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Ricordiamo San Domenico, colui che servì il Vangelo con parola e vita

“Quest’oggi rendiamo gloria al Padre per l’opera che San Domenico compì al servizio del Vangelo predicato con la parola e con la vita”. Questo il tweet pubblicato stamane da Papa Francesco tramite il suo account @Pontifex. Il Papa ha così voluto ricordare la figura di questo sacerdote spagnolo, fondatore dei Frati predicatori, di cui oggi si celebra la ricorrenza.

Nato in Castiglia nel 1170, Domenico Guzman, quando ha ancora 15 anni, viene avviato nelle scuole di arti liberali e teologia di Palencia, dove entra in contatto con miserie e guerre e dove matura la vocazione religiosa che gli ha poi segnato il resto della vita.

A 24 anni viene ordinato sacerdote e insieme al vescovo Diego di Acebes comincia a viaggiare per tutta l’Europa, dove scopre luoghi mai visti prima, dove conosce persone di ogni tipo, ma dove si imbatte anche in quella che era la realtà del tempo, ovvero una realtà in cui la cristianità era messa costantemente in pericolo. All’epoca, infatti, il movimento eretico dei Catari metteva in discussione le fondamenta della Chiesa.

Proprio per questo Domenico viene mandato da Papa Innocenzo III alla volta della predicazione, della preghiera e della divulgazione. Nominato vescovo di Tolosa, Domenico fonda l’Ordine Domenicano, riconosciuto da Papa Onorio III nel 1216. E da quel momento in poi le sue energie continuano ad essere spese per predicare la Parola per tutta Europa, soprattutto a Parigi e a Bologna.

L’Ordine cresce sempre più e si dà delle regole ben precise, vale a dire predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica e spedizioni missionarie. Domenico muore a 51 anni, sfinito dal lavoro apostolico e dalle grandi penitenze. Viene canonizzato 13 anni dopo, nel 1234, per volontà di Gregorio IX, legato a Domenico da una profonda amicizia.

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