Riflessioni di Papa Francesco

Quando hai il cuore chiuso non puoi sentire la voce di Dio

La fuga da Dio e la sordità nel cuore alla voce di Dio. Questo il fulcro della riflessione mattutina del Papa in Santa Marta il 7 ottobre. Papa Francesco, commentando il Vangelo del giorno che racconta la parabola del Buon Samaritano, ci fa notare come sia il levita che il sacerdote siano sordi alla voce di Dio, sordi alla misericordia che “è la vera forza che può salvare l’uomo e il mondo dal peccato e dal male.

Dio infatti, in quella persona sofferente lungo la strada, parla a loro e li chiama a lasciare le cose che stavano facendo per seguirLo, esattamente come Gesù chiamò gli Apostoli a seguirLo. Ma il sacerdote e il levita, al posto di rispondere a quella chiamata, tirano dritto.

Questa, spiega Papa Francesco, è una delle maggiori tentazioni cui siamo sottoposti: fuggire da Dio anziché camminare verso Lui o con Lui: “Si può fuggire da Dio pur essendo cristiano, essendo cattolico, essendo dell’Azione Cattolica, essendo prete, vescovo, Papa”. Come nella parabola del Vangelo, non è importante il ruolo che si riveste nella società ma l’apertura del cuore di una persona.

Il samaritano infatti si caratterizza, rispetto gli altri, per avere il cuore aperto tanto che avuta compassione del sofferente se ne prende cura. La compassione che il samaritano prova è la risposta alla voce di Dio: Dio ci chiama ad essere misericordiosi, la Sua Parola è il suo Amore e la sua Misericordia ma se il nostro cuore è chiuso diventiamo sordi alla sua Parola.

Questo quanto successe al sacerdote il quale, sicuramente, non essendosi fermato, commenta il Pontefice, sarà “arrivato in tempo per la Santa Messa, e tutti i fedeli contenti” così il “levita ha avuto, il giorno dopo, una giornata tranquilla secondo quello che lui aveva pensato di fare”: nessuno dei due ha lasciato che Dio entrasse nella loro vita, nessuno dei due ha lasciato che Dio scrivesse la loro vita ma hanno preteso di volerla scrivere loro stessi fuggendo da Dio.

“Io mi domando, a me, e domando anche a voi: – chiede il Pontefice – ci lasciamo scrivere la vita, la nostra vita, da Dio o vogliamo scriverla noi?”

Alla quale aggiunge una seconda riflessione “Tu hai capacità di trovare la Parola di Dio nella storia di ogni giorno, o le tue idee sono quelle che ti reggono, e non lasci che la sorpresa del Signore ti parli?”

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19 pensieri su “Quando hai il cuore chiuso non puoi sentire la voce di Dio

  1. Santo padre ,la nostra vita noi la possiamo scrivere .ma non siamo padroni della nostra vita ,oggi ci siamo e domani non si sa, molte volte avrei voluto cambiarla ,modificarla ,tornare indietro e ricominciare , ma tutto questo non e’ possibile ,allora vivi ogni giorno soffrendo e magari anche piangendo di nascosto ,perché nessuno possa vedere e sentire i tuoi singhiozzi, e nessuno deve sapere perché soffri, che cosa ti fa tanto soffrire . Vorresti urlare , e chiedi a Dio perché succede tutto a me , mi chiedo tante volte…, sono stata cosi’ cattiva nella mia vita ..per meritare tutto questo? Santo Padre da quando ci sei tu mi sto riavvicinando alla fede ,e penso sempre le tue parole al tuo sorriso e questo mi conforta . mi rianima e mi aiuta ad andare avanti e pregare .prega per me e la mia famiglia .

  2. Carissimo Padre Francesco (Sua Santità ci deve scusare se preferiamo il termine Papà a quello di Papa).
    Dopo tanto nostro peregrinare nell’oscurità ci siamo resi conto che una vita fondata sulla certezza dell’ego, dove l’ego è l’unico a dirigere la nostra vita e mediare la realtà con noi stessi, non può che portare a un naufragio.
    Senza Dio, tutto perde colore e sapore e diventa un “non senso”.
    Grazie per la sua domanda e per tutto quello che sta facendo e che continuerà a fare.
    Una preghiera da parte nostra con tutto il cuore per la sua missione.
    Con affetto
    Paola e Giuseppe

  3. Io penso che per quanto si viva ogni giorno impariamo a vivere,credendo crediamo nelle
    verita’lasciate come testamento da ns.Signore nelle Sacre Scritture poi attraverso la nostra vita e
    la vita anche degli altri viviamo sbagliamo impariamo e ci correggiamo.
    Senza il Signore come si puo’?Non si vive. E’purtroppo vero come anche oggi ci siano sacerdoti e
    leviti come nel brano del vangelo e sembra cosi’ strano pazienza un tempo dato che
    si doveva ancora evangelizzare ma oggi..il sacerdote ha un potere cosi’ grande il
    Fatto stesso di poter toccare mangiare bere Gesu’ vivo ma ci pensate !
    Sacerdoti siate Santi e il vostro gregge sara’ Santo questo e’scritto questo dovrebbe essere.

