Riflessioni di Papa Francesco

Dopo la morte ci aspetta l’incontro con Gesù

Papa Francesco, durante l’omelia di oggi, in Casa Santa Marta ha invitato nuovamente i fedeli presenti a riflettere sul momento della propria morte e su quello che ci sarà dopo la morte, senza lasciarsi traportare da visioni “cinematrografiche” che descrivono la dannazione eterna come una sala di tortura.

Cosa è la dannazione eterna che spetterà a coloro che non supereranno il Giudizio Finale? Essa non è “una sala di tortura” ma molto più semplicamente è la lontanaza da Dio. La dannazione eterna è una seconda morte, ha aggiunto Bergoglio, o meglio è la morte definitiva, quella dalla quale non c’è più ritorno. È una situazione nella quale ci si allontana per sempre da Dio, che poi, se ben pensiamo, è quanto i peccatori che non si pentono hanno fatto in vita, allontanandosi dal Signore.

La dannazione eterna non è una sala di tortura, – ha infatti commentato Bergoglio – è una morte. E quelli che non saranno ricevuti nel Regno di Dio è perché non si sono avvicinati al Signore. Sono quelli che sempre sono andati per la loro strada, allontanandosi dal Signore e passano davanti al Signore e si allontanano da soli. E la dannazione eterna è questo allontanarsi continuamente da Dio”.

Ma come può un uomo, durante tutta la sua vita allontanarsi volontariamente da Dio? Lasciandosi consigliare male dal diavolo. “Lui è un bugiardo, di più: è il padre della menzogna, lui genera menzogne, è un truffatore. Ti fa credere che se mangi questa mela sarai come un Dio. – ha proseguito spiegando il Vescovo di Roma – Te la vende così e tu la compri e alla fine ti truffa, ti inganna, ti rovina la vita“.

A questo punto, per il cristiano che non vuole allontanarsi da Dio né tantomeno lasciarsi mal consigliare dal diavolo, la domanda sorge spontanea: “‘Ma, padre, come possiamo fare noi per non lasciarci ingannare dal diavolo?’ – ha detto Papa Bergoglio – Gesù ci insegna: mai dialogare col diavolo. Col diavolo non si dialoga. Cosa ha fatto Gesù col diavolo? Lo cacciava via, gli domandava il nome ma non il dialogo“.

Ci farà bene, dunque, riflettere oggi sulla nostra vita, e anche sulla nostra morte, pensando a quanto ci aspetta dopo: “la speranza che apre i cuori all’incontro con Gesù. Questo ci aspetta: l’incontro con Gesù. – ha concluso Papa Francesco – È bello, è molto bello! E Lui ci chiede di essere umili e di dire: ‘Signore’. Basterà quella parola e Lui farà il resto”.

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4 pensieri su “Dopo la morte ci aspetta l’incontro con Gesù

  1. Il concetto che ha espresso oggi il Santo padre è alla base di un buon cattolico,bisogna riflettere sul comportamento durante la vita , non perdere mai di vista la luce che Cristo ci dà tutti i giorni.
    Antonio Todarello

  2. Buongiorno Santo Padre,
    non vedo l’ora di arrivare nella vita eterna, in questa c’è solo cattiveria,invidia,accidia, voglia di prevalere e sottomettere l’altro.
    Siamo tutti peccatori, io per primo, però io ci credo che dopo la morte c’è un’altra vita migliore. Dio ci aspetta a braccia aperte, e con Lui tutti i nostri cari di questa vita, che ci hanno preceduto e che verranno, quella si che è la vera Vita. Il presepe è una testimonianza che Gesù, nasce e condivide la propria esistenza con gli umili, i poveri in tutti i sensi. Il luogo una stalla ,le persone i patorelli , gli animali l’asinello il bue e le pecorelle, ed infine i re Magi ” re buoni “, ecco prima i semplici poi per ultimo i grandi della terra ma quelli buoni. Non c’è bisogno di andare alla messa per forza, per fare pettegolezzo o sfoggio di un capo d’abbigliamento, bisogna portare Gesù nel propio cuore.
    Sia lodato Gesù Cristo !
    Gabriele

  3. PREPARARSI A QUESTO INCONTRO, PREGANDO, STUDIANDO IL VANGELO PER CAPIRE COME “CAMMINARE” , FARE QUANTO PUO’ PIACERE A DIO, COME FACCIAMO QUANTO PUO’ PIACERE AI NOSTRI FAMILIARI PERCHE’ LI AMIAMO.—-ALLORA LA MORTE LA VEDREMO COME UN PASSAGGIO E QUELL’INCONTRO CI FARA’ MENO PAURA, POTREMO DIRE; PERDONA LA MIA MISERABILITA’, GUARDA QUEL POCO CHE HO FATTO.—–IL SUO AMORE MISERICORDIOSO GUARDERA’ “QUEL POCO”.—-

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