Riflessioni di Papa Francesco

Quante volte ho detto a Gesù: «vattene»?

La parabola dei malvagi vignaioli (Mc 12, 1-12) presente nella Lettura del Vangelo di oggi ci insegna che Dio è in grado di trasformare quello che all’occhio dell’uomo sembra un fallimento, ovvero la morte del figlio prediletto, in un miracolo di amore: tutta la vita di Gesù, anzi tutta la storia del Popolo di Dio, ci insegna che ogni cristiano deve valorizzare quel seme di amore che Dio stesso ha seminato nel cuore di ogni uomo.

Invece troppo spesso ci si lascia ammaliare dalle insidie del maligno che ci portano ad allontanare Gesù: la strada che ogni cristiano è chiamato a percorrere è una strada senza ombra di dubbio molto difficile, ma è l’unica strada possibile.

È la stessa strada che hanno percorso “i profeti, gli uomini di Dio che hanno parlato al popolo, che non sono stati ascoltati, che sono stati scartati” ed è la stessa strada che ha percorso anche “il Figlio, l’ultimo inviato, che è stato scartato proprio, giudicato, non ascoltato e ucciso“.

In questo modo si sono compiute le Scritture ed il Figlio scartato “è diventato la pietra d’angolo“: “questa storia, che incomincia con un sogno d’amore, e che sembra essere una storia di amore, ma poi sembra finire in una storia di fallimenti – ha detto Papa Francesco – finisce con il grande amore di Dio, che dello scarto fa la salvezza; il suo Figlio scartato ci salva tutti“.

La via della nostra redenzione è una strada di tanti fallimenti. Anche l’ultimo, quello della croce, è uno scandalo“, ha dunque proseguito il Santo Padre nella propria catechesi quotidiana, facendo notare come invece “proprio lì l’amore vince. E quella storia che incomincia con un sogno d’amore e continua con una storia di fallimenti, finisce nella vittoria dell’amore: la croce di Gesù“.

Noi oggi dobbiamo proprio fare memoria di tutto questo: “non dobbiamo dimenticare questa strada, è una strada difficile. Anche la nostra! Se ognuno di noi fa un esame di coscienza, vedrà quante volte, quante volte ha cacciato via i profeti. Quante volte ha detto a Gesù: «Vattene», quante volte ha voluto salvare se stesso, quante volte abbiamo pensato che noi eravamo i giusti“.

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6 pensieri su “Quante volte ho detto a Gesù: «vattene»?

  1. Ringrazio il buon Dio di non avere nessun dubbio, nella sofferenza mi rifugio e mi metto nelle mani di Gesù, e trova sollievo. Nella tristezza, Gesù è mia gioia.
    Desidero lodarti mio Signore, con tutto il cuore, con tutta la mia anima e con tutto il mio essere. Mi hai raccolto dalla spazzatura umana e ho conosciuto la tua infinita grandezza. vivendo una nuova vita, sotto la tua guida illuminata dalla tua luce e della tua presenza nel mio cuore. Stai il silenzio eppure la tua voce entra nel mio cuore: entri nella mia vita con amorevole delicatezza.
    E mi sento meno sola nella solitudine del mio e del tuo silenzio. che non
    fra tanta gente mi distolgono il mio pensiero e mi allontanano da te.

  2. Papa Francesco, il dubbio è segno di una fede ammalata o è normale dubitare? Quando mi capita di dubitare guardo a te papa Francesco, alla tua fede semplice e pura. Grazie!

  3. Caro Papa Francesco i misteri, intanto sono “misteri”, in quanto incomprensibili ed impenetrabili dalle capacità umane.
    La fede induce a credere a quanto non è accessibile ai limiti della percezione umana.
    Però la fede deve essere incrementata e corroborata dall’esempio della Chiesa: Clero tutto.
    I discorsi astratti e complessi non aiutano a percepire ma disorientano.
    La semplicità inequivoca è percepibile da chiunque sia in buona fede.
    L’ipocrisia, con tutti i suoi perversi connotati, non è l’esempio che DEVE giungere dai maestri della dottrina cristiana.
    Che Dio illumini e aiuti tutti, fermando ogni sofferena e sopruso che oltrepassi i limiti della resistenza umana.
    Questa è la mia costante preghiera.

    1. Marina, anch’io non ho ascoltato quello che il mio angelo custode mi suggeriva di fare (lui e’ il nostro “portavoce”), questo riconoscimento del mio non ascolto, mi ha fatto crescere nella fiducia in GESU’, LUI aveva detto bene, il male ricevuto e’ mia responsabilita’, non avevo ascoltato. Crescere in misericordia verso il comportamento “scorretto” di sorelle o fratelli, che, come me prima, non “ascoltano”. Veramente DIO, se lo vogliamo e glielo permettiamo, con tanta misericordia e pazienza, ci aiuta a crescere. DIO abbia misericordia di tutti noi, siamo tutti BISOGNOSI della misericordia di DIO. Ivana Barbonetti

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