  4. La carità è un principio fondamentale delle religioni principali; è importante presso l’ebraismo, presso il cristianesimo, presso l’islamismo, in tutte le rispettive confessioni. Ma è anche importante presso le religioni asiatiche, induismo, buddismo, confucianesimo, taoismo, lamaismo, e nelle religioni nuove, nella new age, ecc. Nel comunismo, socialismo, nel liberalismo nello statalismo, nelle democrazie in genere e nel laicismo, tuttavia è importante con un’altra forma di intervento statale verso le classi deboli e povere. Presso i governi di ogni schieramento a sinistra come a destra, si promettono soluzioni che mirano al benessere collettivo, facendo tuttavia solo microbici passi in avanti. All’origine tuttavia della mentalità ebraica dell’Antico Testamento, nelle Sacre Scritture c’erano passi biblici che raccomandavano agli ebrei di soccorrere i poveri, ma non gli stranieri pagani o di confessione ebraica, ma non ortodossa, come i samaritani. Gesù stesso diceva ai suoi apostoli di non andare a predicare ai pagani, ma di andare solo verso le 12 tribù giudaiche sparse nel mondo. Ma ci furono episodi di richiesta di soccorso a Gesù da parte del centurione per un suo servo, e Gesù rispose che la sua fede l’avesse salvato, e non trovava fede maggiore presso il suo popolo. Questo episodio fa capire che Gesù aveva dei pregiudizi iniziali, corretti durante la predicazione dal racconto del centurione. Da allora in poi abbandonò questo suo pregiudizio iniziale e si aprì all’intero mondo. Tuttavia il fatto che testimoniasse tale pregiudizio di fondo testimonia a che comportamenti portava la religione ebraica. Gesù dovette far forza sulla sua esperienza personale di vita di predicazione per superare i principi ebraici di fondo.
    Nicola de Liso nicolaantonio.deliso@beniculturali.it – cell. 3450041888

  5. Nun se capisce niente cchiu’. 🙂

    Santo Padre, fate santo don Pierino di Palma Campania. Quando gli altri preti tenevano le porte chiuse, il portone della sua chiesa di Mater Dei (Palma Campania – NA) è sempre stato aperto.

    I migranti hanno sempre avuto un posto dove dormire.

    Mai nessuno è andato via a mani vuote o meglio è andato via a mani vuote perché non teneva niente. Niente soldi, niente proprietà, niente catenacci, serrature e cose varie. Quanti forzati digiuni? Tanti.

    Niente tariffe ufficiali e compagnia bella. Insomma un prete non amato perché amava il Vangelo e Gesù.

    Il prete della bicicletta e della veste rotta e malandata. Domandate al Vescovo di Nola. E quante se ne è sentite perché nuotava e votava contro.

    Informatevi e fatelo Santo. Sicuramente, lui, don Pierino, manco lo vuole. “Ho fatto solo quello che avrebbe fatto Gesù”.

    Sapete chi si ricorda di lui? Le migliaia di bambini che hanno fatto parte dei suoi cori, che raggiungeva nelle scuole distante anche chilometri in bici. Grazie Pierino.

    Papa Francesco interessatevi di don Pierino Manfredi quello che Lei predica adesso ai sacerdoti, lui lo ha fatto per più di 50 anni ed in tempi dove la Democrazia Cristiana la faceva da “Padre – Padrone”.

    Ciao guagljù. 🙂

  6. Caro papa Francesco, ogni sabato sera, durante la S. Messa, faccio la mia povera offerta di cinquanta centesimi, mi vergogno a dirlo, ma sono costante nel farlo, perché quella per me è una piccola offerta certa per sempre e non mi può sconvolgere la vita. Sabato scorso ho visto una signora distribuire le solite buste parrocchiali con la richiesta di denaro “per lavori necessari alla Chiesa”. Io veramente non avevo portato denari con me, a parte i 50 centesimi che ho donato. Sono rimasta imbarazzata davvero…scusami Papa Francesco, ma con i tempi che corrono non s può dare di più.
    Io non per questo sento di avere il cuore chiuso e non vorrei mai essere considerata tale. Buona serata Papa Francesco, e che il Buon Dio Ti possa benedire sempre!.

