Riflessioni di Papa Francesco

Nella chiesa chi fa fatica non si trova emarginato

Gli ultimi, gli emarginati, membri privilegiati del Popolo di Dio sono stati al centro della riflessione di Papa Francesco, all’ora dell’ di oggi, tenutosi al termine della .

La parola Sinodo, ha espresso il Pontefice durante l’Angelus, “significa “camminare insieme”. E quella che abbiamo vissuto è stata l’esperienza della Chiesa in cammino, in cammino specialmente con le famiglie del Popolo santo di Dio sparso in tutto il mondo“.

Non dobbiamo dimenticare come “il primo a voler camminare insieme con noi, a voler fare “sinodo” con noi, è proprio Lui, il nostro Padre. Il suo “sogno”, da sempre e per sempre, è quello di formare un popolo – ha precisato il Vescovo di Roma – di radunarlo, di guidarlo verso la terra della libertà e della pace. E questo popolo è fatto di famiglie: ci sono «la donna incinta e la partoriente»; è un popolo che mentre cammina manda avanti la vita, con la benedizione di Dio“.

Tuttavia, anche in questa occasione il Vescovo di Roma, ha ricordato come il Popolo di Dio non sia fatto solo di giusti, ma soprattutto di peccatori, di svantaggiati, di poveri ai quali si rivolge in modo particolare lo sguardo misericordioso di Dio. Il Popolo di Dio è un popolo che non esclude nessuno, è una “famiglia di famiglie, in cui chi fa fatica non si trova emarginato, lasciato indietro, ma riesce a stare al passo con gli altri, perché questo popolo cammina sul passo degli ultimi – ha spiegato Bergoglio – come si fa nelle famiglie, e come ci insegna il Signore, che si è fatto povero con i poveri, piccolo con i piccoli, ultimo con gli ultimi“.

Non si deve neppure confondere questa scelta di Dio di farsi ultimo come una esclusione dei ricchi: farsi povero e ultimo è “l’unico modo per salvare tutti – ha concluso il Papa – Vi confesso che questa profezia del popolo in cammino l’ho confrontata anche con le immagini dei profughi in marcia sulle strade dell’Europa, una realtà drammatica dei nostri giorni. Anche a loro Dio dice: «Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni». Anche queste famiglie più sofferenti, sradicate dalle loro terre, sono state presenti con noi nel Sinodo, nella nostra preghiera e nei nostri lavori, attraverso la voce di alcuni loro Pastori presenti in Assemblea. Queste persone in cerca di dignità, queste famiglie in cerca di pace rimangono ancora con noi, la Chiesa non le abbandona, perché fanno parte del popolo che Dio vuole liberare dalla schiavitù e guidare alla libertà“.

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6 pensieri su “Nella chiesa chi fa fatica non si trova emarginato

  1. Gesù cacciò fuori dal Tempio i farisei, commediografi della Sua Parola a vantaggio personale, Né si curò di parate di facciata o di numero indiscriminato di “rappresentanza” e di “apostolato”. Scelse apostoli POVERI, umili e fedeli alla Sua VERA parola. Il Suo apostolato doveva crescere in osservanza dei dogmi di Dio, senza spettacolarità e assolutamente in disdegno d’ogni ricchezza terrena o vistoso e dispendioso addobbo personale o opportunismi di “crescita” meramente numerica e non di sostanza. Egli soccoreva fattivamente gli oppressi, ai quali si avvicinava spontaneamente, senza durezza di udito o forzata cecità alle loro sventure, e non raccoglieva ricchezze o sodalizi di potenti terreni, ma fede, fede, fede autentica, attraverso il Suo esempio fino al calvario e crocifissione.
    Altro che boria e sordo-cieca arroganza!

  2. “……..e come ci insegna il Signore, che si è fatto povero con i poveri, piccolo con i piccoli, ultimo con gli ultimi“.
    AMEN.
    Il Tuo messaggio arrivi al sordomuto, senza scivolare nel pantano, pur nella sgomenta conoscenza di tutti.

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