Riflessioni di Papa Francesco

Routine, comodità, insensibilità raffreddano il cuore

Il Congresso Apostolico Europeo della Misericordia, in corso in questi giorni a Roma, è sicuramente uno dei momenti più importanti di questo Anno Santo della Misercordia: si tratta di un Congresso organizzato in parallelo con il giubileo delle persone che aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia e che si concluderà il prossimo 4 aprile 2016, vedendo come appuntamenti pubblici anche la Veglia di preghiera del 2 aprile prossimo e la Messa del 3 aprile, presieduta da Francesco.

Ad aprire il Congresso Apostolico Europeo della Misericordia è stato il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, presidente del Congresso stretto e tra i più stretti collaboratori sia di Benedetto XVI che di Papa Francesco.

Il cardinale, nel proprio intervento, ha sottolineato come la misericordia, in questi giorni sia sulla bocca di tutti. Tuttavia, viene da chiederci “in cosa consiste? È umana, cioè praticabile dagli uomini, o bisogna essere Dio per realizzarla?” – ha detto Schönborn –  “È una reazione spontanea che dovrebbe essere in ogni uomo quando si trova di fronte a un vero dolore”, oppure è “solo un atteggiamento” di Gesù, “e di conseguenza dal cristianesimo, specifico per il suo modo di vedere le cose?

Queste e altre domande simili sono quelle che qualsiasi cristiano si pone nel momento in cui si trova a domandarsi in cosa consista la Misericordia divina e, ha aggiunto il cardinale, sono domande che vanno a toccare il fondo della coscienza di ogni cristiano. La misericordia, ha spiegato il cardinale, è prima di tutto una questione di viscere. Gesù, nel momento in cui si commuove, non prova un sentimento astratto ma fisicamente partecipa del dolore altrui, tanto è che il termine che i Vangeli usano fa proprio riferimento alle viscere,

Il secondo elemento della Misericordia di Dio è che non è un qualcosa di generico, ma è concreta: proprio la parabola del Buon samaritano mette in luce come la differenza tra il sacerdote e il samaritano è che quest’ultimo fa “qualcosa di diverso”: nella parabola “non viene detto che cosa provassero, ma solo quello che fecero, perché solo questo conta”: la misericordia di Dio è concreta, è rivolta verso “colui che, qui ed ora, ha bisogno del mio aiuto”.

Bisogna tuttavia anche fare attenzione alla falsa misericordia, ha concluso il cardinale, quella che vendiamo nei discepoli durante la scena della moltiplicazione dei pani quando invitano Gesù ad allontanare la folla: i discepoli, in verità, erano interessati a liberarsi della folla e la loro misericordia, dimostrata nel fatto di pensare a come sfamare quella folla, non era sincera. Era una falsa misericordia. Tante volte “la nostra misericordia” in realtà “deriva dal volerci liberare di qualcuno”, come in effetti nel caso dei discepoli.

Come fare, quindi, per nutrire sentimenti di vera Misericordia? Non dimenticare il primo amore: non dimenticare la prima volta nella quale ci si è sentiti toccati dall’amore di Dio. Routine, comodità, insensibilità si insinuano per il “raffreddarsi del primo amore” e ciò mina tutto, compresi sacerdozio e matrimonio. Del resto, ha concluso il cardinale, cuori duri e chiusi alla misericordia sono quelli che condannano a morte Gesù.

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4 pensieri su “Routine, comodità, insensibilità raffreddano il cuore

  1. ***Grazie***Voglio scrivere qui, Buona Notte..e Buon giorno..con un bellissimo risveglio..Che il giorno ti abbracci*Sia lo SPIRITO SANTO a farlo…*
    Isabella

  2. Buon giorno Papa Francesco, la misericordia, giubileo, spirito santo, si ricostruisce, nel individuo, tramite le basi è radici, nella postura piatta è scorretta, che rivestiamo tutti,per mancanza di basi, nelle calzature in commercio?
    Senza basi è radici, non ci sara mai un futuro, per questi: bambini, giovani, coppie?
    LE BASI E RADICI, possono cambiare, è ricostruire un futuro nuovo, con + basiiiiiiiiii
    COLLABORIAMO TUTTI, per dare + valore alla vita, salute, famiglia, futuro, speranza, con + basiiiiiii

  3. Io credo che se abbiamo aperto il nostro cuore a DIO, all’occorrenza non ci poniamo quesiti, si agisce senza pensare lasciando fare allo Spirito Santo che e’ amore di DIO in noi.—Questo l’ho sperimentato io normalissimo essere umano, ho solo detto “si”, possiamo farlo tutti noi, se lo vogliamo.—–Ivana Barbonetti.

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