Come Contattare Papa Francesco

scrivere papa francescoSempre più persone esprimo l’esigenza di contattare Papa Francesco per affidargli le proprie preoccupazioni e chiedergli di pregare per loro: chi affida al Pontefice il racconto della propria vita, chi chiede un consiglio al Papa, chi desidera raccontargli i propri drammi personali, chi invece vede nella saggezza del Vescovo di Roma un’ancora di salvataggio che gli permette di non perdersi del tutto, chi invia una poesia o un sciarpa o un qualsiasi oggetto con affetto, come lo si consegnerebbe al vicino di casa.

Ormai moltissime persone scrivono ogni giorno a Papa Francesco a quell’indirizzo così semplice da ricordare, così familiare che sembra essere quello di un amico che è lì da sempre che aspetta, pronto a dare conforto.

Non tutti sanno però che l’Ufficio Corrispondenza di Papa Francesco, che riceve tutta questa moltitudine di lettere è composto da appena quattro persone: a capo vi è mons. Giuliano Gallorini aiutato da due signore laiche e suor Anna che devono gestire e rispondere a corrispondenza che giunge in tutte le lingue del mondo.

Si tratta di un lavoro molto complesso per un così piccolo gruppo ma che viene svolto in maniera minuziosa ogni giorno: sarebbe infatti impossibile per Papa Francesco leggere e rispondere personalmente a migliaia e migliaia di lettere.

La prima attività, spiega proprio mons. Gallorini è smistare le lettere in base alla lingua, poi le buste vengono aperte e ne viene letto il contenuto. Viene risposta ad ogni lettera ricevuta mentre i casi più complessi, i casi di coscienza vengono direttamente affidati ai segretari del Pontefice affinché sia Papa Francesco stesso a rispondere, o meglio a dare delle indicazioni su come rispondere.

Non tutte le lettere inviate al Pontefice, dunque, vengono lette personalmente da Papa Francesco ma il suo Ufficio Corrispondenza si fa carico di condividere la sofferenza di ogni persona che scrive a Bergoglio e di rispondere con lo stile e con le parole del Pontefice, sottoponendo a questi i casi più gravi.

Come scrivere a Papa Francesco

Per tutti coloro che volessero scrivere al Pontefice, l’indirizzo postale di Papa Francesco:

Sua Santità Francesco, Casa Santa Marta, 00120 Città del Vaticano

Papa Francesco non possiede un indirizzo email pubblico, pertanto se si desidera scrivergli é necessario farlo via posta tradizionale all’indirizzo sopra riportato.

Come partecipare a una udienza pubblica di Papa Francesco

Per incontrare il Papa partecipando a una udienza pubblica del Pontefice sono necessari dei biglietti che sono gratuiti e che vengono rilasciati dalla Prefettura della Casa Pontificia.

Per richiedere i biglietti possiamo

  • 1) inviare un fax al numero +39 06 698 858 63, indicando l’udienza alla quale si intende partecipare e il numero dei partecipanti utilizzando questo sito;
  • 2) richiedere i biglietti via posta ordinaria – utilizzando sempre lo stesso modulo sopra riportato e indicando i dati sopra evidenziati – scrivendo alla Prefettura della Casa Pontificia, 00120 Città del Vaticano.

Per ulteriori informazioni, potete contattare la Prefettura della Casa Pontificia telefonando ai numeri +39  06 698 848 76, +39 06 698 831 14, +39 06 698 832 73 dalle ore 9 alle ore 13.

I biglietti, infine, saranno consegnati ai richiedenti nell’apposito Ufficio che troveremo dentro al Portone di Bronzo ubicato nel colonnato di destra in Piazza San Pietro.

Come ricevere la benedizione di Papa Francesco

Per ricevere la benedizione speciale di Papa Francesco si deve utilizzare questo sito seguendo tutte le procedure indicate impostando il tipo di pergamena, i vostri dati personali, i dati da inserire nella pergamena e infine facendo una piccola donazione.

