Preghiere, Riflessioni di Papa Francesco

I cristiani in Africa siano testimoni di riconciliazione e pace

L’intenzione di preghiera per il mese di maggio 2017 si rivolge ai più deboli, ed in particolare ai cristiani d’Africa. A quelle popolazioni che, giorno dopo giorno, si ritrovano ad affrontare una realtà difficile, fatta di povertà, dilaniata dalle guerre, afflitta dalle malattie e colpita nella sua dignità più profonda. Una realtà, quella che si vive in parecchie zone dell’Africa, in cui c’è estremo bisogno di collaborazione e umanità.

“Non possiamo fare a meno di guardare alle guerre fratricide che in Africa decimano le popolazioni e distruggono moltissime ricchezze naturali e culturali”. Con questo messaggio Papa Francesco ha aperto la sua intenzione di preghiera per il mese corrente, proiettata ai principi di pace e giustizia e dedicata a un Paese particolarmente in difficoltà.

Il Pontefice ha chiesto a tutti “i fratelli” di unirsi in preghiera per i cristiani in Africa, “affinché siano testimoni profetici di riconciliazione, di giustizia e di pace a imitazione di Gesù Misericordioso”. “Quando guardiamo l’Africa – ha aggiunto – vediamo qualcosa di molto di più delle sue immense risorse naturali. Vediamo la gioia di vivere e, soprattutto, una ragione di speranza nel suo vastissimo patrimonio intellettuale, culturale e religioso”.

In questo senso si inquadra la recente visita del Papa in Egitto, così come le sue dichiarazioni, fatte pochi giorni fa durante il volo che lo ha riportato a Roma dal Cairo, in cui diceva che i conflitti di tutto il mondo, inclusi quelli africani, avrebbero dovuto risolversi solo e soltanto con la diplomazia. “Fermiamoci, cerchiamo una soluzione diplomatica. Credo che le Nazioni Unite abbiano il dovere di riprendere in mano la loro leadership, perché ultimamente si è annacquata un po’”, aveva detto in quell’occasione.

Insomma, ancora una volta Papa Francesco ha voluto ribadire la sua vicinanza al fianco degli ultimi e dei dimenticati. Di coloro che soffrono giorno dopo giorno e che conducono una vita a tratti inimmaginabile per l’Occidente.

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