Riflessioni di Papa Francesco

La Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa

Nell’mercoledì 13 Novembre 2013, Papa Francesco ha affrontato un nuovo passo del Credo, all’insegna di quella catechesi personale che il Pontefice sta sviluppando e che è ormai consuetudine di tutti i mercoledì.

La riflessione di oggi si è focalizzata sul Sacramento del Battesimo che, spiega il Pontefice, sancisce la nascita del fedele alla Chiesa. Il Battesimo è un poco come l’atto di nascita del cristiano e così come tutti ci ricordiamo del nostro compleanno, del momento in cui siamo venuti alla vita, allo stesso modo dovremmo ricordarci e festeggiare il momento in cui siamo entrati nella vera vita, nella comunità cristiana: tutti dovremmo ricordare e festeggiare il giorno del nostro Battesimo.

Il Battesimo non solo sancisce l’entrata nella Chiesa, ma è il momento in cui la misericordia di Dio interviene nella nostra vita cancellando i peccati, quelli originali e quelli personali, facendoci già partecipi di quella che sarà la vita piena dopo il passaggio della morte. Nel battesimo vi è dunque un potente intervento salvifico di Dio che interviene nelle nostre vite ma ciò nonostante non toglie alla nostra natura umana il suo lato debole, siamo e rimaniamo peccatori, né ci toglie la responsabilità di riconoscere i nostri peccati e chiedere perdono.

In questo senso il giorno del nostro Battesimo è il punto di partenza di un cammino bellissimo, un cammino verso Dio che dura tutta la vita, un cammino di conversione che è continuamente sostenuto dal Sacramento della Penitenza” dice Papa Francesco.

La Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa“; il Sacramento della Penitenza è il momento in cui rinnoviamo il nostro Battesimo, è come un secondo Battesimo che nuovamente ci purifica di quei peccati che abbiamo riconosciuto e per i quali abbiamo chiesto perdono a Dio.

E’ dunque importante per il cristiano vivere con pienezza la Confessione come un momento di festa, come il momento in cui nuovamente rendiamo bianca la veste che ci è stata consegnata il giorno del Battesimo, il momento in cui rendiamo più luminosa quella luce che si è accesa dentro di noi nel giorno del Battesimo, che è la luce che viene da Cristo.

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17 pensieri su “La Confessione non è una seduta in una sala di tortura, ma è una festa

  1. Caro Papa Francesco, è bello sentirLa parlare a riguardo della Confessione che rappresenta un momento molto importante e significativo per il riavvicinamento a Gesù che è sempre presente e pronto aperdonarci. Posso dire che mi è capitato più di qualche volta di non trovare disponibilità nell’ascolto. Per fortuna che ci sono anche dei sacerdoti che sono più disponibile e credo che aumenteranno grazie al Suo operato.

  2. Mi spiace ma devo andare controcorrente Quando ero bambino e parlo degli anni fine cinquanta primi sessanta la Confessione era veramente un momento molto temuto. Venivi sottoposto ad unvero e proprio interrogatorio che culminava con ammonimenti e minacce di fuoco eterno dell’inferno tanto che ancora oggi mi trascino il convincimento di non essere mai degno di accostarmi all’Eucarestia e molte volte mi capita di confessarmi ma quando arriva il momento della Comunione me ne sto fermo al mio posto tormentato da mille dubbi.

    1. Anch’io ho vissuto quello che tu dici, in quegli anni, i preti, soprattutto quelli di campagna, tipo Don Camillo, penso, in buana fede, ci insegnavano più ad aver paura del castigo Divino che ad amare Dio, forse per tenere un po’ a bada la nostra irruenza e le nostre birichinate … ma penso … in assoluta buona fede !!! i nostri genitori poi, a casa , rincaravano la dose.. ma ora , siamo un po’ ” stagionati ” e sicuramente più consapevoli, quindi ci possiamo accostare alla Santa Eucarestia, senza timori… e poi abbiamo la fortuna di avere Papa Francesco, che ogni giorno ci illumina la strada … un abbraccio..