  7. Quello che più ci fa soffrire oggi è che il levita e il sacerdote raccolgono la colletta domenicale.,
    Ma quando arriva la ragazza madre con un bambino sulla via di Gerico e chiede loro di aiutarli a pagare una bolletta della luce, anzichè accoglierla, ascoltarla, conoscerla, offrirle un caffè, e dare un cioccolatino al bambino,immaginate un pò cosa le rispondono?
    “Ma mica possiamo pagare le bollette a tutti.”
    Questo Santo padre ci fa inca……..re.Tu hai detto ai sacerdoti “non chiedete soldi”
    ma le collette sono spontanee, e se dobbiamo aiutare una sorella coinvolgiamo la comunità.per una domenica la colletta sarà spesa per questa sorella sulla via di Gerico

  8. A proposito di cuore chiuso volevo fare una domanda. La scorsa settimana siamo andati alla riunione per l’inizio del catechismo ai nostri bambini. Quest’anno si e’ deciso di accorpare il catechismo delle varie frazioni nel paese centrale e quindi i bambini faranno catechismo tutti assieme, questo mi sembra molto bello. Pero’ il problema è sorto quando all’inizio della riunione il prete di una frazione che il piu’ giovane rispetto agli altri sacerdoti del paese( ha 82 anni) e i catechisti quasi tutti di questa frazione (hanno preso praticamente il potere centrale) sono partiti dicendo che dobbiamo escludere il catechismo alla domenica in quando non si usa più e statisticamente è stato provato che fare catechismo la domenica porta poi dopo la Cresima i ragazzi a non frequentare piu’ la Chiesa, penso invece che sia dovuto al fatto che i catechisti la domenica mattina vogliono dormire perchè il venerdì sera fanno le ore piccole.
    Questo discorso ci ha molto sorpresi e turbati visto che nel nostro paese catechismo l’abbiamo SEMPRE fatto la domenica mattina alle 09,30 prima della Santa Messa e non ci risulta che poi i nostri ragazzi abbiano smesso di frequentare la S. Messa e tutte le attività, piuttosto nella Parrocchia del Sacerdote in questione si che ci va’ veramente poca gente pochi scelti (quasi una setta) che non desiderano neanche che altri partecipino in quanto tramite questo sacerdote hanno la possibilita’ di mettere a posto tutti i membri delle loro famiglie in quanto gestisce una comunita’ di recupero tossicodipendenti e ragazze madri e in piu’ parecchi servizi sociali…..
    Purtroppo non c’e’ stato nulla da fare e ci siamo ritrovati quindi a dover accettare di fare catechismo il venerdì sera dalle 20,30 alle 21,30 perche’ durante la settimana non c’e’ un altro giorno disponibile causa lavoro studio dei catechisti e varie attività sportive-scolastiche e ricreative dei bambini. I bambini devono essere al servizio dei catechisti e non viceversa.
    Ditemi Voi se questa è una cosa giusta! Io penso che questa linea che è stata adottata porterà a disperdere i nostri ragazzi.
    Non so chi mi risponderà però vorrei tanto che qualcuno ci desse una parola di conforto. Grazie di cuore Angela

  9. Santità!
    Visto che gli uomini di chiesa sono sordi al mio grido.
    Ancora più sordi sono chi si definisce cattolico, non mi rimane altro che aspettare il Buon Samaritano.
    Sono rimasto senza 1 centesimo di Euro.

    1. mi viene in mente la parabola di san Martino, che offre il suo metà mantello ;quindi non tutto e neanche niente ;a un povero infreddolito….ora offrire un indumento o cio che non è denaro non è considerato come opera di misericordia ….Per cambiare veramente qualcosa bisogna iniziare a dare un valore diverso a tutto ciò che abbiamo lasciato per strada per inseguire l’avidità

      1. immagino che i denari del Samaritano siano anche metaforici; ritengo infatti che quando si parla di carità cristiana non ci si riferisca soloal l’elemosina, ma anche regalare un sorriso, ascoltare persone sole, essere cortesi nel chiedere (ai propri cari) o richiedere (agli erogatori di servizi) un servizio; l’elenco è infinito, ma può essere riassunto in una sola considerazione: la carità passa anche attraverso la tasta, ma deve soprattutto sgorgare dal cuore

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