Riflessioni di Papa Francesco

Il dramma delle donne irachene raccontato dal Card. Filoni

Le immagini del giornalista americano ucciso brutalmente da un militante del Califfato IS hanno lasciato pieno di orrore il mondo, e scatenato in molti un sentimento di vendetta che però, come ha più volte espresso Papa Francesco, non è un sentimento cristiano.

È certo che certe immagini non possano lasciare indifferenti le coscienze ed è anche umano che si voglia in qualche modo vendicare un gesto tanto brutale tuttavia non è questo il sentimento riportato dal Cardinal Filoni, inviato del Pontefice tra i profughi iracheni.

Il Cardinale, rientrato ieri a Roma, e che oggi ha avuto un incontro con Papa Francesco, in una intervista a Radio Vaticana ha espresso che, al di là dell”urgenza immediata di sistemare queste famiglie sfollate΅, il desiderio degli sfollati non è la vendetta quanto poter tornare nelle proprie case, in sicurezza.

I nostri cristiani, tantissimi dei quali desiderano ritornare, – ha detto il Cardinale Filoni – aspirano a vedere però che i villaggi – ritornando – abbiano una cintura di sicurezza –“. Fa riflettere dunque come chi abbia realmente vissuto l’esperienza della perdita di tutto, oggi come prima cosa non pensi a vendicarsi contro chi ha tolto loro ogni cosa ma pensi a ricominciare a vivere, tornando a casa propria.

È questo lo spirito di Papa Francesco, che spesso ricorda che la violenza non si vince con la violenza. Tuttavia, conclude Filoni sempre premettendo che al momento bisogna risolvere il problema contingente di dare un tetto a queste decine di migliaia di profughi, vi è anche un altro dramma nel dramma: quello delle donne.

Una donna in Medio Oriente ha sempre bisogno della presenza di un uomo – di un papà, di un fratello, di uno sposo – che sia quasi la garanzia della sua vita secondo la cultura“: ci sono oggi molte donne, sopravvissute alla loro famiglia e sole, che si domandano quale sarà il loro futuro. “lo sguardo di queste donne sedute, accasciate, prive di espressione, era molto impressionante“.

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6 pensieri su “Il dramma delle donne irachene raccontato dal Card. Filoni

  1. Il dramma che le donne irachene vivono e della donna in generale nella cultura di quei posti,e’ inimmaginabile per noi che viviamo una realta’ diversa.Ben vengano le notizie riportate dal Card,Filoni inermediario del Santo Padre,che ci fanno capire quanto sia necessario che noi occidentali cominciamo ad accogliere le grida di aiuto della disperazione di quelle terre,non importa che vengano da cristiani o altre religioni,accogliere vuol dire avere RISPETTO degli altri e farci carico secondo le nostre possibilita’ di aiutare chi soffre,chi ha bisogno.Ora confido nella preghiera,nella fattivita’ che Papa Francesco attivera’.Prego il buon Dio che illumini le menti dei Signori della guerra,che la violenza si combatte solo con il cuore buono,libero da ogni pregiudizio.Giusto ricordare che la violenza genera violenza.Basta,fermiamoci…..

  2. E`vero che Dio perdona ma fino a quando, arrivati a questo punto? Queste guerre e violenze orribili, perseguizioni, anche da noi i mariti i padri uccidono, ma cosa sta succedendo in questo nostro mondo.Questi uomini sono come impazziti, vogliono combattere uccidere per conquistare cosa? Lo sanno che possono distruggere il mondo e percio`noi e tutte le cose belle che esistono, penso ai giovani i bambini senza un futuro, come possono fermare questo genocidio,solo con le armi perche`rispondono soltanto con le armi le parole ormai non servono e la `preghiera….. Chissa` se Dio avra`ancora voglia di ascoltare e perdonare… Mamma del cielo e nostra prega per noi e per il mondo , ma sia fatta la tua volonta`,io ho sempre pregato cosi. Mammina ti voglio tanto bene se vuioi non abbandonare i tuoi figli apri i loro cuori……..

  3. Questi Cristiani possono dare lezioni a tutti gli altri tiepidi dell’occidente. Queste donne eroine vanno aiutate in qualsiasi modo. La loro condizione umana deve rimanere impressa nei nostri cuori.

  4. Certo sarà difficile essere come Gesù, ma sappiamo bene l’insegnamento che Egli c’ha dato, è non rispondere alla provocazione del male. Che purtroppo Giuda è stato lo strumento, pensando di mettere in difficoltà Gesù in modo che avrebbe reagito al male e così non è stato per fortuna nostra.
    C’è l’esempio di Gandhi che diceva: – il non rispondere alla violenza con un’altra violenza comporta nell’uomo una sofferenza profonda insopportabile….- c’è chi le fecero pure la domanda – se questo valesse pure per Hitler? – e lui Gandhi- certo , non senza sconfitte, ma alla fine vince sempre il bene, cioè la verità…- ed io aggiungo che la vera sconfitta è cedere al male.
    E penso che la vera difesa dal male sia proprio questo non cedere ad essi. Anche Gandhi con la sua non violenza, riuscì liberarsi dal dominio dei inglesi.
    Papa Francesco ci parla spesso della memoria, ma mi domando , ci siamo mai chiesti di quale memoria si tratti? o ci siamo lasciati infatuati dalle armi? o forse non abbiamo ancora capito che se rispondiamo con il male , partiamo con punto debole a nostro sfavore?
    Si certo la memoria che va recuperato, il credere nella Parola,quella parola che lo possiamo trovare pure nella preghiera, per cui comporta unità. E la forza la troviamo nell’unità.
    La parola può avere una forza peggio della spada che ti trafigge . Perchè non crederci ? non avete visto cosa sia successo con Miriam sudafricana, che con la mobilitazione di molti si può smuovere le montagne. Non si può arrivare a pensare che questo oggi non possa accadere . è vero, se osservate ci si arrende spesso ancor prima di incominciare. Basterebbe aprire un po’ di più occhi e ci si accorge che difronte a DIO è tutto possibile! Anzi sarà LUI stesso che ti aprirà tutte le porte e ci si sentirà essere perfino accompagnati. è ovvio tutto ciò significa una sfida. Be! dirò meglio una sfida che piuttosto stare fermi e lasciarsi annientare dal nemico.
    Come pure è vero che abbiamo che fare con la morte, che è inevitabile, tutto sta di come moriamo!
    Onde evitare fraintendimento, la prudenza è di obbligo per la nostra salvaguardia, che non si confonda con diventare martiri o essere dei eroi, non è la strada che Gesù ci ha indicato. Perchè i martiri lo fanno i uomini , perchè non accoglie o non sa’ accogliere il bene.
    Armarsi di prudenza vuol dire informarsi, per cui tirare su le maniche e guardarsi intorno, per cui si ritorna alla memoria che il papa Francesco continua ad appellare! buonaserata

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