Riflessioni di Papa Francesco

Pensiamo al dramma dei migranti e rifugiati rifiutati e sfruttati

Nell’ Papa Francesco ha voluto porre l’accento sulla condizione di migranti della famiglia di Gesù, ricordando come Gesù stesso, San Giuseppe e la Madonna furono costretti a fuggire in Egitto per salvare il figlio dalle persecuzioni di Erode, esattamente come “milioni di famiglie oggi sperimentano la condizione drammatica dei profughi. Anche Gesù e la sua famiglia hanno sperimentato questa difficoltà“.

Questo parallelismo tra la Santa Famiglia di Nazaret e i migranti non è casuale, è stata una precisa scelta del Signore quella di nascere in una famiglia di migranti. “Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà – ha infatti precisato Papa Francesco – perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio“.

Questo “ci mostra che Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono” ha quindi aggiunto il Pontefice “perciò mentre fissiamo lo sguardo sulla Santa Famiglia di Nazaret nel momento in cui è costretta a farsi profuga – ha spiegato Papa Francesco ai fedeli presenti in piazza San Pietro – pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento“.

Ma Dio è anche là dove l’uomo sogna – ha quindi continuato il Vescovo di Roma – spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari“. Dobbiamo dunque comprendere le “legittime” aspettative dei immigrati anche quando queste “si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili“.

In terre lontane, anche quando trovano lavoro, non sempre – ha aggiunto quindi Bergoglio – gli immigranti e i profughi incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori“.

Dobbiamo dunque fare una profonda riflessione sul “dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta delle persone e del lavoro schiavo” poiché Gesù è con loro, anzi si è fatto proprio uno di loro, “ma pensiamo anche agli ‘esiliati’ che possono esserci all’interno delle famiglie stesse” ha quindi concluso il Pontefice “gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti“.

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4 pensieri su “Pensiamo al dramma dei migranti e rifugiati rifiutati e sfruttati

  1. Ogni giorno accendendo la televisione, ascoltiamo anche tante brutte notizie, quella che più mi ha colpito e fatto riflettere è stato vedere in un centro di accoglienza per emigranti alle porte di Roma vicino a Latina, degli esseri umani dentro a un recinto chiuso con sbarre di ferro altissime.
    Esseri umani e non animali da macello, nessuno e dico nessuno sinora si è interessato a loro.
    Un uomo all’interno del recinto ha preso la parola e con tanta emozione chiedeva per tutti di essere liberi, di avere pari dignità umana e un lavoro.
    Finora hanno conosciuto soltanto sofferenza e lacrime.
    Caro Papa Francesco Lei che ha il dono dato da Dio faccia questo miracolo, dia a questa povera gente la LIBERTA’.

  2. Gesò rappresenta la vita, come Gesù anche noi italiani abbiamo il nostro Erode, per esempio il governo che ci perseguita con le tasse, abbiamo equitalia che perseguita le aziende in difficoltà e costringono a chiudere le attività e quindi l’Italia e la sua cultura stanno morendo. Gesù è stato un profugo, ma nessuno lo ha adottato come facciamo noi quando arrivano i clandestini a bordo dei barconi, ci chiedete di farci carico di loro vita natural durante, di assegnare pensioni, eccc. ecc., non mi risulta che a Gesù sia stato fatto niente del genere, poi anche san Martino e il buon samaritano hanno provveduto a fare la carità, ma mica ad adottarle mezzo mondo per tutto il resto della vita.

  3. Ke il signore ci conceda pace e amore e tanta liberazione nei nostri cuori, nelle menti , e nell’anima. Ke la supplica alla famiglia di nazeret, sia stata ascolta x intercessione del nostro papa bergoglio. E ke il 20 14 sia fonte di liberazione e innovazione. Nelle nostre vite.

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