La benedizione può essere richiesta per i seguenti sacramenti ed occasioni speciali: Battesimo, Prima Comunione, Cresima; Matrimonio; Consacrazione Secolare; Professione Religiosa; Ordinazione Diacono permanente; Ordinazione Presbiterale; Benedizione di Matrimonio o di Professione Religiosa; Benedizione di Compleanno; Benedizione di Persona singola cattolica o famiglia. Alcune benedizioni necessitano del nulla osta del parroco, pertanto é consigliabile richiedere informazioni in merito al vostro parroco prima di inviare la richiesta al Papa. Va detto infine che la benedizione é gratuita ma vi é un costo da sostenere per la pergamena. La benedizione é disponibile in 6 lingue differenti.

7.962 pensieri su “Come Contattare Papa Francesco

  1. Caro Papa Francesco,
    dice tante parole piacevoli che si discostano dalle vecchie posizioni della Chiesa.
    Sembra che Lei sia disposto all’incontro col prossimo.

    In età adulta si crede ancora e si fa credere che ognuno sia artefice del proprio destino.
    Questa è la cosa più pazza che possa esserci, negarsi le interrelazioni e le conseguenze delle proprie scelte sue quelle di altri.
    Quello che ho imparato è che ognuno di noi ha una vita che non è sua.
    E’ sempre in mano di altri e si vive per gli altri.
    Quella che viene impropriamente chiamata “propria vita” si può solo usare per donare o per ricevere.
    Siamo tutti mortali, la nostra vita non resta.
    C’è anche chi ama, ma in cambio riceve solo negazione e ingratitudine da chi cerca di stare bene solo con se stesso e far stare male gli altri. Chi non urla e sembra calmo e controllato spesso non ha interesse e non ha stimo del prossimo, mentre chi rimane offeso e urla e si lamenta ne ha tanto. Ma il mondo preferisce usare la logica contraria degli individualisti che si illudono (che se stanno bene con se stessi, stanno bene col mondo) di stare bene col mondo quando fanno stare tutti male.

    Non è vero che sei dai ricevi, è vero che sei hai fortuna ricevi. La fortuna di trovare gente che sa amare, quelli che in silenio ti lasciano esprimere e che di solito sono ritenuti chiusi quando sono tanto aperti ad ascoltare.
    Sono gli altri a doversi prendere cura della mia vita, come io faccio della loro.
    Se esiste gente povera è perché c’è chi vuole prendergli una guancia e anche l’altra, non perché sono sfortunati ma piuttosto perchè hanno avuto sfortuna ad avere come compagni nel mondo delle persone spregevoli che uccidono le loro famiglie per ingordigia e potere.
    C’è abbastanza cibo al mondo per tutti, ma c’è gente che si diverte a TOGLIERLO: il problema non è chi spreca il cibo (che potrebbe anche essere più parsimonioso), il problema è evitare di dare quelle tonnellate e quintali di cibo che dai supermercati finiscono nella spazzatura senza passare nemmeno per le credenze e i frigoriferi del mondo ricco (si ricco di egoismo e cattiveria) e povero di reciprocità e affettuosità.

    Una ragazza del sud america guardandomi mi disse che vedeva la mia aura e capiva che ero diverso dagli altri, ma che ho troppa paura immessa dal mondo in cui vivo.
    Secondo lei io ero buono anche se avevo una faccia triste, mentre quelli che ridevano intorno a me erano delle persone molto egoiste anche se chiaccheravano e ridevano sempre.
    Che peccato che le persone al mondo non abbiano le capacità di quella ragazza.
    Non ho mai incontrato una ragazza tanto gentile.
    Ha capito che aspettavo qualcuno che mi parlasse, che stavo in silenizo per non disturbare perché tanto fanno tutti finta di essere interessati a te e invece cercano solo agganci e opportunità.
    Non resterà niente di nessuno, nemmeno delle persone più danarose del mondo.
    Rimarranno ricordi falsi che porteranno solo altro male e indizi che porteranno la gente sulla cattiva strada. Continueranno ad esserci guerre per ingordigia.
    Nessuno che governa vuole dare pane e acqua al popolo per renderlo affamato, ma solo per sentirsi buono.
    Lo fanno per se stessi, perché anche gli psicologi insegnano (erroneamente) a fare per se stessi.

