Riflessioni di Papa Francesco

Papa Francesco a consacrati e laici: superiamo la stanchezza della speranza

Oggi il Papa nel viaggio apostolico a Panama ha presieduto la Santa Messa nella cattedrale basilica di Santa Maria La Antigua, davanti ai sacerdoti, consacrati e movimenti laicali. Nell’omelia il Papa ha parlato di una forma di “stanchezza paralizzante” che “nasce dal guardare avanti e non sapere come reagire”. È la “stanchezza della speranza” ha affermato Francesco.

L’immagine tratta dal Vangelo di Giovanni,è quella di Gesù affaticato per il viaggio, che “sedeva presso il pozzo”. È mezzogiorno, aggiunge il Pontefice, e Gesù è stanco di camminare. “In questa fatica – ha affermato Francesco – trovano posto tante stanchezze dei nostri popoli e della nostra gente, delle nostre comunità e di tutti quelli che sono affaticati e oppressi”.

Papa Francesco ha spiegato : “Nei sacerdoti, nei consacrati, nelle consacrate e nei membri dei movimenti laicali, sono molte le cause che possono provocare fatica nel cammino”.

Il Pontefice ha detto :“ Le lunghe ore di lavoro lasciano poco tempo per mangiare, riposare e stare in famiglia, e le ‘tossiche’ condizioni lavorative e affettive sfiniscono e logorano il cuore. Queste sono tutte situazioni, in cui è urgente di trovare un pozzo che possa placare e saziare la sete e la stanchezza”.

Pontefice, ha spiegato che la stanchezza della speranza, nasce dal vedere una Chiesa ferita dal suo peccato e che molte volte non ha saputo ascoltare tante grida nelle quali si celava il grido del Maestro: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

Francesco ha sottolineato che possiamo abituarci a vivere con una speranza stanca davanti al futuro incerto e sconosciuto. Questo fa trovare posto a un grigio pragmatismo nel cuore delle nostre comunità.

Francesco ricorda che nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “Dammi da bere. Ed è quello che chiede a noi di dire ‘per tornare al pozzo’ del primo amore, quando Gesù è passato per la nostra strada, ci ha guardato con misericordia, ci ha chiesto di seguirlo”.

Il Papa ha commentato l’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con la Samaritana: “Tutte invocano, come un grido silenzioso, un pozzo da cui ripartire”.

Il Pontefice ha affermato:“Dammi da bere significa avere il coraggio di lasciarsi purificare e di recuperare la parte più autentica dei nostri carismi originari, non limitati alla vita religiosa, ma a tutta la Chiesa – e vedere in quali modalità si possano esprimere oggi”.

“Dammi da bere”, ha proseguito il Pontefice, “significa riconoscersi bisognosi che lo Spirito ci trasformi in uomini e donne memori di un passaggio, il passaggio salvifico di Dio. E fiduciosi che, come ha fatto ieri, così continuerà a fare domani”. “La speranza stanca sarà guarita – rassicura il Pontefice – quando non temerà di ritornare al luogo del primo amore e riuscirà ad incontrare, nelle periferie e nelle sfide che oggi ci si presentano, lo stesso canto, lo stesso sguardo che suscitò il canto e lo sguardo dei nostri padri. Così eviteremo il rischio di partire da noi stessi e abbandoneremo la stancante autocommiserazione per incontrare gli occhi con cui Cristo oggi continua a cercarci, a chiamarci e a invitarci alla missione”.

Al termine dell’omelia nella cattedrale di Panama, riferendosi al rito della dedicazione dell’altare, Francesco ha aggiunto :“Non mi sembra un avvenimento di poco conto che questa Cattedrale riapra le porte dopo un lungo tempo di restauro, la basilica di Santa Maria La Antigua, ha sperimentato il passare degli anni, come fedele testimone della storia di questo popolo, e con l’aiuto e il lavoro di molti ha voluto di nuovo regalare la sua bellezza. Più che una formale ricostruzione, che tenta sempre di ritornare a un originale passato, ha cercato di ritrovare la bellezza degli anni aprendosi a ospitare tutta la novità che il presente le poteva dare”.

Ha detto il Papa: “Una cattedrale spagnola, india e afroamericana diventa così cattedrale

panamense, di quelli di ieri, ma anche di quelli di oggi che l’hanno resa possibile, Non appartiene più solo al passato, ma è bellezza del presente. Oggi è nuovamente grembo che stimola a rinnovare e alimentare la speranza, a scoprire come la bellezza di ieri diventi base per costruire la bellezza di domani”.

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