Riflessioni di Papa Francesco

Riconoscere i peccati apre la porta alla salvezza

Il luogo “privilegiato dell’incontro con Gesù Cristo sono i nostri peccati” : sembra una eresia, ha detto Papa Francesco, eppure proprio nel Vangelo di oggi (Lc 7, 36-50) vediamo come il riconoscersi peccatrice da parte della donna sia proprio l’elemento che la ha salvata e le ha aperto la porta alla misericordia di Dio

Nel racconto del Vangelo, il Pontefice fa notare lo stupore del fariseo, e degli altri presenti, ai gesti che compie la peccatrice. Il fariseo era “una persona di un certo livello, di cultura” fa notare il Vescovo di Roma, che “desiderava ascoltare Gesù, i suoi insegnamenti, desiderava saperne di più. E giudica dentro di sé tanto alla peccatrice come a Gesù perché se fosse stato un profeta saprebbe chi era e saprebbe che tipo di donna lo sta toccando“.

Questo pubblicano, “non è cattivo” spiega Bergoglio, ma “non riesce a capire i gesti elementari: i gesti elementari della gente. Forse quest’uomo aveva dimenticato come si consola una nonna, come si carezza un bambino, come si consola una nonna. Nei suoi pensieri, nelle sue teorie, nella sua vita di governo aveva dimenticato i gesti elementari della vita, i primi gesti che noi tutti, appena nati, abbiamo incominciato a ricevere dai nostri genitori“.

Sono proprio questi gesti, invece, che aprono il cuore di Dio: la donna del Vangelo “è una peccatrice” e viene salvata perché per mezzo dei suoi gesti semplici dimostra che “lei è riuscita a piangere i suoi peccati, a confessare i suoi peccati, a dire ‘io sono una peccatrice’, a dirlo a se stessa“.

Gesù dice questa parola – ‘Tu sei salvo, tu sei salva, ti sei salvata’- solamente a chi sa aprire il cuore e riconoscersi peccatore. – ha quindi spiegato Papa Francesco – La salvezza soltanto entra nel cuore quando noi apriamo il cuore nella verità dei nostri peccati“.

Il Vangelo di oggi, ci insegna “riconoscere i propri peccati, riconoscere la nostra miseria, riconoscere quello che noi siamo e quello che noi abbiamo fatto o siamo capaci di fare – ha quindi concluso il Santo Padre – è proprio la porta che si apre alla carezza di Gesù, al perdono di Gesù, alla Parola di Gesù ‘Vai in pace, la tua fede ti salva!’, perché sei stato coraggioso, sei stata coraggiosa ad aprire il tuo cuore a Colui che soltanto può salvarti“.

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6 pensieri su “Riconoscere i peccati apre la porta alla salvezza

  1. Riconciliarsi con Cristo e coi fratelli e’ il primo passo verso la redensione del cuore. Dio ci ama e sempre ci perdona, sta a noi avvicinarci alle sue sante piaghe. Nella mia vita ho sperimentato l’amore inesauribile con cui Dio Padre abbraccia i suoi figli . Portiamo il perdono di Dio anche ai nostri fratelli perdonando i nostri fratelli in difficolta’. Perche’ piu che essere consolati dobbiamo consolare, piu’ che essere amati dobbiamo amare e credere. Non essere piu’ increduli ma credenti. Perche’ Gesù disse: Chi mangia il mio pane e beve il mio vino non patirà confusione in eterno. Egli e’ un Dio vicino ai problemi dell’umanita e sempre ci ama. Buona Giornata Santo Padre. Preghiamo tutti insieme e uniti nell’amore saremo felici.

  2. Da quando si riconosce le proprie colpe da quel momento incomincia la salvezza,perchè in quel momento chiediamo l’aiuto.
    DIO non ci può dare aiuto se non lo chiediamo!

  3. Caro Papa Francesco: da molti giorni volevo scriverti per dirti che sono molto preoccupata per i tuoi viaggi all’estero,per il tuo sguardo addolorato,
    per le avversità che incontri giornalmente. Si Padre : prego per te,per quei poveretti che nessuno moralmente comprende. Ho il pensiero fisso
    per questo mondo così violento e mi sento infelice. Dico al Signore: aiutaci ti prego. Siamo tutti peccatori ma ci sono anche tanti bimbi infelici che non hanno colpe e muoiono per la violenza e cattiveria degli adulti.
    Ti sono vicina,ogni sera quando parlo con la Madonnina.
    Tu sei l’unica persona nella quale mettiamo la nostra fiducia.
    Che Dio ti aiuti,ma questi viaggi all’estero avranno i risultati che tu speri?
    Ti seguirò con il mio affetto.
    Velleda

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