    La vita e tutto quello che si fa, ha senso quando lo fai per gli altri.
    Il se stessi esiste quando esistono gli altri.
    Se stessi prima degli altri è pazzia.
    Io esisto perché gli altri mi fanno esistere: prima i genitori e poi anche il resto del mondo.
    L’inclusione e l’inserimento non sono andare a scuola e avere un lavoro, è scambiare affetto.
    L’affetto e l’inclusione non vanno meritati, dovrebbero essere un diritto dato per nascita.
    Solo così si apprezza veramente la vita che abbiamo e hanno gli altri.
    Non basta dire alla gente, tenetevi la vita che avere e che Dio vi ha donato (come se le nostre vite fossero una opportunità per pagare tasse o per dare forza lavoro e ancor peggio per essere prede di gente malvagia).
    Bisogna che le persone possano trovare un ambiente adatto a loro, dove c’è affetto che viene dato per poi essere ceduto.
    Troppa gente è esclusa, ma i primi ad escludere sono proprio quelli che frequentano assiduamente le chiese e che si sentono bene con se stessi e modelli perfetti per il mondo. Pensano solo ad apparire, poi si prendono le guance delle persone più indifese.

    L’umanità si estingerà così, se non per un cataclisma come un asteroide che si schianterà sulla Terra.
    La solitudine esitinguerà la razza umana e con lei sparirà Dio.
    Chi lascia la gente sola per malvagità, come quando si compiono gesti crudeli o si dicono parole diffamantorie accorgendosi di fare del male, uccide.
    Una persona che si suicida, non lo fa per sua volontà, è la coscienza che spinge la gente a certi gesti.
    La coscienza non è l’espressione della volontà individuale, è l’espressione dei compagni di classe che non ti considerano oppure del governo che non segue i cittadini.
    Non tutti possono essere capaci di vivere in un mondo con cambiamenti repentini come quello che hanno voluto i governi del mondo. La gente va accudita.
    Abbiamo bisogno di essere guidati, per questo ci sono i pastori. Ma dovrebbero essere pastori anche coloro che governano. Non ci propongono delle opzioni, niente di niente.
    Siamo tutti abbandonati all’ipocrisia e alle apparenze, alla gente opportunista.
    Avere la depressione è una sfortuna a cui abbandonarsi, il massimo che sanno pensare tutti è chiudere qualcuno in una stanza con uno psicologo o uno psichiatra.
    Non pensano che basterebbe un ambiente diverso, con gente che sa guardare negli occhi.
    E’ più facile imputare le colpe al singolo individuo, piuttosto che scrollarsi la mente da tante convinzioni in cui si pensa che la maggioranza faccia bene.

    Se una persona è già come si vuole che sia, non può esserci un cambiamento, anche se si preferisce vederla diversa da come è.
    Rimane tutto uguale perché ci sono troppe persone che preferiscono continuare a vivere come stanno facendo, troppe persone che preferiscono la strada facile e che mettono in croce i soli.
    A cosa serve pensare di essere buoni davanti a un crocifisso, quando poi chi si sente buono crocifigge coloro che sono visti con sospetto (pur senza fare niente)?
    Il mondo continua ad additare gli innocenti soli di buona volontà, misericordiosi verso la maggioranza di molesti.
    Quasi tutti si fanno forza con la forza e con il numero di maggioranza.
    Quasi tutti desiderano le persone, quelle che alla fine disprezzano perché le vedono per quello che non sono.
    Quasi tutti pensano senza percepire, infatti vedono il nemico nei potenziali amici e viceversa.
    Quasi tutti preferiscono i complici agli amici.
    Tutti preferiscono pensare di essere quelli speciali ed eletti, quando poi fanno del male ai più deboli.
    Tutti fanno delle cose, per sentirsi buoni ma portando solo altri problemi.
    Chi ama lo fa per gli altri, non per se stesso.
    Volere bene e amare significa trattare gli altri come figli a cui vuoi bene.

