Riflessioni di Papa Francesco

Siamo disposti ad imparare dai poveri?

Il dialogo esige la cultura dell’incontro, ha detto Papa Francesco rivolgendosi ai , durante il : “un incontro che sappia riconoscere che la diversità non solo è buona: è necessaria. L’uniformità ci annulla, ci trasforma in automi“.

Nel suo discorso il Papa ha ricordato che “un popolo che non mantenga vive le proprie preoccupazioni, un popolo che vive nell’inerzia dell’accettazione passiva, è un popolo morto“. Al contrario, ha continuato il Pontefice, vedo in voi la linfa della vita che scorre e vuole dare frutti. Di conseguenza, il Pontefice ha incoraggiato a rinnovare la speranza nel Signore, che continua ad agire in mezzo al suo popolo, per superare la situazioni di ingiustizia e di esclusione, al fine di realizzare il bene comune.

Allo stesso modo, il Vescovo di Roma ha risposto alle domande poste all’inizio dell’incontro, sulla preoccupazione di rendere la società un regno di fratellanza, giustizia, pace e dignità per tutti. “Il Paraguay ha molta popolazione giovane, ha detto il Papa, ed è una grande ricchezza. Per questo penso che la prima cosa che si debba fare è evitare che questa grande forza che ha il Paraguay, che sono i giovani, spendano la luce della speranza nei loro cuori contrastando la mentalità che considera sempre più inutile e assurdo aspirare a cose che veramente valgano la pena. A mettersi in gioco per qualcosa, a mettersi in gioco per qualcuno. Non abbiate paura di mettervi in gioco. Non abbiate paura di dare il meglio di voi stessi“.

Con riferimento al secondo quesito, il Vescovo di Roma ha sottolineato che il dialogo è un mezzo per forgiare un progetto di Nazione che includa tutti. “Effettivamente, il dialogo non è facile. Ci sono molte difficoltà da superare e, a volte sembra che ci sforziamo di rendere le cose ancora più difficili. Affinché ci possa essere il dialogo è necessaria una base fondamentale. Il dialogo presuppone e richiede la cultura dell’incontro. un incontro che sappia riconoscere che la diversità non solo è buona: è necessaria“.

Infine, Papa Francesco rispondendo alle preoccupazioni sollevate nella terza questione, ha detto che è necessario accogliere il grido dei poveri per costruire una società più inclusiva.

Una chiave per promuovere l’aspetto poveri è il modo in cui li vediamo. “Per cercare effettivamente il loro bene – ha concluso Bergoglio – la prima cosa da fare è essere preoccupati per la loro persona, valorizzarlo nella loro bontà propria. Ma una vera e propria valorizzazione richiede di essere disposti ad imparare da loro. I poveri hanno molto da insegnarci in umanità, in gentilezza, in sacrificio.”

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4 pensieri su “Siamo disposti ad imparare dai poveri?

  1. DIO TI BENEDICA SANTO PADRE FRANCESCO, i poveri possono insegnarci umanita’ gentilezza e sacrificio, e’ vero, verissimo, ma la maggior parte della societa’ pensa che gia’ sa tutto, non ha nulla da imparare anzi puo’ insegnare,tutti pronti a dirti cosa devi fare senza neanche averti ascoltato. I poveri? sono una vergogna sociale, gente che non ha saputo provvedere a se stessa!!!Riflettiamo quanto noi facciamo parte di questi benpensanti, di quanto avvaloriamo questo loro comportamento con il nostro silenzio,girare la testa dall’altra parte per fare finta di non vedere. DIO ABBIA MISERICORDIA DI NOI. Ivana Barbonetti.

  2. Santo Padre,come al solito SANTE parole,ma il dialogo e la correttezza per alcuni suoi rappresentante per loro esiste SOLO il DIO danaro e per quello loro hanno preso la vocazione,si sono fatti preti per plagiare le povere vecchiette come MIA zia marchesa zia Yolande d’Argenge Lafue 92 enne(deceduta 19 febbrai 2011) propietaria di beni per MLN di euro questi preti >FARABUTTI> Pascal Thuillier & Vescovo di Parigi Andrè da me interpellati(con prove inequivocabili),mi hanno accusato di essere un millintatore e di denunciarmi alla magistratura Francesemla la quale (NON so con quali prove)mi hanno indagato,premesso che ho preso degli avvocati ma con la loro stessa ammissione mi hanno detto che è IMPOSSIBILI andare contro questi preti(intanto mi hanni fregati 500 euro),è palese che sono loro che gestiscon TUTTA l’economia delle Curia Parigina,possibile che malgrado tutte le lettere che scrivo NESSUNO che abbia il coraggio di interpellarmi per sapere la VERITA? i miei documenti sono una prova dettagliata del mio grado di parentela dove giustifica che sono l’UNICO nipote figlio di sua sorella Paola,io NON voglio tante cose solo la VERITA’ma loro gli >SCARAGGI> che ROVINANO il buon nome della CHIESA,non accettano il colloqui,la mia storia è MOLTO MOLTO lunga ma se qualche incaricato ha la pasienza di andare su >GOOGLE Macchi Antonio puo vedere la mia vericità; concluto contando su un suo piccolo interressamento in nome della FEDE,sia lodato Gesù Cristo.

    1. Antonio, bisogna diffidare di tutto e di tutti, satana si sta’ dando un gran bel daffare, e noi umani vivendo nel peccato gli abbiamo spianato la strada. Sicuramente non e’ il tuo caso, ma per amore di giustizia faccio conoscere il mio, simile a quello di tanti. Sono rientrata a Roma dopo 27 anni vissuti in un’altra regione,fiduciosa nell’affetto dei parenti,aiuto nel disbrigo pratiche casa,residenza ecc. ecc. solo per capire come muovermi in una mia citta’ che nel contempo era cambiata in dislocazione uffici. Mi sono trovata a vivere nella condizione di extracomunitaria, loro vivono meglio perche’ sono solidali. Ora perche’ dovrei lasciare beni a queste persone? si sono interessati alla mia persona? se stavo bene ? ecco perche’ “le vecchiette” lasciano i loro beni a altri, perche’ i familiari hanno pregato che morissero per avere l’unico bene che gli interessava, I SOLDI……..Questa e’ una verita’, parliamone…..Ivana Barbonetti.

    2. Antonio,
      Incontro, dialogo…….tutto è pianificato. Non v’è peggiore sordo di chi non vuole sentire o FAR sentire.
      I poveri esistono perchè esistono i ricchi. La Chiesa non è povera.
      C’è chi si suda il proprio e se lo vede distorto e chi gode delle spettanze altrui.
      Antonio, comprendo pienamente la tua angoscia. Ma non sei il solo a subire i profitti da chi meno te l’aspetteresti.
      Un caro saluto. Teodora

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