Riflessioni di Papa Francesco

Quando non si può parlare di religione vi è un divieto di adorazione

Papa Francesco nella riflessione mattutina odierna in Santa Marta ci parla del “Divieto di Adorazione” che è fenomeno sempre più diffuso nella società moderna: a casa tua puoi adorare chi vuoi, ma in pubblico è vietato adorare Dio.

Il Vescovo di Roma commenta il fatto che pubblicamente “non si può parlare di religione” e la giustificazione di questo è che la religione stessa “è una cosa privata, no?” Al che il Pontefice, riferendosi alla prima lettura (Dn 6, 12-28) la quale racconta di Daniele che venne gettato dentro la fossa dei leoni per l’aver adorato Dio al posto che il re, fa notare la somiglianza con quanto avviene nella società attuale dove “si possono fare tante cose, cose belle, ma non adorare Dio.” I poteri mondani, consigliati dallo spirito di questo mondo, hanno posto in essere un vero e proprio “divieto di adorazione“.

Questo è il centro della fine, commenta quindi il Vescovo di Roma, e quando questo giungerà alla pienezza sarà lì che giungerà Cristo, il Salvatore. “I cristiani che soffrono tempi di persecuzione, tempi di divieto di adorazione” ha quindi affermato il Pontefice “sono una profezia di quello che ci accadrà a tutti“.

Noi come cristiani dobbiamo rimanere vigili, come ci ha ricordato durante l’Udienza Generale e dobbiamo perseverare nella pratica della carità cristiana che è la misericordia, come Gesù stesso ci ha detto.

Non abbiamo paura, soltanto Lui ci chiede fedeltà e pazienza” sono queste le parole con cui il Pontefice chiude dunque la sua riflessione mattutina. Dimostriamo a Dio “fedeltà come Daniele, che è stato fedele al suo Dio e ha adorato Dio fino alla fine” e allo stesso tempo dimostriamo a Dio “pazienza, perché i capelli della nostra testa non cadranno. Così ha promesso il Signore.

Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà” senza fare come vorrebbe lo spirito di questo mondo.

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4 pensieri su “Quando non si può parlare di religione vi è un divieto di adorazione

  1. Succedeva anche a me, appena parlavo di cattolicesimo in pubblico ricevevo degli sguardi luceferini, mi succedeva anche se indossavo una maglietta cristiana, ma non tutti i mali sono venuti per nuocere, anche perché secondo me mi vogliono bene tutti e sono considerato una persona molto attendibile. Sono stati tanti coloro che mi hanno fatto delle domande retoriche sul cattolcesimo che nella mente degli intellettuali resistevano dall’800. È probabile che pensavano che non sarei stato in grado di rispondere, ma ho avuto il coraggio di smontare i loro teoremi uno ad uno, fino a quando – ci hanno ragionanato meglio – e hanno riconosciuto che avevo ragione. Gli guardi brutali li ho ricevuti fino a qualche mese fa, ma adesso i miei paesani (ma non tutti) si sono adattati e mi capiscono meglio quando parlo. Dipende molto dalla conoscenza diretta. Se mi conoscono direttamente mi trattano bene e mi ammirano, ma se mi conoscono di seconda mano mi inceneriscono con uno sguardo.

  2. Santità grazie per avermi fatto riscoprire nostro Signore nella mia vita . Io ero lontana anni luce da Lui, e nell’anno della fede con la sua venuta come pontefice della chiesa cattolica ho ricevuto la sua chiamata. Oggi mi trovo ad alzarmi presto la mattina per correre da lui ogni giorno e puntualmente alle 6 mi ritrovo a recitare il Santo Rosario con tv 2000 con la madonnina di Lourdes. Soffro perché non posso ricevere nostro Signore sacramentalmente ma soltanto spiritualmente, ma io non demordo lo assillerò all’infinito finche lui mi perdonerà e forse potrò riceverlo sacramentalmente. grazie Santità pregate per noi che siamo tanti in questo stato.

  3. Carissimo.Santo Padre Papa Francesco ho provato dolore nel leggere la catechesi di oggi un dolore che ho avvertito nelle sue parole prche’ fa Lei vissuto nei confronti di tutti i fratelli e sorelle nella fede che soffrono a causa di persecuzioni.Purtroppo come ai tempi di Daniele di San Paolo e Pietro i
    martiri ci sono di esempio oggi non dovrebbero piu’esistere queste discriminazioni specialmente dopo il sacrificio di Gesu’ morto per la salvezza di
    tutti invece anche in Italia culla della.cristianita’
    si e’tolto il crocifisso.Accettiamo e rispettiamo le altre religioni ma il crocifisso no.Non va bene!Questo e’un segno dei tempi che riflette la
    mancanza non solo di rispetto ma di tolleranza.
    I cristiani potrebbero morire tutti ma il cristianesimo rifiorira’sempre perche’ e’fondato sulla roccia non sulla sabbia.Come ha ben detto.Lei
    Santo Padre dobbiamo pregare perche’ la coscienza di ognuno si purifichi alla luce della verita’ che e’ Gesu’una verita’che non muore perche’ trascende dal Padre al Figlio per sempre.Grazie.Santo Padre e si riguardi che fa freddo!!!

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