    Usare momenti di forte emotività per emarginare innocenti che si scelgono come nemici, per sentirsi forti e importanti, è un atto estremente vigliacco. Anche quando la mente ti fa credere di aver subito torti, da chi voleva solo accarezzare una persona spaventata o triste.
    La pazzia non ha limiti, specialmente quando è follia sociale.
    La pazzia di comunità non viene mai presa in considerazione, perché è comodo prendersela con i deboli e le persone sole.
    Viviamo in un mondo dove i vigliacchi si fanno strada aiutandosi fra loro.
    Non c’è nessun rispetto per la vita umana, si vede da come vengono trattati anche gli emigrati del sud Italia o gli immigrati di altri posti.

    In età adulta si crede ancora e si fa credere che ognuno sia artefice del proprio destino.
    Questa è la cosa più pazza che possa esserci, negarsi le interrelazioni e le conseguenze delle proprie scelte sue quelle di altri.

    La ringrazio, sperando che prima o poi qualche cristiano si faccia vivo per cambiare il mondo.
    Non viviamo per noi stessi o per essere prede di altri, si vive per unirsi con l’amore che farà risorgere Dio.
    Sperando che prima o poi Dio venga chiamato col suo vero nome.

  2. Sua Santità Papa Francesco,
    Vi scrivo affinché vogliate unirvi a lanciare un consiglio al governo italiano, qualunque esso sia.
    Siamo nel ventunesimo secolo ed esiste la possibilità di trovare lavoro grazie all’informatizzazione.
    Le persone hanno talenti, attitudini o predisposizioni, come hanno gusti, preferenze, inclinazioni, capacità di fare qualcosa piuttosto che un’altra, paure e tanti altri aspetti che le portano a SAPER e POTER SVOLGERE un lavoro piuttosto che un altro. Perché il lavoro deve essere fattibile e svolgibile, nel rispetto della propria personalità, ossia persona, e delle proprie capacità e predisposizioni.
    Un Paese (l’Italia) che si propone di essere fondato sul lavoro, non dovrebbe solo chiedersi come detassare lo stesso, ma anche come permettere ai cittadini di trovarlo facilmente su tutto il territorio nazionale.
    I mezzi per trovare lavoro nel rispetto delle proprie predisposizioni, capacità e personalità potrebbero esistere, ma sembra che tutti i governi non vogliano in nessun modo formarli.
    1) Dovrebbero costringere e obbligare tutti i datori di lavoro a inserire le offerte dello stesso (lavoro) su un portale informatizzato creato appositamente; non vedo perché non inserire tutte le offerte di lavoro, se il lavoro è legale e non è in nero.
    2) Chi cerca lavoro dovrebbe inserire i propri dati che riguardano anche predisposizioni e attitudini, nonché voti scolastici, gusti e preferenze.
    3) Il portale informatizzato per il lavoro incrociando i dati tra offerte di lavoro e potenzialità del ricercatore di lavoro gli fornirebbe immediatamente su scala nazionale tanti lavori possibili e trovabili. Esiste gente disposta ad andarsene da dove abita, ma diventa difficile sapere che lavori ci siano altrove.
    Ci sono posti di lavoro o anche lavori di cui NON si conosce nemmeno l’esistenza.
    Perché se esistono le tecnologie per aiutare la gente a trovare subito lavoro e ad orientale non vengono sviluppate ed utilizzate?
    Mi sembra che manchi il senso di responsabilità e la volontà di produrre uno strumento informatizzato come quello appena descritto. I cittadini sono abbandonati a loro stessi o costretti a posti di lavoro inadeguati alla propria persona e capacità.
    I mezzi e le tecnologie per trovare facilmente lavoro esistono, ma non si vogliono mettere a disposizione del cittadino, che troverebbe tutti i posti di lavoro che vuole e potrebbe scegliere in libertà.
    Ringrazio chiunque legga questo messaggio e collabori alla realizzazione di questo progetto per il bene degli italiani, nonché degli europei (se il progetto verrà esteso a tutte l’Unione Europea).
    Grazie

