Riflessioni di Papa Francesco

La fede è in movimento e ci aiuta a non sbagliare strada

Guardarsi dal peccato di resistere allo Spirito Santo ed essere aperti alle sorprese di Dio. E’ il sunto di quanto affermato da Papa Francesco nel corso della Messa mattutina celebrata, come di consueto, a Casa Santa Marta.

Il Santo Padre ha fatto notare come lo Spirito Santo faccia muovere la Chiesa e l’intera comunità cristiana. Lo Spirito Santo, ha sottolineato Bergoglio, compie miracoli e cose nuove. “Lo Spirito è il dono di Dio, di questo Dio, Padre nostro, che ci sorprende continuamente. Il nostro è un Dio delle sorprese perché è un Dio vivo, che abita in noi, un Dio che muove il nostro cuore, un Dio che è nella Chiesa e cammina con noi. E così come Lui ha avuto la creatività di dar vita al mondo, ha la creatività di creare cose nuove ogni giorno”.

Dinanzi a tante sorprese, cosa possono fare allora gli Apostoli? “Gli Apostoli – ha risposto il Papa – devono riunirsi e discutere e arrivare a un accordo per poter compiere ciò che il Signore vuole”. “Il Signore ci chiede semplicemente di non indurire il nostro cuore”, perché lasciare indurire il cuore significare avere un atteggiamento di chiusura, quasi di resistenza, nei confronti dello Spirito Santo. “Questo uccide la libertà, la gioia e la fedeltà allo Spirito Santo”.

Ma come si fa a sapere se una cosa è dello Spirito Santo o è della mondanità e del diavolo? Per saperlo basta chiedere la grazia del discernimento. Lo strumento che lo Spirito stesso usa è il discernimento. Discernere, infatti, è ciò che hanno fatto gli Apostoli: si sono raccolti e hanno preso una decisione coerente con quella dello Spirito. E’ quindi fondamentale che i cristiani sappiano discernere una cosa dall’altra, il nuovo dal tradizionale, e ciò che viene da Dio e ciò che viene dal diavolo.

“La fede – ha infine aggiunto il Papa – non cambia mai. La fede rimane la stessa, ma è in movimento, cresce e si allarga. Chiediamo quindi al Signore la grazia del discernimento per non sbagliare strada e non cadere vittime dell’immobilità, della rigidità e del cuore chiuso”.

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