Riflessioni di Papa Francesco

Dare a Dio quello che è di Dio significa aprirsi alla Sua volontà

Il fermento che fa lievitare [la nostra forza] e il sale che dà sapore ad ogni sforzo umano” risiede nel dare a Dio ciò che è di Dio: con queste parola Papa Francesco ha commentato il Vangelo di oggi durante la .

Le Scritture di oggi propongono, infatti, “una delle frasi più celebri di tutto il Vangelo – ha commentato il Pontefice – «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21)“. Si tratta della risposta di Gesù a una “provocazione dei farisei che, per così dire, volevano fargli l’esame di religione e condurlo in errore” ha proseguito.

A questa chiara provocazione Gesù, il quale avrebbe “risponde con questa frase ironica e geniale” la quale al contempo è “una risposta ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro che si pongono problemi di coscienza“. Ha fatto notare il Santo Padre, infatti, che il dilemma tra scegliere la logica di Dio e quella umana, si presenta nella vita di ciascun fedele “soprattutto quando entrano in gioco le loro convenienze, le loro ricchezze, il loro prestigio, il loro potere e la loro fama“.

Ma cosa significa rendere “a Dio quello che è di Dio”  ha chiesto Bergoglio? “Questo significa riconoscere e professare – di fronte a qualunque tipo di potere – che Dio solo è il Signore dell’uomo, e non c’è alcun altro. – ha quindi risposto – Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio“.

Dio è il Dio delle Sorprese, , “Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate“. Per questo “«Dare a Dio quello che è di Dio», significa aprirsi alla Sua volontà e dedicare a Lui la nostra vita e cooperare al suo Regno di misericordia, di amore e di pace.” ha quindi concluso il Pontefice:

Qui sta la nostra vera forza, il fermento che la fa lievitare e il sale che dà sapore ad ogni sforzo umano contro il pessimismo prevalente che ci propone il mondo. Qui sta la nostra speranza perché la speranza in Dio non è quindi una fuga dalla realtà, non è un alibi: è restituire operosamente a Dio quello che Gli appartiene. È per questo che il cristiano guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere pienamente la vita – con i piedi ben piantati sulla terra – e rispondere, con coraggio, alle innumerevoli sfide nuove“.

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9 pensieri su “Dare a Dio quello che è di Dio significa aprirsi alla Sua volontà