  3. Sua Santità Papa Francesco,
    vorrei ricordare a tutti che a Gaza, c’è stata una strage dei volontari.
    Persone che spesso sono un punto di riferimento e di imitazione per tante persone che hanno bloccate dalla paura vorrebbero aiutare.
    C’è tanta gente al mondo che ha la volontà di aiutare il prossimo, ma in solitudine fa fatica ad esprimerla.
    Anche ricordare qualcuno che è morto innocente, non serve a fargli vivere la vita che avrebbe dovuto vivere.
    I monumenti e ricordi servono a chi sta in vita, ma pensare a cosa fare quando le persone sono ancora in vita?
    Perché tutti pensano a se stessi credendo di fare del bene ad altri?
    Non è bello parlare con onore di qualcuno che è stato dimenticato in vita, sembra quasi una cosa fatta per se stessi. Certe persone che muoiono cosa hanno avuto?
    Che peccato che siano morte delle persone da cui imparare, con tanto coraggio da andare ad aiutare delle persone in piena guerra e bombardamenti.
    I pensieri e i sentimenti sono una condizione necessaria prima di agire, ma per agire bisogna abbattere la paura e la solitudine.
    Servirebbe una rete umanitaria che accolga anche chi ha paura ad unirsi ai volontari.

  4. Caro Papa Francesco,
    spero che Vi sentiate meglio e che possiate stare in Terra per ancora molti anni.
    Mi piacerebbe condividere una riflessione sul lavoro e la motivazione.
    Ho l’impressione che molti capitalisti si sentano motivati a lavorare solo per guadagnare denaro e quindi credano che la gente lavori solo per soldi.
    Purtroppo intorno ai soldi girano fin troppe attività al punto che il denro è diventato un limite invalicabile che non permette di lavorare per la gioia altrui a chi non ha denaro.
    Al mondo ci sono tante persone che hanno voglia di fare, ma a causa del denaro non possono fare: non si può prendere un autobus o un treno per raggiungere un posto dove magari si può fare volontariato se non hai i soldi e così via.
    Senza denaro non si può fare niente, nemmeno se sei disposto a farlo gratis.
    Poiché al centro del mondo c’è il denaro, la genete di buona volontà è impedita, mentre il capitalista rimane convinto che la motivazione per lavorare sia il denaro.
    Lavorare per la propria felicità e quella della gioia altrui invece permetterebbe a tutti di lavorre ed essere felici, non la voglia di private e privatizzare tutto.
    La parola privatizzazione ha la stessa radice di privare.
    Il denaro priva di possibilità.
    C’è mancanza di fiducia verso le persone di buona volontà e si preferisce credere che chi ha denaro sia uno di buona volontà.
    Veramente il denaro è un paletto e un astacolo a qualsiasi cosa.
    Potremmo tutti muoverci, curarci e aiutarci con il solo lavoro, se non ci fosse il denaro.
    Il denaro è solo un mezzo per privare, anche del lavoro.
    Non si dà lavoro a chi vuole lavorare perché non c’è denaro per pagarlo.
    E chi non guadagna denaro non può andare a lavorare o mangiare.
    Il denaro non è poi una grande invenzione e mezzo di scambio, è più un mezzo per privare il prossimo e mostrare ingordigia ed egoismo, potere.
    Perché non abbiamo più fiducia degli altri e scambiamo lavoro invece di scambiarci il denaro?
    Saremmo tutti più ricchi di gioia e felicità, avremmo tutti delle belle case e delle belle vacanze. Felici si è motivati a vivere e lavorare anche senza guadagnare denaro.
    Il significto della vita è vivere insieme lavorando, mangiando e gioedo senza chiedersi se si ha più di un altro.
    Perché una persona non dovrebbe meritare la possibilità di prendere il sole o nuotare, di mangiare o scherzare? Chi è la gente che pensa che ci sia gente che lo merita e gente che non lo merita?
    Tutti lavorerebbero gratis e produrrebbero ricchezza per gli altri, ma molti sono bloccati per la mancanza di denaro (da ricevere come pagamento o da usare per raggiungere lo scopo).
    Il denaro è la più brutta invenzione che possa esserci al mondo, non è un mezzo di scambio.
    La volontà di lavorare c’è: nessuno può amare la montotonia nella vita, tutti lavorerebbero e troverebbero delle passioni da condividere con chi le apprezza.
    L’artigiano farebbe le sedie senza preoccuparsi di ricevere denaro, ma per il piacere di farle per far riposare le gambe stanche di chiunque.
    Il cantante canterebbe per condividere emozioni con il pubblico.
    Il disoccupato salirebbe sul treno anche senza soldi per raggiungere il posto di lavoro che tanto gli piace, per non essere pagato in denaro ma con lo scambio di lavoro.
    Perché un lavoro dovrebbe valere più di un altro?
    Il muratore che si fa male sarebbe curato come un plurimiliardario, se solo non esistesse il denaro.
    Il denaro è un mezzo di privazione, un puro mezzo che esprime l’egoismo e l’arroganza, la presunzione di alcuni ingordi che vogliono sempre di più privando altri.
    Perché un povero zoppo che magari coltiva pomodori non avrebbe diritto di vivere e farsi una vacanza che ora (con il denaro padrone) non può permettersi?
    Apprezzano tutti il denaro e l’egoismo, nessuno apprezza le cose per come stanno e vengono.
    Come vorrei un mondo senza denaro, che non farebbe venire la depressione a chi non trova lavoro.
    Tutti affannati a cercare lavoro, lavoro remunerato con soldi per sopravvivere.
    Quando tutti avrebbero un lavoro, se solo non servissero i soldi, verrebbe dalla loro attitudine e dalla loro passione.
    Siamo quasi tutti dei repressi, che vanno in cerca di un lavoro come le galline beccano il grno quando lo lanci o i pesci boccheggiano quando tiri le molliche nello stagno. Repressi che avrebbero un lavoro e una passione da coltivare, se solo non servissero i soldi per potersi procurare i mezzi.
    La ringrazio, spero che abbia capito quale sia il mio pensiero.
    Avremmo tutti un lavoro, senza doverlo nemmeno cercare, se solo fossimo veramente LIBERI di agire nel rispetto della nostra personalità, del nostro spirito, della nostra anima, senza doverla reprimere mentre cerchiamo un lavoro che ci renderà infelici e schiavi di chi è padrone del denaro.

