elettrica.

  2. Tutti saranno istruiti da Dio
    (1Re 19,4-8; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51)

    Nei giorni scorsi il papa ha ripreso il tema dei migranti facendo un’affermazione molto forte. Egli ha detto che respingerli sarebbe un vero e proprio atto di guerra. Un nostro politico l’ha preso in parola e ha detto: «Mandiamoli tutti in Vaticano!». Senza saperlo questo politico ha detto una cosa molto vera: il buon Dio li affida proprio a noi, non solo al Vaticano ma a tutti quelli che credono in Gesù Cristo. In questo momento storico così doloroso e impegnativo Gesù Cristo svolge un ruolo di primo piano, proprio attraverso coloro che credono in lui. Vediamo che cosa ci suggeriscono le letture di oggi.

    Nella prima lettura si racconta la vicenda di Elia che, dopo aver smascherato i profeti di Baal e aver dimostrato che Jhwh è il solo Dio, deve fuggire perché la regina Gezabele lo vuole uccidere. Sostenuto da un pane celeste, attraversa il deserto e in quaranta giorni raggiunge la montagna dell’Oreb. L’Oreb è un altro nome per indicare la sacra montagna del Sinai dove Dio ha fatto con il popolo ebraico un’alleanza. Dio conduce Elia in quel luogo perché possa riscoprire il senso profondo del rapporto con lui, che si basa sulle tavole dell’alleanza. In esse sono scritti i Dieci comandamenti, che rappresentano le esigenze fondamentali del rapporto con Dio e col prossimo. Da lì, e non da gesti plateali contro i sostenitori di altre religioni, Elia deve cominciare la sua opera di risanamento del popolo.

    Nel brano del vangelo Gesù dice: «Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre mio». E soggiunge: «Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio». Poi sottolinea nuovamente: «Chiunque ha ascoltato il Padre viene a me». Il piano di Dio è dunque quello di condurre tutti a Cristo perché possano ottenere dal rapporto con lui il pane di vita di cui hanno bisogno. In questo sta la differenza tra l’Antico e il Nuovo Testamento: nel primo c’erano leggi giuste e immutabili che regolavano i rapporti dell’uomo con Dio e con i suoi simili. Nell’altro invece Dio si manifesta in un uomo come noi che ci indica con la sua parola e con il suo esempio la strada da seguire per raggiungere la vita vera.

    In che modo Cristo ci conduce al Padre? Ne parla la seconda lettura, tratta dalla lettera agli Efesini. In essa Paolo parla di un comportamento senza asprezze, pieno di benevolenza e misericordia. Poi invita i destinatari a diventare imitatori di Dio. Ciò avviene non perché essi possano vedere Dio, ma perché questi, in Gesù, ha rivelato loro il suo volto. Il vero credente è un essere divinizzato. Ma ciò si attua non mediante uno sforzo umano bensì lasciandosi guidare e modellare dall’esempio di Gesù.

    Non c’è bisogno di mandare gli immigrati in Vaticano. Se per Vaticano si intende la Chiesa cattolica, bisogna dire che i cristiani sono già in prima linea nell’accoglienza di questi sventurati che hanno affrontato enormi disagi per cercare nel nostro paese una migliore possibilità di vita. E il Vaticano, nella persona del papa, è quello che apre i cuori alla solidarietà e alla misericordia. Non si tratta semplicemente di mettere a disposizione dei locali, ma prima di tutto di aprire il cuore all’ospitalità. Possiamo fare di più, certamente, ma la strada è quella giusta. Una cosa però forse ci manca: la capacità di smuovere l’opinione pubblica.
    Carissimo Santo Padre,
    voglio ancora una volta ringraziarla per la vida che sta donando alla Chiesa . Alle parole semplici e chiare che vengonono capite anche dai cuori più duri anche se la fede è frutto do un continuo dialogo con il Signore. Ho la certezza che è un seme gettato e che darà buoni frutti.
    La fede è veramente un cammino che ci apre gli occhi a realtà eterne.
    La sorgente e Gesù che parla al cuore attraverso lo Spirito e illumina le menti e fa anche vedere per la fede che anche situazioni non buone dopo il passare degli anni ci fan vedere che quella sofferenza ci ha concesso un bene che solo la fede può riconoscere.
    Grazie per la meravigliosa Enciclica ” Laudato si”. Apprezzata da tutti.
    Spero che che tutti cooperiamo perche si obbedisca alle tracce chiare che portano alla salvezza del pianeta terra.
    Grazie Santo Padre. Lo Spirito ha agito in Lei in una maniera meravigliosa. Tutti i giorni prego per quanto sta donando alla Chiesa.
    Mi ha fatto piacere sapere che il vescovo Erwin Crautter vescovo della prelazia di Xingù in Amazzonia abbia cooperato con il contenuto dell’Enciclica. Dopo aver lavorato per 50 anni nella zona indigena dell’Amazzonia conosce bene ciò che si fa e non si dovrebbe fare ai nostri fratelli indigeni.
    La fede mi dice che la morte di padre Deiana per causa di un incidente provocato nella foresta Amazzonica, per uccidere il vescovo Erwin Crautter. Io vedo il caso con gli occhi della fede, Dio ha permesso la morte di Padre Tore Deiana , che considero martire nella diffesa dei poveri perchè il Vescovo Erwin avrebbe oggi cooperato per la stesura dell’enciclica tanto amata da tutti: “Laudato si”
    Grazie Santo Padre per questo dono dato alla Chiesa.
    Chiedo tutti i giorni per il Suo ministero al Signore e a Maria, coraggio, salute e protezione.
    Ho sentito un’omelia che mi è piaciuta molto è mi permetto aggiungerla alla mia riflessione

    Oggi non basta più fare il bene personalmente o mediante associazioni umanitarie; bisogna far sì che il problema sia affrontato nel modo giusto, eliminando i luoghi comuni e le posizioni interessate. Solo una forte opinione pubblica può smuovere i governanti e spingerli a compiere il proprio dovere. Oggi purtroppo non è ancora così. E proprio nella formazione di una forte opinione pubblica siamo tutti responsabili. Bisogna informarsi e poi parlare, spiegare, insistere in tutti gli ambienti in cui ci muoviamo. È questo oggi il modo più efficace di lasciarsi attrarre a Gesù.

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