Riflessioni di Papa Francesco

Non fare della nostra anima un luogo di mercato

 

Il Vangelo del giorno presenta l’episodio in cui Gesù scaccia i venditori dal tempio di Gerusalemme. Egli rovesciò i banchi e disse: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!». Questa azione decisa suscitò grande impressione nella folla e molti si sentirono minacciati nei loro interessi economici. Ma come dobbiamo interpretarla?

Non era un’azione violenta. No! Ma fu intesa come un’azione tipica dei profeti, i quali spesso denunciavano, in nome di Dio, abusi ed eccessi. La questione che si pose era quella dell’autorità. Infatti i Giudei chiesero a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?», cioè quali autorità tu hai per fare queste cose? Come a richiedere la dimostrazione che Egli agiva davvero in nome di Dio.

Per interpretare il gesto di Gesù di purificare la casa di Dio, i suoi discepoli si servirono di un testo biblico tratto dal salmo 69: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che porta al sacrificio di sé, non quello falso che presume di servire Dio mediante la violenza. Infatti il “segno” che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». E l’evangelista annota: «Egli parlava del tempio del suo corpo». Con la Pasqua di Gesù inizia il nuovo culto, nel nuovo tempio, il culto dell’amore, e il nuovo tempio è Lui stesso.

Questi atteggiamento di Gesù ci esorta a vivere la nostra vita per la gloria di Dio che è l’amore. Siamo chiamati a tenere sempre presenti quelle parole forti di Gesù «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» Queste parole ci aiutano a respingere il pericolo di fare anche della nostra anima un luogo di mercato.

Questo insegnamento è sempre attuale, sia per le comunità ecclesiali che per i singoli e per le comunità civili. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti. E’ un pericolo grave, specialmente quando strumentalizza Dio stesso e il culto a Lui dovuto, oppure il servizio all’uomo, sua immagine. Perciò Gesù quella volta ha usato “le maniere forti”, per scuoterci da questo pericolo mortale.

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4 pensieri su “Non fare della nostra anima un luogo di mercato

  1. Carissimo Papa Francesco, volevo informarti che mio cognato, l’infermiere, saltuariamente continua ancora a danneggiare il mio corpo, come l’altra volta che mi ha rotto un nervo, ma nonostante questo lui continua a fare buchi. Ora, per questo fatto, Ti chiedo cortesemente se puoi informare le autorità competenti. Inoltre, volevo consigliarti di conservare Tu i doni per mio cognato, come fai con me, e poi quando finirà del tutto questa mia schiavitù (liberato dal microchip) se sarò ancora attivo (sessualmente parlando) e allora gli mandi i doni, invece se non sarò piu attivo, perché mi avrà danneggiato i nervi penieni, i tuoi doni non glieli dai più e li tieni Tu per la Chiesa.
    Ti ringrazio infinitamente per tutto ciò che fai per me e per i tuoi enormi doni.
    T’invio i miei più affettuosi saluti con abbracci, baci e carezze.

  2. Dentro le nostre chiese dobbiamo fare attenzione ai tanti avvocati, psicologici che entrano con prestazioni gratuite ai bisognosi , agendo con trattamenti professionali non buoni perché volti a non paganti, dove intravedono possibilita’ di guadagno, veicolarli nei loro studi privati.
    Al riguardo ebbi modo di “risvegliare” parroci in buona fede inconsapevoli del “mercato”, negli errori o malservizi la colpevole e’ sempre – la chiesa- Ivana Barbonetti.

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