  5. Caro Papà Francesco,
    ci sono tanti orfani che hanno bisogno di aiuto per crescere.
    Sono soli e hanno bisogno di stare insieme a persone che possano aiutarli a vivere.
    Ci sono tanti barboni soli che hanno bisogno di aiuto per vivere.
    Ci sono tanti gruppi di persone isolate, che hanno bisogno di vivere.
    Ci sono intere comunità che hanno bisogno di vivere.
    Ci sono intere nazioni che hanno bisogno di vivere.
    I ladri e le guerre non sono fatti solo per pazzia, sono fatti anche per bisogno.
    Quando una nazione è isolata provvede per se stessa, nella gara perversa che c’è fra tutti gli stati del mondo, con la guerra.
    Le guerre non si fermano con la deterrenza, intesa come forza militare, si fermano coi sentimenti.
    I sentimenti guidano le azioni.
    La pace si chiede parlando, non si chiede rispondendo al fuoco con il fuoco.
    La pace si chiede ammettendo i propri errori, quelli dell’isolamento di persone o intere nazioni.
    La Russia è stata isolata e come lei altri paesi, come la Corea del Nord, eccetera.
    Delle persone che fanno i politici e pensano di aver subito bullismo, dovrebbero capire cosa significa essere isolati. L’isolamento porta a provvedere per se stessi, anche con le brutte maniere.
    Se ti aggrediscono e nessuno ti aiuta, tutti stanno a guardare approvando quello che fa l’aggressore, devi rispondere con una leggittima difesa. Purtroppo l’isolamento non è ancora visto in maniera limpida e sincera come un’aggressione.
    Isolare un individuo come una nazione significa aggredirlo.
    La pace si fa coi sentimenti.
    Spero che possiate condividere questi concetti col mondo, così che nessuno venga più isolato e costretto alla guerra o costretto ad essere sfruttato.
    Il mondo è un dono pieno di risorse, basta condividerle senza isolare qualcuno e senza imporre a tutti le proprie politiche.
    La guerra non nasce solo per pazzia (come la seconda guerra mondiale), nasce anche per bisogno di provvedere a se stessi in un mondo che ci lascia soli.
    Se il gigante isolato ha bisogno di mangiare, il gigante deve cacciare secondo le politiche imposte dal nemico (la perversione del PIL e del PNL, prodotto interno lordo e prodotto nazionale lordo).
    Sono equità e benessere effettivo il modo in cui misurare il benessere di un paese o anche dell’intero pianeta.
    La pace non si fa con la deterrenza, ossia una minaccia e un costrizione, la pace si fa con L’INCLUSIONE.
    Nessuno deve restare solo, tutti devono poter essere se stessi e partecipare a un benessere globale.
    La pace si fa coi sentimenti, perché sono i sentimenti a determinare le azioni.
    Grazie per l’attenzione.