  1. Così anche il caro Papa Francesco ha commentato questo passo evangelico, tra i più emblematici del confronto tra Gesù e i farisei, in modo, a mio avviso, alquanto deludente. Eppure cascava proprio “a cecio”, oggi che il sinodo sembra quasi impiccarsi per trovare la quadra tra la difesa di valori “non negoziabili” e la corrente legislazione secolare in merito (salvo magari scordarsi, per dirne una, che anche “la famiglia cristiana” non è tanto quella tradizionale con padre, madre e figli tutti intenti a perpetrare la vita, quanto quella universale, oserei dire “cattolica”, dove “uno solo è il padre nostro e noi siamo tutti fratelli”, persino a scapito, per esser degni di Cristo, di padre, madre, moglie, figli e vita propri). Affermare che “dare a Dio quel che è di Dio” significa “cercare anzi tutto il regno dei cieli e la sua giustizia” non basta a spiegare come e perché questo implichi anche “rendere a Cesare quel che è di Cesare”. Al punto, si badi, che proprio l’esattore di quel tributo, Pilato, non avrebbe trovato alcun’appiglio nella legge romana per condannare Gesù, malgrado l’imputato rifiutasse di appellarsi alla autorità dell’attonito procuratore, limitandosi a spiegare: “il mio regno non è di questo mondo” e “chi mi ha messo nelle tue mani e più colpevole di te”. Forse la maggiore arguzia di quella risposta stava nell’essere concepita per confondere il proto-temporalismo di una casta sacerdotale che, non volendo rendere a Cesare il denaro, avrebbe finito per consegnargli Dio. La questione infatti non era se fosse lecito pagare le tasse, ma se Gerusalemme dovesse pagarle a Roma, in un epoca che ancora non distingueva tra religione e stato, permettendo al politeismo romano di reclutare nel proprio Pantheon tutte le divinità incontrate dal Pontifex Maximus nella sua espansione imperialista. Rispetto a questo, il martirio di Cristo non fu né il fallimento di un patriota ribellatosi (magari in modo non-violento) all’invasore pagano, né il regicidio di un novello Salomone che, atteso “figlio di Davide”, era venuto a restaurane il regno su tutti i popoli, aggiornandone per l’occasione anche le leggi con le ultime clausole. Esso fu al contrario il compimento di scritture tutte intese a significare che Dio si sarebbe infine rivelato, non già mettendo l’uomo a servizio del sabato, ma addirittura suo Figlio a servizio dell’uomo. Allora “occhio per occhio” può leggersi davvero “porgi l’altra guancia” solo nelle intenzioni di un “Signore degli eserciti” che, “benevolo coi malvagi e gli ingrati”, lungi dal legittimare la vendetta, l’aveva legalizzata per Caino, tollerando col Taglione anche la spada dei re, da quello di Tiro a Tiberio passando per Nabucodonosor. Ciò non toglie che quest’arma a doppio taglio resti solo il male minore come qualunque medicina, e se Cesare dovrebbe dosarla nella misura meno venefica per la cura del corpo, chi è chiamato a sanare le ferite dell’anima, a partire dalle proprie, dovrebbe ancora riporla nel fodero anche a costo di berne intero il calice, perché è solo il veleno che si sputa a contaminare il cuore. C’era un modo meno Socratico di rispettare compiutamente quella legge di cui la lettera, dice San Paolo, “uccide”, mentre “lo Spirito dà la vita”? Ecco: se il mitico filosofo greco può essere considerato un prototipo del “rendere la pelle a Cesare e l’anima a Dio” sul fronte, diciamo così, civile, sul versante nominalmente sacro i più intimamente profani, gli invertiti che davvero “usano di un maschio come d’una femmina”, sono, allora come ora, quelli che detto “ecclesia abhorret a sanguine” incaricano il braccio secolare di esorcizzare i propri demoni (salvo sintomaticamente accusare Cristo di farlo al soldo di Belzebù), perché da sempre, come Giuda, onorano con le labbra ciò che tradiscono col cuore. Tutto questo e altro ancora può voler dire una frase enigmatica come “rendete a Cesare quel che è di Cesare , e a Dio ciò che è di Dio”, specie considerando Chi l’aveva detta a chi. Non possiamo liquidarla spostando genericamente l’accento sulla parte meno controversa dell’esortazione, per eludere quella più scabrosa in modo cerchiobottista, con un banale richiamo al senso civico del tipo: “contribuite alla questua, ma pure all’erario”; oppure “pagate le tasse, purché ci sia l’otto per mille”. Ce lo vedete Cristo a proclamare “uomo della provvidenza” uno che aveva “restituito Dio all’Italia e l’Italia a Dio” col Concordato clerico-fascista al grido “Dio, patria e famiglia? O non lo avrebbe considerato, “nemo profeta in patria”, piuttosto un altro modo di rendere a Cesare quel che è di Dio?

  2. Ciao Fratelli e le mie Sorelle ,ho letto tutto quella vostra VERITA che vuoi avette scrito ,Spero Io Umile Giacommo ,che avette scrito la VERITA( non essempi,ho idee di come dobbiamo essere ,ho di essere altri !!!)

    Sia Lodato Gesu Cristo Papa Francesco ,,
    VERITA avette scrito ,, e VERITA che ha scrito Papa Francesco ,vi do un Essempio ,proprio Io Umile Giacommo :

    Per che CREDO in VERITA che BUONO DIO e mio PADRE VERO gli miei Fratelli e sorelle??
    1 ,Non mi TRADISCE mai( in tutte le cose,e anche quelle Invizibile,mai Non mi TRADISCE) ,invece gli amici,la famiglia( ho qualche membro di quella famigli) lo fa qualche volta,…e continuate Vuoi chi vi ha Tradito fino adesso( pensa doppo che hai letto Tutto,ha chi ti ha Tradito fino adesso) .

    2, Non ti Abandona Mai .( quando hai una problema ,non sai La Soluzione di quella problema(sociale,materiale,Religioso,di Famiglia( quella di Sangue,e Tutti che abitta Sulla Terra,insieme anche con La Nostra Natura) ,Nostro Padre Buono DIO ti Lo da Subito la SOLUZIONE ,e lo ACCETI cosi come e ,,BUONA ho BUONA , per che tutto e Buono che un Padre ofre agli Suoi BIMBI .

