Riflessioni di Papa Francesco

Testimonianza cristiana: coerenza e accoglienza

Nel pomeriggio di oggi, sabato 18 giugno 2016, Papa Francesco si è recato in , sita nei pressi di Roma, in occasione del 70esimo anniversario della fondazione della stessa. Tanti i temi toccati dal Santo Padre durante un discorso a braccio dello stesso, nato in risposta ad alcune domande che gli studenti universitari che vivono a Villa Nazareth gli hanno rivolto.

Villa Nazareth è oggi una residenza universitaria, che ospita studenti provenienti da famiglie che non disporrebbero dei mezzi per dare una istruzione ai propri figli: in questo la comunità è cambiata, rispetto all’anno di fondazione, il 1946, quando il problema era dare possibilità di accedere all’istruzione a molti giovani delle scuole elementari e medie che non potevano riceverla, sempre per scarsità di mezzi economici.

La comunità, pur ferma al proprio carisma che è quello di aiutare giovani bisognosi ad accedere all’istruzione, si è quindi evoluta, rispondendo alle mutate esigenze della società, visto che lo Stato italiano fornisce ora gratuitamente la istruzione di base, mentre, quella a livello universitario presenta ancora molte limitazioni per chi non dispone di sufficienti mezzi economici.

Il Papa, parlando ai giovani, ha indicato come la testimonianza cristiana non sia qualcosa di teorico bensì sia fatta da vera e propria pratica: la testimonianza è avere “tempo di ascoltare, di vedere” i bisogni dei propri fratelli, non facendo come quei “sacerdoti di fretta o che vanno in fretta, sempre, non hanno tempo di ascoltare, di vedere, devono fare le loro cose“.

La testimonianza è, poi, azione: è fatta di “slanci del cuore” e, chiaramente, in questi slanci vi è anche una dose di rischio. Tuttavia, ha sottolineato Bergoglio, “chi non rischia non cammina. Ma se sbaglio? Ma, benedetto il Signore! Sbaglierai di più se tu rimani fermo, ferma: quello è lo sbaglio, lo sbaglio brutto, la chiusura. Rischia. È molto triste vedere vite parcheggiate; è molto triste vedere persone che sembrano più mummie da museo che esseri viventi“.

Ancora, il Vescovo di Roma, ha invitato i giovani a non cadere nell’errore del “riduzionismo sociologico“: la testimonianza cristiana porta al martirio, sempre. Martirio che talvolta si presenta come testimonianza con la propria stessa vita, come quella resa dal martirio dei cristiani copti egiziani sgozzati sulle spiagge della Libia, altre volte è meno cruento, ma pur sempre martirio. È il caso, per esempio, del martirio silenzioso di tutti i giorni, come il martirio dell’onestà in un mondo divenuto “paradiso delle tangenti”, o “il martirio del silenzio davanti alla tentazione delle chiacchiere” o ancora “il martirio della pazienza: nell’educazione dei figli; il martirio della fedeltà all’amore”.

Il Papa ha anche messo in guardia i giovani dai falsi cristiani: “oggi dobbiamo fare tanto lavoro per distinguere i santi da quelli che si truccano per apparire come santi, eh? Tanti cristiani truccati che non sono cristiani, perché non sanno di gratuità“. La gratuità è proprio l’elemento che permette di distinguere quello che viene da Dio da quanto invece viene dalla mondanità.

La vera fede, inoltre, porta con sé anche una certa dose di dubbio, ha spiegato il Santo Padre: “un cristiano che non abbia sentito questo, alcune volte, per cui la fede non sia entrata in crisi, gli manca qualcosa: è un cristiano che si accontenta con un po’ di mondanità e così va avanti nella vita“, confessando come anche il Papa, in passato e tuttora, abbia provato da giovane e provi ancora oggi il dubbio e lo scoraggiamento nella fede.

Infine ha messo in guardia i giovani anche dall’andare alla sostanza delle cose: molte volte, per esempio “ti vengono a battezzare un bambino e ti portano uno che … “Ma lei non è sposato in chiesa? No, no, lei non può essere padrino, no. No, perché il matrimonio, sposare in chiesa è importante …”. Ma ti portano un altro che è un truffatore, uno sfruttatore di gente, un trafficante di bambini, ma è un bravo cattolico, eh?, dà elemosina alla Chiesa … “Ah, sì, tu puoi essere padrino”.” Questo è un rispetto formale della legge, ha indicato Francesco, che porta a capovolgere i valori, così come succedeva ai tempi di Gesù.

Terminando il proprio intervento ha segnalato a questi giovani che hanno tutta la loro vita davanti a sé che, al termine della stessa, saremo chiamati a rendere conto di come abbiamo impiegato i talenti di ciascuno, idoni ricevuti da Dio. A tal fine, uno dei talenti che tutti possiedono, è quello dell’accoglienza: “una Chiesa a porte chiuse significa che quella comunità cristiana ha il cuore chiuso, è rinchiusa in se stessa. E noi dobbiamo riprendere il senso dell’accoglienza”.

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2 pensieri su “Testimonianza cristiana: coerenza e accoglienza

  1. ***Che bello…sai..Te lo voglio proprio dire.La mia chiesa,quella che ho eletto,da quand’ero allieva di conservatorio( ebbene si,da musicistaccia!)e’ la Maddalena a piazza della Maddalena a Roma!! E’ il mio rifugio di sempre,durante le epoche della mia vita. E’ il mio gioiello nascosto,e’ giusto per me..Mi metto sotto alla statua della virtu’Secreta,per un motivo apparentemente casuale,ma emblematico, perche’ mi riassume caratterialmente!!..ahah..Ma quanto sono cambiata!!..pensavo stasera,adesso quando parlo,scrivo,uso il megafono…senza paure,rispetti umani,come li chiamava mia madre.Da quando ho ricordo,da piccoletta,in qualunque chiesa,io ho il mio posto. Entrando, in fondo a sinistra,sempre lo stesso ovunque.. e’ il mio strano mistero..Comunque..sto li’ tra IL FIGLIO nella cappella alla mia sinistra, e Sua MADRE,in quella alla mia destra.Quando sto a casa,e quando mi affaccio, c’e’ la pancia dell’abside di S.Clemente,e…..la campana piu’ bella del mondo..S.Maria Maggiore,mia Madre che mi suona alla porta di casa!! Insomma,ti sto dicendo che sono proprio una romana,di Roma,e che sono accerchiata da chi, di continuo mi ripete.: “fidati”. Fidati.
    DIO e’ con te*con te***********con te********************
    Gioia e grazia per te senza fine****************************
    Isabella

  2. ******SI*****’ Il Sogno di chi sa sognare,e’ quello di Gioele!*E’ in queste parole…: ti amo,ti voglio tanto! SI’,e’ la carezza a renderci,uomo e donna figli somiglianti a DIO. Questo e’ il momento della profezia di Gioele,perche’ noi, in eta’,quella che ha ricevuto in dono di saper sognare,lo viviamo per comunicarlo ai giovani,perche’ se ne rendano profeti*…Lo hai detto meglio di Gioele..
    DIO e’ con te.*******************************************
    Isabella

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