  6. Sua Santità Papa Francesco,
    quello che dovrebbero sapere tutti è che il Diavolo non premia i suoi seguaci, li sfrutta soltanto.
    Troppe persone si uniscono nel male, sarebbe giusto che non credesseo al tranello che viene loro offerto: un inganno in cui credono che facendo del male otterranno qualcosa.
    Non si scende a patti col maligno, lui sfrutta soltanto e poi tortura i suoi servi.
    Per piacere, sono cose da diffondere per tenere il male lontano dalle povere caprette credulone che cascano dei tranelli del male.
    Grazie

  7. Per piacere, inviti i governi mondiali a tassare il lavoro robotico e detassare quello umano.
    Solo così converrà assumere umani e farli lavorare al posto dei robot.
    Se ci abitueremo a lasciar usare i robot sena che vengano tassati, poi sarà difficile far cambiare idea.

  8. Sua Santità, le faccio notare una cosa:
    le persone sono sempre unite dall’odio, fanno coalizione contro qualcuno o qualcosa,
    non sono mai unite dall’amore. Tutti si amano in modo apparente, ma non vero.
    L’odio unisce, l’amore si riceve ma non è mai reciproco.
    Le persone danno per scontato la fiducia che gli viene data, non sanno apprezzare e vedono dei gesti di amore e gentilezza come odio.
    La misericordia in questo caso aiuta a vivere bene chi porta del male.
    Non si riceve mai amore dando amore. L’amore si dà e non si riceve.
    Così vanno le cose. La gente è unita dall’odio contro qualcuno o qualcosa, amano perseguitare persone o fare le guerre in nome del loro bene ottenuto privando altri.
    Non si tratta solo di ipocrisia, ma anche di un voler stare bene con se stessi che porta male al mondo.
    Purtroppo c’è una filosofia avulsa della realtà, quella di far credere che vada tutto bene stando bene con se stessi e facendo raggiungere un benessere illusorio (e ipocrita) agli individui.
    Sono filosofie troppo spesso divulgate da psicologi, che cercano di far stare bene il paziente e di farlo chiudere in un mondo illusorio di benessere.
    Si dovrebbe agire sulle masse e non comodamente sugli individui.
    Spesso molti individui fanno del male a pochi, ma si preferisce dare per malati e problematici gli individui che danno amore senza riceverlo.
    Si sceglie sempre la strada più comoda, addidate il singolo come malato o criminale, piuttosto che riconoscere che i comportamenti di massa portano alla malattia della massa.
    La strada più semplice non è quella giusta da seguire.
    Sono veramente cristiani quelli che scelgono di additare un individuo sano e responsabile sincero con se stesso e quindi con gli altri, piuttosto che scegliere di ammettere i propri errori portati avanti dalla massa?
    Bisognaerebbe incominciare a insegnare che il benessere si rggiunge simultaneamente e in maniera sincronica, non raggiungendo un benessere individule che ti chiude in un mondo illusorio (dove ti senti bene e ti SEMBRA che tutti stiamo bene) che porta a dare male agli altri.
    Perché nessuno si impegna per il benessere sociale e quindi anche individuale?
    Grazie per l’ascolto e la compagnia riflessiva (riflettere sugli stessi argomenti)

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