Riflessioni di Papa Francesco

Non dobbiamo essere cristiani di sacrestia, chiusi nelle chiese

Nell’e, Papa Francesco ha continuato nella propria catechesi sul Credo Cattolico. Dopo aver illustrato nelle settimane passate il significato dell’essere della Chiesa, Una, Santa, Cattolica questo mercoledì si è soffermato sul termine Apostolica.

Spiega il Pontefice che il fatto che la Chiesa sia apostolica origina dal legame costitutivo che vi è tra la Chiesa e gli Apostoli, coloro che furono inviati dal Signore a pregare e portare a tutti i popoli la Sua novella. Apostolo in greco significa infatti “inviato” ma, sottolinea il Vescovo di Roma, il mandato che Gesù ha affidati agli apostoli, i cui discendenti oggi sono i Vescovi, non è solo l’apostolato, non è solo l’annunciare il Vangelo ma prima di tutto è il pregare.

La Chiesa dunque è “fondata sulla predicazione – dice Papa Francesco – e la preghiera degli Apostoli” come una pianta essa è cresciuta nei secoli ma mantiene ben salde le sue radici nel corpo di Cristo ed è sorretta dagli Apostoli i quali hanno conosciuto Gesù, ascoltato la sua Parola, pregato e trasmesso quanto ricevuto.

Questa attività di custodia e trasmissione compiuta dai primi apostoli è del resto quello che caratterizza la Chiesa ed è proprio il significato che il Catechismo della Chiesa Cattolica attribuisce al termine apostolica: “custodisce e trasmette, con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in essa – recita il Pontefice dal Catechismo – l’insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli”. E per spiegare questo concetto con un esempio, Papa Francesco, ci invita a pensare a un fiume. La Chiesa Cattolica è come un fiume che cresce nel corso della storia, le cui acque irrigano e donano vita ma che ha una sola sorgente: Gesù Cristo.

E proprio l’esempio del fiume è quello che ci porta all’ultimo elemento dell’essere apostolica della Chiesa Cattolica. L’acqua del fiume tocca tutte le sue rive, nessuna esclusa, allo stesso modo la Chiesa Cattolica è “inviata a portare il Vangelo a tutto il mondo”. E’ questa la missionarietà della Chiesa, l’andare verso gli altri, l’uscire da se stessi per andare verso l’altro. Ma precisa il Pontefice non deve essere una missionarietà a parole, ma una testimonianza reale portata avanti con l’esempio di vita cristiana di ogni suo fedele. Per questo chiede “siamo cristiani chiusi nel nostro cuore e nelle nostre chiese, cristiani di sacrestia? Cristiani solo a parole, ma che vivono come pagani?”

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8 pensieri su “Non dobbiamo essere cristiani di sacrestia, chiusi nelle chiese

  1. HO LETTO IN SITO EBRAICO DI AMICI CHE IN ANTICHITA’ CI SONO STATE COMPLICANZE NEL RAPPORTO FRA EBREI E SAMARITANI. NELLA SANTA BIBBIA CRISTIANA RAMMENTIAMO SEMPRE ESSENZIALMENTE LA STORIA DEL – BUON – SAMARITANO , PRONTO A SOCCORRERE CHI HA BISOGNO DI AIUTO. MA DEGLI ALTRI SAMARITANI OVVIAMENTE…NON E’ SCRITTO MOLTO. MI CHIEDO SE I PROBLEMI ANTICHI RIESCANO A SCIUPARE I RAPPORTI RELIGIOSI MODERNI: E’ ASSURDO. IO , QUANDO FACEVO LA QUARTA ELEMENTARE AD ESEMPIO, NONOSTANTE AVESSI TUTTI VOTI ALTISSIMI A TUTTE LE MATERIE ANCHE SE STUDIAVO POCO, ANCHE GLI ALTRI ANNI MI TROVAI AD UN FATTO RELIGIOSO E STUDIOSO STRANISSIMO: QUANDO LA MAESTRA CI DETTO’ APPUNTI SULLE CROCIATE ONTRO GLI ISLAMICI DESCRITTI CON LA PAROLA MUSULMANI E LA LORO STORIA CONTRO I CRISTIANI O GLI EBREI, IO NON RIUSCIVO PIU’ A MEMORIZARE UNA SOLA PAROLA. EPPURE AVEVO STUDIATO ALTRI FATTI STORICI TRISTISSIMI E SCONVOLGENTI E DI ALTRI PURTROPPO SEPPI DA ADULTI SCELLERATI…, EPPURE NON POTEVO MEMORIZZARE UNA SOLA PAROLA SU QUELLE GUER
    RE DEFINITE SANTE MA CHE SANTE NON ERANO PERCHE’ I MALVAGI CONTRO DIO NON ERANO DI CERTO GLI ALTRI RELIGIOSI DI RELIGIONE DIFFERENTE CHE CREDANO AI NOSTRI STESSI 10/11 COMANDAMENTI !!, HO PROVATO E RIPROVATO A MEMORIZZARE, ANCHE ON L’AIUTO DELLA MAMMA. MI TOCCO’ A DIRE ALLA MAESTRA: NON SO PERCHE’ MA NON RIESCO A MEMORIZZARLI. ADESSO CAPISCO FORSE PERCHE’ …, PREGHIAMO PERCHE’ SIA L’AMORE DI DIO A VINCERE SU OGNI PREPOTENZA O RANCORE CHE NON CI DOVREBBE ESSERE.

