Riflessioni di Papa Francesco

Serve una Chiesa che torni a portare calore, ad accendere il cuore.

Non bisogna cedere al disincanto, allo scoraggiamento, alle lamentele.” Tante persone oggi subiscono il medesimo senso di smarrimento, di sconfitta che provarono i discepoli di Emmaus al vedere il Figlio di Dio morto. Essi avevano creduto in Lui ed Egli era morto. Aveva fallito ai loro occhi e per questo scappavano da Gerusalemme.

Allo stesso modo oggi molte persone scappano dalla nuova Gerusalemme, dalla Chiesa, ritenendo che questa ormai sia superata e si lasciano illudere da altre proposte che ritengono più significative e importanti. “Forse la Chiesa è apparsa troppo debole, forse troppo lontana dai loro bisogni,” dice Papa Francesco e poi continua “forse troppo povera per rispondere alle loro inquietudini, forse troppo autoreferenziale, forse troppo fredda nei loro confronti, forse prigioniera dei propri rigidi linguaggi,” o ancora riflette il Pontefice “forse il mondo sembra aver reso la Chiesa un relitto del passato, insufficiente per le nuove domande” 

Tuttavia la Chiesa deve prendere esempio proprio dai discepoli di Emmaus ai quali Gesù si manifestò individualmente, direttamente dove loro erano, uno ad uno. Quella che vuole edificare Papa Francesco é una Chiesa che non ha paura di entrare nel buio in cui brancolano questi fedeli che si sono allontanati dalla Chiesa stessa. E’ una Chiesa in grado di incontrare ciascun fedele nella sua strada e di parlargli direttamente, al cuore, nel modo di esprimersi di ciascuno. Questi fedeli infatti sono proprio come i discepoli di Emmaus, i quali, dopo la fuga da Gerusalemme “vagano senza meta, da soli, con il proprio disincanto, con la delusione di un Cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, incapace di generare senso.”

Serve dunque una Chiesa che sia in grado di essere una compagna di cammino per questi fedeli, che non si limiti al semplice ascolto ma vada oltre: la Chiesa deve apprendere a decifrare le ragioni dell’abbandono da parte di tanti fedeli e per questo serve coraggio. Bisogna essere intrepidi! “Gesù diede calore al cuore dei discepoli di Emmaus” dice Papa Francesco, allo stesso modo “serve una Chiesa che torni a portare calore, ad accendere il cuore. Serve una Chiesa capace ancora di ridare cittadinanza a tanti dei suoi figli che camminano come in un esodo.

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1 pensato per “Serve una Chiesa che torni a portare calore, ad accendere il cuore.

  1. Non si nasce uomini, ma si diventa tali attraverso l’educazione. Pertanto, dopo la famiglia, la Chiesa riveste un ruolo essenziale nella formazione del cittadino.
    Don Primo Mazzolari aveva intuito, fin dalla prima metà del secolo scorso, che per una concreta opera a favore dei lavoratori la sola certezza era costituita dall’amore.
    Tale esigenza con gli ultimi Pontefici si è rivelata sempre più urgente, fino al nostro Papa Francesco che sottolinea il coraggio che oggi la Chiesa dovrà manifestare per “portare calore e accendere il cuore”.
    Non ci sono alternative, per i cristiani il parlare dev’essere “sì, sì, no, no”: l’esempio del clero potrà, finalmente, dare inizio ad una nuova era di pace e di benessere.
    Domenico Caruso – S. Martino (R.C.)

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