Riflessioni di Papa Francesco

Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in famiglia

Festa e lavoro sono elementi fra loro complementari, ha spiegato Papa Francesco durante l’, oggi, mercoledì 19 agosto 2015, continuando così le proprie : dopo aver parlato della festa, durante la , questa settimana il Pontefice ha riflettuto sulla sacralità del lavoro. “Il lavoro è sacro, il lavoro dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia“.

Come si può leggere nel libro della Genesi, ha spiegato il Vescovo di Roma, il fa parte del progetto di Dio nella creazione. Gesù stesso era conosciuto come “figlio del carpentiere“.

Il lavoro è propria della persona umana, ed esprime la sua dignità di creatura fatta a immagine di Dio. Pertanto, la gestione del lavoro è una grande responsabilità sociale che non può essere lasciata in balia della logica del profitto o di un mercato divinizzato, nel quale spesso si considera la famiglia come un peso o un ostacolo alla produttività.

Un lavoro che si discosta dal patto di Dio con l’uomo, e non rispetta le sue qualità spirituali, ha conseguenze negative che colpiscono i più poveri e le famiglie.

In questo momento storico, le famiglie cristiane hanno la grande missione di manifestare gli aspetti essenziali della creazione di Dio, come l’identità e il rapporto tra uomo e donna, la generazione dei figli, il lavoro che custodisce la terra e la rende abitabile.

A volte può sembrare alle associazioni delle famiglie di essere come Davide di fronte a Golia… ma sappiamo come è andata a finire quella sfida! Ci vogliono fede e scaltrezza. – ha quindi concluso Papa Francesco – Dio ci conceda di accogliere con gioia e speranza la sua chiamata, in questo momento difficile della nostra storia, la chiamata al lavoro per dare dignità a se stessi e alla propria famiglia“.

Queridos hermanos y hermanas:

En la catequesis de hoy reflexionamos sobre el trabajo y la familia. Como se puede leer en el libro del Génesis, el trabajo pertenece al proyecto de Dios en la creación. El mismo Jesús era conocido como el “hijo del carpintero”.

El trabajo es algo propio de la persona humana, y expresa su dignidad de criatura hecha a imagen de Dios. Por eso, la gestión del trabajo supone una grande responsabilidad social, que no se puede dejar a merced de la lógica del beneficio o de un mercado divinizado, en el que con frecuencia se considera a la familia como un peso o un obstáculo a la productividad.

Un trabajo que se aparta de la alianza de Dios con el hombre, y no respeta sus cualidades espirituales, tiene consecuencias negativas que golpean a los más pobres y a las familias. La misma vida civil y el hábitat natural terminan corrompiéndose.

En esta coyuntura, las familias cristianas tienen la gran misión de manifestar los aspectos esenciales de la creación de Dios, como son la identidad y el vínculo del hombre y la mujer, la generación de los hijos, el trabajo que cuida la tierra y la hace habitable.

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12 pensieri su “Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in famiglia

  1. è tanto che non mi collego ma sono stataimpegnata con i mei per motivi di salute,adesso sembra che le vanno migliorando.Per me purtroppo non c è mai un momento di pace,i problemi si accavallano,ora si è perso il lavoro,e noi genitori pensionati e avanti negli anni dobbiamo sostenere la famglia di mia figlia.Prego il Signore che ci dia il coraggio e la forza di andare avanti e che presto possa esserci una soluzione,sicuramente andranno fuori Italia .Certo per noi sarà molto doloroso ma non lo faremo notare anzi li invoglieremo dicendo che devono andare dove c è possibilità di lavoro e noi quando possiamo li andremo a trovare.Il lavoro da dignità all uomo.Santo Padre fai una preghiera anche per mia figlia che possa trovare la serenità che in questo momento le manca.Io pregherò per Te e chiedo la TUA SANTA BENEDIZIONE

  2. Che Dio appressi la Sua misericordia, ponendo fine alla selvaggia, dolorosa distruzione di vite umane, fra cui tanti bambini
    Che Dio appressi la Sua misericordia, annullando i sodalizi complici e cointeressati al profitto comune a danno dei singoli. NON SI Può DERUBARE A SCADENZE FISSE, A VITA! Né si può rimanere indifferenti ed inattivi di fronte al pericolo (accertato) di catastrofe…
    Che Dio appressi la Sua misericordia, per ridare senso e dignità alle famiglie, ai giovani, a bambini e nascituri, annientando gli artifici della “logica del profitto o di un mercato divinizzato”
    Ma perché ciò si realizzi, non basta la tenace trasmissione di riflessioni: bisogna fattivamente intervenire nel proprio ambito, nei confronti di chi (ed è scontato che si conoscano i precisi soggetti), pur essendo consapevole delle proprie redditizie “furbizie”, continua imperturbabile a recitare la parte “che niente è riferito a se stesso”
    Naturalmente, è fondamentale che chi “collabora” col Santo Padre nella ricezione, smistamento e consegna di epistolario, non possa avvalersi di “vie preferenziali” di comunicazione.
    A ciò si deve prioritariamente provvedere.
    Altrimenti restano le sole parole, che, hainoi, per quanto apprezzabili e condivisibili, RESTANO FORZATAMENTE IMPRODUTTIVE.
    Che Dio appressi la Sua misericordia, affinchè non ci sia più bisogno di ripeterlo.
    Che Dio appressi la Sua misericordia, facendo luce SULLE CONSAPEVOLEZZE di collaboratori e diretti destinatari.
    Apprezzo il coraggio di Padre Maurizio Patriciello da Caivano

  3. Es verdad que si una persona no trabaja para obtener el dinero para sus necesidades básicas es lóqico que sienta la autoestima baja. Lo digo porque yo por enfermedad no logro hacerlo. Y me he preparado. Yo no puedo cumplir un horario completo de 8 horas. Estoy física , mental y emocionalmente algo++++ afectada. No es agradable contarlo.

  4. Sono una persona di una certa età, profondamente convinta fin da quando aveva 20 anni che la famiglia deve essere monoreddito, con adeguati assegni familiari, perché ci sia lavoro per tutti, altrimenti ci saranno sempre famiglie con più entrate e famiglie senza lavoro. È un problema di giustizia sociale, non tanto di preghiera.

  5. aspetto un giorno o l’altro una risposta da te o dai tuoi segretari mafiosi io sono qui infami il giorno che cristo torna sulla terra vi mette tutti in piazza impiccati o crocifissi mafiosi infami

  6. il lavoro ce lo rubano i negri che tu difendi e degli italiani te ne freghi sembravi onesto e buono ma ai dimostrato che sei un mafioso infame

    1. vedo fratello che sei molto incazzato. Non desidero conoscerne i motivi ma penso che prima di inveire contro le persone sbagliate, suggerissi alle stesse cosa devono fare… giudicare è facile… essere positivi è difficile!

      1. Giulio, essere positivi non è facile per nessuno.
        Se esprime tanta arrabbiatura è perchè ha un problema in cui è implicato anche un bambino.
        Dice di avere scritto a Papa Francesco e penso che avrà spiegato il problema, chiedendo quell’aiuto il Papa potrebbe dargli.
        Se ci sono intralci nella gestione della corrispondenza, il problema appartiene ad altri.
        Se, invece, non si vuole rispondere (qualunque sia il contenuto, anche solo di “misericordia spirituale”, proprio come sottolinea Papa Francesco) allora tutto cambia aspetto, soprattutto in ambito cristiano.

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