Riflessioni di Papa Francesco

Solo imparando ad amare i nemici si blocca la violenza

Momento cruciale del viaggio apostolico in Centrafrica è stata l’apertura della Porta Santa nella Cattedrale di Bangui, cui è seguito lo scambio della pace con l’imam di Bangui e il rappresentante locale degli evangelici: due momenti fondamentali del cammino di pace, che, come ha più volte ripetuto il Pontefice durante l’intero viaggio in Africa, è frutto di un percorso comune che le religioni devono fare, nonostante le difficoltà che si presentano strada facendo.

Bangui, in Centrafrica, è stata oggi il centro del mondo: Papa Francesco seguendo la propria preferenza per le periferie del mondo ha scelto proprio una periferia, ovvero la povera e martoriata Repubblica Centrafricana per inaugurare il Giubileo della Misericordia. Quella di Bangui, infatti, è stata la prima Porta Santa aperta, prima ancora dell’ apertura ufficiale del Giubileo, e ad oggi l’unica Porta Santa aperta in tutto il mondo.

Bangui diviene la capitale la spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore”, ha detto Il Vescovo di Roma al momento dell’ apertura della Porta Santa, che ha poi attraversato dando così inizio alla

Ad un popolo lacerato dalla guerra, come quello centrafricano, e al mondo intero Francesco ha ricordato che la forza e la potenza di Dio “guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita passando all’altra riva”. L’altra riva è quella che Gesù ha mostrato agli Apostoli quando li ha chiamati nel lago di Tiberiade, è la riva del Vangelo alla quale non possiamo giungere da soli. “Gesù non ci manda soli all’altra riva, ma ci invita piuttosto a compiere la traversata insieme a Lui, rispondendo, ciascuno, a una vocazione specifica. Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui”.

E’ solo grazie a Gesù che possiamo superare i nostri limiti umani, è solo grazie a Lui che possiamo essere giungere ad amare i nemici, vocazione questa che “premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine. Gesù ha tenuto ad insistere su questo aspetto particolare della testimonianza cristiana (cfr Mt 5,46-47). – ha sottolineato il Santo Padre – Gli operatori di evangelizzazione devono dunque essere prima di tutto artigiani del perdono, specialisti della riconciliazione, esperti della misericordia. E’ così che possiamo aiutare i nostri fratelli e sorelle a “passare all’altra riva”, rivelando loro il segreto della nostra forza, della nostra speranza, della nostra gioia che hanno la loro sorgente in Dio, perché sono fondate sulla certezza che Egli sta nella barca con noi“.

A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello – ha dunque affermato il Pontefice – deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.

Il Signore è amore e i cristiani – ha concluso Francesco – “sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio” soprattutto dove regnano violenza, odio, ingiustizia e persecuzione.

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2 pensieri su “Solo imparando ad amare i nemici si blocca la violenza

  1. Caro Papa, apprezzo il richiamo alla pace , la rimozione delle armi, ma bisogna essere coerenti in tutto quello che si fa nel nome del Cristo. Già da molti anni so che la Chiesa Cattolica investe in armamenti, con azioni nella Beretta, grande azienda italiana di armi, so anche che il Vaticano ricicla denaro sporco proveniente dall’illegalità e dalla mafia….Caro papa, bisogna fare pulizia nella propria casa e dare esempio ai fedeli di COERENZA. Io l’apprezzo molto e le voglio bene perchè più di altri papi incarna lo spirito cristiano originario, lo spirito di san Francesco, che si è allontanato dai beni materiali e dal lusso che offende i poveri del mondo. La chiesa deve fornire un modello di VERITA’e di autorevolezza anche nei confronti dei governanti corrotti e i potenti del mondo con tutti i privilegi che si battono il petto nelle cerimonie ufficiali dove sono sempre in prima fila e poi operano con malvagità…..La chiesa non deve svendere il rigore morale, intrattenendosi piacevolmente e scambiando doni con tali personaggi espressione del male. Un caro saluto e un abbraccio amorevole nella condivisione dell’amore di Gesù Cristo nostro Signore.

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