  3. Solitamente preferisco la meditazione al commento, ma le riflessioni di oggi mi spingono a esternare ciò che penso, incoraggiata anche da qualche altra esposizione in merito all’argomento sviluppato da Papa Francesco nell’udienza di ieri. Ormai da diversi anni vivo un dualismo interiore generato dalla mia condizione di persona divorziata, situazione che è peggiorata in questo periodo, precisamente da maggio da quando mi sono risposata e sono stata invitata, da un sacerdote, a non accostarmi alla Santissima Eucaristia. Partecipo comunque quotidianamente alla Santa Messa, ma non la vivo con lo stesso raccoglimento di prima, mi sento emarginata, esclusa dal resto. Non mi confesso più e sinceramente ho paura a farlo, non voglio ricevere ulteriori delusioni, ed è vero che alcuni sacerdoti, fanno vivere male il Sacramento della Penitenza. In passato ho sempre vissuto la confessione come atto di liberazione, oggi non lo è più perché parte di quello che mi viene detto è in contraddizione a quanto viene enunciato nelle omelie, così come sono diverse le interpretazioni, da un prelato ad un altro, non c’è unità né si può ricevere il sacramento a intermittenza. Ed è qui che si insinua la confusione, l’angoscia. E’ vero, la Legge va accettata e non discussa e ho deciso di farlo, perché non c’è “grazia senza penitenza”; ma in questo percorso di tormento sei lasciata sola, nessuno che ti prende per mano e ti accompagna. Il dovere di un “araldo del vangelo” non è solo quello di dire ciò che devi o non devi fare, ma prendersi cura delle singole pecore del gregge che conduce. Meno che questo brancolante cammino viene rischiarato dalle parole del Santo Padre, le sue riflessioni sono veramente confortanti, ho avuto la fortuna di vederlo da vicino, di ascoltarlo dal vivo. Emana una indescrivibile positività, al punto che ho tentato di sfiorarlo per ricevere un po’ di energia e rinvigorire la mia flebile spiritualità.
    Che Dio ti benedica Papa Francesco

  4. Caro Papa Francesco è inutile che scrivo se c’è sempre che si diverte a dire che ho già scritto mi dice errore è mi cancella ogni mio scritto . Vediamo se mi cancellano anche questo!

  5. Caro Papa francesco condivido ogni sua parola. Posso far passare una o due settimane che sento il bisogno di confessarmi. Nella confessione anche le più grandi pene, diventano più piccole, mi piace parlare con chi mi confessa , dire tutto persino i miei più profondi pensieri e sentirmi in pace con me stessa e con gli altri. Questa per me è veramente un atto dovuto al nostro maestro Cristo Gesù ed avvicinami alla eucarestia con animo leggero per essere meno indegna, di un simile dono. Un abbraccio con tantissimo affetto Nella.

    1. Buon Giorno, Nella.
      Sei una persona fortunata e benedetta .SEI RIUSCITA A PARLARE CON PAPA FRANCESCO, IL NOSTRO GRANDE PAPA.
      Puoi fare una piccola preghiera per me ?
      Ti ringrazio,
      Giuseppina

      1. Cara Giuseppina non ho parlato con Papa Francesco anche se per me sarebbe un sogno, è la cosa che desidero più al mondo parlare con Papa Francesco: a troppi impegni e molto gravosi per poter parlare con me. Aspettavo da tempo un papa cosi il mio primo desiderio si è realizzato, spero di cuore di realizzare anche il secondo quello di parlare con il nostro pastore Papa francesco Le mie preghiere non ti mancheranno . Cari saluti Nella

  6. Io, quando sabato scorso mi sono confessata (dopo tanto, tantissimo tempo…..) ho trovato ad aspettarmi un sacerdote anziano, Don Leonardo, che mi disse di essere…in pensione data la sua età. Ebbene, io mi sono sentita tanto felice per avere al mio cospetto una persona matura, ricca di esperienza…e sentivo in lui una familiarità, come se fossi vicino ad uno dei miei famigliari! E’ stata una bellissima esperienza che non dimenticherò mai, anzi, spero proprio di rivederlo sabato prossimo, per la mia prossima confessione. Bravo Papa Francesco, hai proprio detto la cosa giusta, perché Tu sai proprio leggere nel pensiero delle persone! Buona giornata, e che Dio Ti PROTEGGA e Ti BENEDICA SEMPRE,

  7. Sento l’obbligo di ringraziare Papa Francesco per la sua straordinaria chiarezza e vicinanza a tutti nessuno escluso.
    Molto bello è il paragone della confessione alla veste bianca del Battesimo che deve necessariamente essere candeggiata e rinnovata nel colore per rendere più luminosa la luce di Cristo dentro noi perchè possa illuminare non solo il nostro cammino ma i nostri fratelli.
    Grazie, Santità!

  8. È vero, ma a volte sono proprio i sacerdoti a far vivere questo momento come un incubo… Io ho sofferto molto per la situazione che ho vissuto, e nn sono riuscita mai a mantenere un rapporto stabile con un Padre Spirituale … Sempre troppo impegnati e stressati! Che tristezza…..

    1. Carissima Daniele,
      desidero tanto confortarti ma ti chiedo di non disperare perchè il Signore legge il tuo cuore.
      Difficile è trovare un bravo confessore, Papa Francesco penso che conosca il problema. Vedrai che presto il Signore soddisferà la tua preghiera.
      L’augurio di Pace e bene!

  9. mi piace “la confessione momento di festa in cui rendiamo bianca la veste”è come se rinnovassimo il battesimo ,questa volta però in modo consapevole ,poichè siamo adulti.

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