    Io finisco qui Mio Messagio ,aspetarre ,da vuoi messagi ,Per che avette ACCETATO come Padre Vero ,NOSTRO PADRE BUONO DIO???
    E puoi vi scrivo anche altri miei mottivi per che adesso ho Un Padre VERO ( anche se Io Umile GIACOMMO sonno Cresciuto in Orfelinato da quando mi sonno nato fino ha 18 anni).
    Sia Lodato Gesu CRISTO PAPA Francesco,,

    Vi ringraziamo per Il donno che avette mandato ha FERRARA-COMACHIO,:)) mio Figlio voleva anche lui Toccare ,ma Non sonno stato fino alla fine della Liturghia ,,
    Per che vi ho detto,qualche volta mia Ragazza mi porta fuori dalla Chiesa( per non Guardare in BOCCA DI TUTTI come prendi Corpo Di Cristo ) ,,ma ha saluttato Santa Terezza e anche quell Discepolo che ha portato ,,SANTA TERESSA ha FERRARA- COMACHIO mio Figlio e anche Io ,spero che Il Nostro Salute piena di Pace,Amore,Armonia ,che Luce arriva da Te Papa Francesco piena con Speranzza ,di averre Parte di tutto quello che vi ho scrito prima Io Umile Giacommo?

    Grazie Papa Francesco ,,
    Sperro che in Futurro anche Citta FERRARA vi porta belli Momenti ( vi porta Bravi Sacerdoti Umile,come era gli Apostoli di GESU) .
    Grazie Papa Francesco vi Transmetto ,Io Umile Giacommo ,Mio Figlio Mario-Aleksandru,e Mariana.

  3. Buongiorno, se offriamo a Dio il nostro amore e la nostra vita saremo rafforzati nell’uomo interiore attraverso lo Spirito Santo che Egli ha dato all’uomo. Noi dobbiamo strare vicini a Dio e amarlo come un Padre e le nostre speranze non saranno deluse. Costruiamo la pace con le piccole opere quotidiane e impegnandoci nell’amore. Buona giornata.

  4. Caro Papa Frsncesco, questa sera mi sento di fare l’esame di coscienza e chiedo al Signore; come mi sono comportata oggi? Se ho fatto quache peccato, ti chiedo di perdonarmi se puoi, srcondo la tua volonta`, se invece ho fatto qualcosa di buono, te lo regalo con il cuore e ti ringrazio perche`ti sento vicino, e mi accompagni come un amico, per indicarmi la strada giusta da fare ed io sono sicura che seguiro` i tuoi insegnamenti, rimanendo ben salda nella fede e nei valori, che con la forza dell’amore resteranno nel mio cuore…. Caro Papa Francesco, il commento non so se e`giusto, ma mi e`venuto cosi`, spontaneo. Un abbraccio grande con il cuore….

  5. Ogni sua parola padre Francesco e amore puro verso Dio e verso il popolo grazie le sue parole mi sostengono ogni giorno per affrontare ogni avversità

  6. Che meravigliosa forza di vivere danno queste sue parole Papa Francesco!
    Dio è in ogni sua parola e ci accoglie nelle braccia sue, Santo Padre, sempre aperte a noi. Quanto bene mi fa, quanto bene mi ha dato.. Con il cuore grato, prego per Lei che prega tanto per noi e tanto ci aiuta con l’amore e la speranza.
    Grazie !

  7. È’ fare la sua volontà e non la nostra,e’ lasciarsi condurre per mano,e’ rispondere sì’ e docilmente seguirLo,e ancora di più,e’ restituire tutto quello che è’ già Suo.Gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente restituiamo.Caro Gesù solo così avremo capito ciò che Sei venuto ad insegnarci,per guadagnarci il Regno dei cieli.

  8. Dear Father,
    Always enjoy reading your interpretation of the Gospel! I sometimes find it hard to always have faith in God because of my constant pain! I sometimes pray to God and sometimes get upset because after a year I am afraid to go into a depression with the pain.
    Father please pray for me so that I have the strength to cope with my pain and that God also gives me the strength needed to go ahead with my life in pain!
    Thank you Father,

    Antoinette

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