Riflessioni di Papa Francesco

La fede per aiutare gli altri fa miracoli

Come viviamo la nostra fede nella Chiesa? E’ questa la domanda centrale attorno alla quale Papa Francesco ha sviluppato la propria omelia nella Cappella della Residenza Casa Santa Marta oggi, 29 maggio 2015: il Santo Padre prendendo spunto dalla Lettura del Vangelo di Marco (Mc 11, 11-26) ha individuato tre differenti modalità di vivere la propria fede.

Bergoglio ha iniziato la propria omelia parlando di coloro che vivono la propria fede in maniera sterile: questi sono persone che vivono “per sé”  in modo “tranquillo”  ha detto il Pontefice ma indicando una tranquillità che è “egoista“, tipica di chi “non vuole problemi“.

A queste persone il Papa ha ricordato l’ icona di Gesù che “maledisse l’albero di fico, perché è sterile, perché non ha fatto del suo per dare frutto“. Questo “rappresenta la persona che non fa niente per aiutare, che vive sempre per se stessa, affinché non le manchi niente. – ha spiegato il Vescovo di Roma – Alla fine questi diventano nevrotici, tutti! Gesù condanna la sterilità spirituale, l’egoismo spirituale” ovvero l’ atteggiamento di chi dice “Io vivo per me, che a me non mi manchi niente e che gli altri si arrangino!“.

La seconda categoria di persone che vivono in modo sbagliato la propria fede sono coloro che la sfruttano per i propri affari, trasformando la fede stessa in un commercio. Contro questi Gesù non ha usato mezze parole additando come i sacerdoti del suo tempo fossero “un covo di ladri” che “facevano i riti, vuoti, senza pietà. Non so se ci farà bene pensare se da noi accade qualcosa del genere in qualche posto. – ha dunque detto il Santo Padre – E’ utilizzare le cose di Dio per il proprio profitto“.

Infine c’è chi vive correttamente la propria fede, seguendo la via del perdono: vi è una sola condizione, ha spiegato il Papa, “perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni voi, le vostre colpe“, ovvero “se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate“.

“Questo è il terzo stile di vita. La fede, la fede per aiutare gli altri, per avvicinarsi a Dio. – ha dunque concluso Francesco – Questa fede che fa miracoli“.

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8 pensieri su “La fede per aiutare gli altri fa miracoli

  1. Caro Domenico, e chi di noi è un vero cristiano? La fede è un cammino, quasi mai facile, pieno di fermate, cadute e ripartenze. I miracoli non sono quasi mai quelli che desideriamo nou. Non c’è che una strada: affidarsi a Dio, perchè ci conduca e apra i nistri occhi, allora vedremo quanti muracouaccadono ancira oggi. Alleluja

  2. Chiedo a Te, Papa Francesco, con quali parole dolci posso confortare una giovane madre colpita dalla estrema sofferenza data dalla malattia del secolo…la mia fede barcolla difronte alle richieste d aiuto, la mia mente dubita, il mio cuore piange sconforto…io e mia madre ci sentiamo sole…

