Riflessioni di Papa Francesco

Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere

“Adamo dove sei?” Papa Francesco ci ricorda che questa é la prima domanda che Dio rivolge ad Adamo, e a ciascuno di noi, dopo il peccato. Dove siamo! Dio ci ha posto nel creato, ci ha affidato la creazione e noi nel momento in cui pecchiamo rompiamo quell’armonia nella quale Dio ci ha inseriti e perdiamo il nostro posto. Quindi, ci sentiamo smarriti. E’ questa la sensazione che prova ogni uomo nel momento in cui rompe l’armonia del creato, un senso di smarrimento.

Non é la prima volta che Papa Francesco ci parla dell'””, dell’uomo che ha perso di vista il proprio ruolo nel creato, la missione che Dio gli ha affidato e quale conseguenza le persone vengono trattate come scarti e la vita umana non é più sentita come valore primario da rispettare e tutelare. Nelle tragedie come quelle che si ripetono spesso a Lampedusa, ma anche in molti altri luoghi al mondo, dei nostri fratelli perdono la vita e la colpa é di nessuno.

«Dov’è il tuo fratello?», é questa la domanda che Dio rivolge a Caino dopo l’uccisione del fratello. Nuovamente l’uomo rompe l’armonia del creato e si sente smarrito. E Dio cerca l’uomo. Quando l’uomo si perde, Dio ci cerca per riportarci dentro l’armonia, nel nostro luogo. Tuttavia dobbiamo rispondere alla domanda di Dio, non é ignorando la domanda di Dio che risolviamo il problema. Ma il fatto é che riteniamo che la domanda non sia rivolta a noi.

Infatti «Dov’è il tuo fratello?» la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Chi è il responsabile di questo sangue? Questa é una domanda rivolta ad ognuno di noi. Tutti siamo responsabili di quanto succede in situazioni come quella di Lampedusa, della morte innocente di nostri fratelli. E il fatto é che i nostri cuori sono anestetizzati: a nessuno importa nulla, al massimo diciamo “Poverini” e tiriamo dritto.Si tratta della globalizzazione dell’indifferenza, effetto della cultura del benessere.

La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro.

I nostri cuori ormai sono anestetizzati, non provano più alcuna compassione. Per questo alle due domande di Dio, Papa Francesco aggunge una terza domanda:

«Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo?», Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del “patire con”: la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere!

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5 pensieri su “Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere

  1. Le malatie sono brute, pero in Italia la gente no lavora tanto come in Northamerica, Qui stano basate sopra 40 anni e non sono tropo, basiche, il resto lo deve fare se estesso con risparmi e contribute con la stesa compagnia o governo. Salvatore me a tocato il cuore, che Dio la aiuta con sua misericordia e compassione.

  2. Ciao Salvatore, tuo caso me a tocato il cuore. In Canada si lascia di lavorare a 65 anni, ma le pensione di malatia sono quasi lo stesso. Tua moglie mai a lavorato prima?? non cia esperienza di cualcosa, che studio cia. Dopo dei 55 anni e tropo difficile trovare qualche cosa. Qui in Canada poi restare fino a 70 anni, legge di governo. Dio ci aiuta di molte maniere.

  3. Quando eravamo piccoli, di fronte al dolore, in particolare al dolore degli altri, non ci lasciavano “scappare”. Poi la società del “ben essere” ha insegnato che il dolore è “degli altri”. Ognuno pianga sul proprio dolore. “Non è successo a me”, “evitiamogli, al bambino, questo trauma”. La solidarietà politica, non quella sociale, di quartiere o di condominio, manca del tutto. Faccio un esempio. Quando Gheddafi era in vita, le tv ci hanno mostrato un popolo in sofferenza, affamato e compagnia belle. Poi, Gheddafi è stato bombardato, eliminato. Ed ancora centinaia di servizi sulla vittoria della “democrazia” sul male. Ora, la mia domanda è questa: – Che fine ha fatto il popolo libico? Vive bene? La fame, è scomparsa? L’istruzione, la sanità e tutto il resto, è stato messo in ordine? Insomma, la Libia è un nuovo modello di democrazia da imitare? Non se ne parla più, credo; le tv tacciono e del Popolo libico non c’è più traccia. Se avete qualche notizia in merito, per piacere, pubblicatela. Non saranno mica gli effetti collaterali dei bombardamenti? Ciao. 🙂

  4. Lettera aperta a Sua Santità Francesco I

    Carissimo e Amatissimo
    Papa Francesco

    Sono un parkinsoniano di 55 anni, che ormai da 12 anni porta con gioia la croce assegnatoli.
    Ho lavorato (finché la patologia me lo ha permesso alle dipendenze delle ferrovie dello Stato).
    Purtroppo ora sono costretto a vivere con la sola pensione Inps di circa 1.650 Euro mensili, ed la mia famiglia (mia moglie di 50 anni, mia figlia di 11) ed io, lottiamo ogni mese per far quadrare in ogni modo possibile il bilancio familiare.
    Mia moglie (che poverina cerca in ogni modo di far economia) non riesce a trovare un impiego, anche piccolo per rendere più vivibile la situazione.
    Viviamo in un appartamentino di circa 65 metri quadri per il quale paghiamo un affitto mensile di 335 Euro più spese condominiali per un totale mensile di circa 360 Euro.
    Le spese medie di bollette per la fornitura di Energia Elettrica, Gas per riscaldamento ed usi domestici e telefono ammontano ad una media mensile di poco oltre i 115 Euro.
    Le spese per gli studi di mia figlia (che non vorrei in nessun modo far languire, perché la stessa appare dotata in particolar modo), le annuali tasse comunali sui rifiuti solidi urbani, e le ultime 24 rate mensili di 165 Euro di un prestito bancario acceso per l’acquisto di un’autovettura incidono non poco sul nostro già di per se limitato budget familiare.
    Venir a capo di questa delicata situazione economica è ogni mese, immancabile fonte di stress e preoccupazione.
    Per questa ragione ho voluto portarne a conoscenza la Santità Vostra. Non per una banalissima richiesta di aiuto (che in ogni caso sarebbe gradita) ma per portarla a conoscenza di una situazione generale che ogni giorno mette a dura prova la pace e la felice convivenza non soltanto della mia famiglia, ma di migliaia di famiglie italiane.
    Chiedo scusa per l’eventuale disturbo e ringrazio la Santità Vostra per le preghiere e le benedizioni che saprà di certo concedere alla nostra piccola famiglia.

    Con rispetto e devozione.
    Famiglia Iadicicco Salvatore
    Via Nettunense 210 Anzio 00042

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