Riflessioni di Papa Francesco

Cristo abbracciando la croce ha dato un senso alle nostre sofferenze

Un unico annuncio riecheggia in questa Pasqua, dalla Basilica di San Pietro: Cristo è risorto come aveva detto, così come il Vangelo avevano annunciato: “non ci parla di angeli o di fantasmi, ma di un uomo, un uomo in carne e ossa, con un volto e un nome: Gesù.

Gesù che adesso vivrà per sempre, dopo il suo sacrificio “ ha preso su di sé la nostra debolezza, le nostre infermità, la nostra stessa morte; ha patito i nostri dolori, ha portato il peso delle nostre iniquità.

La benedizione di Papa Francesco tocca tuttiCristo risorto è speranza per quanti soffrono ancora a causa della pandemia, per i malati e per chi ha perso una persona cara.[…] Il Crocifisso Risorto è conforto per quanti hanno perso il lavoro o attraversano gravi difficoltà economiche e sono privi di adeguate tutele sociali.[…] ” ai poveri e al popolo di Haiti, all’Iraq, ai giovani, poiché “tutti abbiamo bisogno di vivere relazioni umane reali e non solamente virtuali.”

Inoltre un pensiero ai migranti “nei loro volti riconosciamo il volto sfigurato e sofferente del Signore che sale al Calvario. Non manchino loro segni concreti di solidarietà e di fraternità umana, pegno della vittoria della vita sulla morte che celebriamo in questo giorno.

Infine la speranza del Pontefice è che “il Signore, che è la nostra pace, ci aiuti a vincere la mentalità della guerra-Cristo risorto ci mostra che-dove c’era morte ora c’è vita, dove c’era lutto, ora c’è consolazione. Tra le molteplici difficoltà che stiamo attraversando, non dimentichiamo mai che noi siamo sanati dalle piaghe di Cristo. Alla luce del Risorto le nostre sofferenze sono trasfigurate, nell’abbracciare la Croce Gesù ha dato senso alle nostre sofferenze. ”

Che il suo sacrificio sia utile a tutti “preghiamo che gli effetti benefici di questa guarigione si espandano in tutto il mondo.

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2 pensieri su “Cristo abbracciando la croce ha dato un senso alle nostre sofferenze

  1. La Pasqua è la luce delle ferite: delle ferite del costato, dei dolori del dono conficcato da chiodi, del cammino percorso con le cicatrici ai piedi, con una corona di spine che copre le ansie del pensiero, le ferite di ogni ragionamento e razionalizzazioni. La Pasqua è la luce del capo coperto da spine conficcate nel nostro cervello, che bucano la parte più profonda del nostro sentire. Se il corpo del Risorto mostra ancora le ferite, vuol dire che la ferita stessa è la condizione della risurrezione: è questa la possibilità di risveglio, di ripartenza, di rinascita e di speranza.

  2. Santità Rev.ma, grazie per la bella predica scaturita nel giorno della Resurrezione di Cristo. Le Sue parole di pace e contrarie alle guerre che ancora oggi affamano le popolazioni più povere che non hanno bisogno di armi nucleari sempre più sofisticate ma di cibo e di salvaguardia dell’ambiente che se usato bene può donare tanta ricchezza e sfamare le popolazioni più disagiate. Le Sue parole a difesa della natura e della pace nelle sue ultime Encicliche pesano come macigni nelle coscienze dei politici e dei ricchi della terra che si dividono il bottino in poche persone continuando a sfruttare i più deboli. In questo giorno di Primavera della Chiesa, Le auguro ogni bene e di continuare nella Sua Pastorale di giustizia e di fraternità. Con perfetta stima. Gavini Giovanni

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