  2. Chi fa vita sedentaria diventa obeso. Di cristiani sedentari, salottiferi, frequentatori di cenacoli e processioni ne abbiamo visto troppi. E’ tempo di dieta…ferrea. “Vi dò un comandamento nuovo…” A me sembra che i comandamenti da dieci si siano ridotti a tre:
    1) Io sono il Signore dio tuo, non avrai altro dio all’infuori di me;
    2) Amatevi come io vi ho amati (chi ama come ha amato Gesù e cioè “fino alla fine”, non può rubare, non può uccidere, non può invidiare…)
    3) andate e annunziate la mia parola a tutte le creature, fino ai confini della terra.
    C’è qualcuno che sta ancora seduto?

    1. HAI RAGIONE APPIENO!!! ANCH’IO ESORTO A DARSI DA FARE. I COMANDAMENTI NON SONO SOLO TRE E QUINDI NO ALL’EGOISMO E ALLA CHIUSURA. NO ALLA- IMPRODUTTIVITA’ -RELIGIOSA !!!

  3. UN PENSIERO: IN QUESTO PERIODO IL VOLONTARIATO SI STA ORGANIZZANDO PER VENIRE DA MIO FIGLIO MICHELE.
    CI SONO TANTI ALTRI MALATI CON DIVERSE PATOLOGIA CHE CON LA FAMIGLIA VIVONO IN SOLITUDINE. PERCHE’ ANCHE GLI”APOSTOLI DELLA CHIESA” NON FANNO UN PO’ DI VOLONTARIATO E PORTANO IL VANGELO NELLA LORO CASA….

  4. Ciao Francesco, scusa la confidenza, vorrei soltanto esprimere un razie per darmi una ragione per tirare avanti anche se finanziaramente non arrivo mai a fine mese ma penso che c’è gente che sta peggio di me ovvero senza un lavoro. Tu hai regalato una stilo al leader dei Palestinesi, potresti regalarmi un abiro per scrivere le mie ultime volontà ?
    Ciao da Salavatore

  5. La compartecipazione è la più bella cosa, chiusi nelle chiese, uniti come una famiglia per poi uscire all’aperto e guardarsi attorno…..comunicare con gli altri, anche, soprattutto, coloro che in Chiesa non vanno, coloro che soffrono, farsi un giro negli ospedali, negli ospizi, perché di luoghi tristi dove la sofferenza è regnante, sono davvero tanti…..altro che pastarelle domenicali!

  6. Papa Francesco è un grande comunicatore ed ha basato la sua azione nella Pastorale, ossia nella predicazione diretta ai cristiani. Tuttavia tutti i papi, tranne in parte Paolo VI, non erano esegeti, ossia non tenevano conto che il Nuovo Testamento è stato modificato rispetto alla sua prima stesura. Non solo i vangeli sia canonici che apocrifi furono scritti in anni diversi fra loro; ma anche i testi furono modificati dalla loro prima stesura. Il primo vangelo fu scritto da San Matteo nel 41 d.C. Ma esso comprendeva solo i “detti di Gesù”; assomigliava al Vangelo apocrifo gnostico di Tommaso, e non riportava assolutamente la vita di Gesù. Questa fu aggiunta in un secondo tempo, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C., probabilmente negli anni ’80,e ’90 del I° secolo. Ma fu solo con l’intervento di Sant’Ignazio di Antiochia prima del 106/107 d.C., anno della sua morte a Roma sbranato dalle belve, che aggiunse la parte di Vangelo relativa al concepimento miracoloso di Gesù nel grembo materno di Maria, senza l’apporto sessuale di San Giuseppe. In precedenza, San Luca aveva riportato il miracolo del concepimento di Gesù, ma non senza apporto sessuale di San Giuseppe, in quanto San Luca nel vangelo scritto nel 48 d.C., aveva riportato il miracolo del concepimento come fatto miracoloso attuato dal Padre Eterno, come Santa Elisabetta, da anziana era riuscita a concepire San Giovanni Battista, così Maria, troppo giovane aveva ricevuto il dono della fertilità. Non era prevista l’assenza del marito. Fu solo dopo la stesura del Vangelo di Matteo che anche il miracolo del concepimento di Gesù di Luca fu interpretato dai Padri della Chiesa come miracolo senza apporto sessuale da parte di San Giuseppe. Inoltre c’è da puntualizzare che lo Spirito Santo in realtà in ebraico si dovrebbe chiamare la Spirita Santa; ma nè in greco, nè in latino, nè in italiano, esiste il termine di Spirito Santo in forma femminile, tuttavia Gesù pregava in aramaico o in ebraico e quindi pensava alla Spirita Santa, e non allo Spirito Santo. Per quanto riguarda invece la resurrezione di Cristo, c’è da dire che nè il primitivo vangelo di Matteo scritto nel 41 d.C. riportava tali racconti di apparizioni, nè il Vangelo di Marco scritto a Roma nel 43 d.C., riportava alcuna apparizione di Gesù dopo la morte. Fu solo in seguito San Luca che le riportò nel 48 d.C. nel suo vangelo. Il Vangelo di Giovanni non riportava le apparizioni, che furono aggiunte dopo la morte di San Giovanni Evangelista nel 98 d.C.. soprattutto da Sant’Ignazio di Antiochia, prima del 107 d.C.
    nicolaantonio.deliso@beniculturali.it – cell. 3450041888

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