  3. Io Santo Padre ho la certezza che la fede fa miracoli…mio marito ha avuto la grazia per volontà divina di scoprire il primo cancro in tempo utile per curarlo….io per stargli vicino ho lasciato il lavoro…non ho mai detto “perché proprio a noi una cosa del genere”, ho solo chiesto al Buon Dio di indicarmi la strada per dare sostegno a lui e alla mia famiglia. La fede è stata la mia compagna di viaggio.Solo otto anni dopo ha avuto un secondo cancro mio marito, eravamo diventati nonni del nostro primo nipotino da appena dieci giorni….mi viene detto senza mezzi termini che da li a poco non vi sarebbe stato più nulla da fare…..io rimasi impietrita e quando mio figlio il neo papà mi chiede cosa era successo io gli rispondo “le mie orecchie hanno sentito cose terribili ma il mio cuore mi dice che non sarà così, però stagli vicino potresti pentirti poi di non averlo fatto”…ancora ricordo i suoi occhi atterriti…..ma fra 41 giorni sono
    passati tre anni, anche se tremo dalla paura di trovarmi ancora davanti a le stesse realtà io so che il cammino di fede che facciamo insieme con mio marito ci mette alla prova….ad oggi lui nonostante la salute precaria assiste la notte il papà anziano a giorni alterni…io vedo anche in questo una prova che il Buon Dio mi chiede…mi sento vulnerabile in questo momento di vita quindi Santo Padre aiutami con la tua preghiera affinché possa continuare a dare testimonianza di fede vera continuando a sostenere chi mi chiede aiuto. Ho sempre messo in secondo ordine le mie esigenze personali e spesso vengo criticata per questo…..ma la mia predisposizione è trovare sempre il lato buono in ogni cosa e non voglio cambiare. Anastasia

  4. DIO TI BENEDICA SANTO PADRE FRANCESCO. INTERCEDI PER NOI AFFINCHE’ DIO CI DIA IL DONO DI PERDONARE. GRAZIE IVANA BARBONETTI

  5. Non ho capito se appartengo alla prima categoria di cristiani, perché non so se porto la croce né se accetto la croce, ma se che se la portassi e l’accettassi sarei un albero che solo il Signore farà fruttificare quando dove e come vuole. Se fossi un cristiano di questo caso la mia fede farebbe miracoli, ma non ho tutta questa fede. Non ho capito se appartengo alla seconda categoria di cristiani, perché non ho capito se vivo la mia fede per libera scelta o se se la vivo per tradizione o per convenienza sociale. Se appartenessi a questa categoria sarei un mercante nel tempio, ma sono sicuro che non appartengo alla terza categoria di cristiani perché a volte ho la memoria lunga e spesso ho la memoria corta. Mi sento offeso dalle persone che annunciano il Vangelo in politichese, forse, non le disprezzo e non le odio perché le considero persone come tutte le altre, ma la mia fede non fa miracoli. Se avessi tanta fede quanto un granellino di sabbia i miei vicini di casa, i miei colleghi, i miei amici e i miei parrocchiani avrebbero fatto un salto di qualità; alcuni loro comportamenti immorali sarebbero stati compresi dal confronto nei miei riguardi e non avrebbe più senso farli. Mi dispiace ammetterlo ma le cose non stanno così. Non sono un vero cristiano.

    1. Domenico, il solo fatto di confrontarti, metterti in discussione, cercare di migliorarti fa’ di te un buon cristiano. BUON CAMMINO. Ivana Barbonetti.

  6. Che Dio intevenga dove l’uomo non conosce limiti al male che procura.
    L’uomo è imperfetto: anche chi subisce, sena colpa alcuna, il male dagli altri e la sua impefezione gli’impone anche i limiti della sofferena umana.
    Che Dio intervenga affinchè non si superino mai quei limiti. Oltre quei limiti c’è la fine e non vi può essere perdono.
    Sia fatta la volontà di Dio.

    1. In realtà sono sempre stato umiliato accantonato, messo in disparte e privato dei miei diritti; ho portato i pesanti fardelli di (forse) migliaia di persone, ma non mi sono tirato indietro, perché ho ho accettato le cattiverie altrui con il sorriso sulle labbra. M dicevano che avevo una forza sovra umana, mi dicevano che ero uno stoico, ma per me era ordinaria amministrazione. Solo di recente ho scoperto che la vittima è sempre più forte dei carnefici, lo ha detto Papa Francesco in una sua omelia. mi pare a Pasqua. Sono sempre stato alla larga dalle ricchezze di questo mondo, perché non mi piacciono. Non mi chiedo se ho perdonato tutti, ma le considero persone come tutte le altre.
      Per il resto sia fatta la volontà del Signore, ora e sempre.

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