Papa Francesco continua a rimanere vicino alle vittime del terremoto sia con la preghiera che con le opere: è notizia di oggi, infatti, che il Vescovo di Roma ha inviato alcuni gendarmi vaticani ad aiutare i soccorritori, gendarmi che si sono così uniti ai membri dei vigili del fuoco vaticani già presenti sul posto fin dal mattino successivo la tragedia.
Inoltre nella giornata di ieri, il Santo Padre, si è riunito in Casa Santa Marta con le suore di clausura del monastero delle clarisse urbaniste di Santa Maria di Vallegloria, accompagnate dal vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi. L’incontro, integralmente dedicato alla preghiera, è stato particolarmente significativo, visto che nel 1997 proprio il monastero che ospita le religiose, che si trova a Spello (Perugia), subì ingrenti danni a causa del passato terremoto del 1997 che colpì le regioni Umbria e Marche.
I danni del monastero furono così rilevanti che per i successivi 15 anni le religiose hanno dovuto spostarsi in un’altra struttura, potendo infine far ritorno nel loro monastero solamente nel 2011.
Oltre al momento comune di preghiera, il Santo Padre ha celebrato anche la Santa Messa e, nella propria riflessione sul Vangelo del giorno, ha sottolineato alle suore di clausura “il significato della vera ricchezza, la forza della testimonianza coerente di vita e la speranza“.
È proprio nella preghiera, “punto fermo della vita contemplativa di clausura“, che queste tre parole trovano la propria radice, ha spiegato il Pontefice. Al contempo Papa Francesco ha affidato loro la missione di continuare a pregare per tutti coloro che stanno soffrendo in seguito al sisma.
Per mezzo della preghiera, infatti, tutti noi possiamo manifestare la vicinanza personale e della Chiesa ai terremotati in Italia, come ha anche ribadito anche oggi Papa Francesco pubblicando un nuovo un messaggio su Twitter, il cui testo recita: “consolando quanti soffrono, saremo in grado di costruire un mondo migliore”.
AMEN!