Riflessioni di Papa Francesco

Vicinanza e compassione, così il Signore visita il suo popolo

Nella omelia di oggi 16 settembre 2014 nella Cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco ha spiegato che la vera differenza tra i predicatori del tempo di Gesù e Gesù stesso è che il Signore “era vicino alla gente“: Dio quando interviene nella storia dell’uomo lo fa con la vicinanza e la compassione.

La vicinanza di Dio è “la modalità di Dio” con la quale il Signore “riesce a capire il cuore della gente, il cuore del suo popolo“. È il “Dio vicino” ha detto il Santo Padre, “il Signore che si avvicina” e in questo modo specifico “Dio visita il suo popolo“.

Così lo vediamo anche in Gesù, nei suoi continui gesti di vicinanza, nello stare in mezzo alla gente, che è proprio il modo in cui Dio è “in mezzo al suo popolo“: tuttavia Dio non solo si avvicina al suo popolo ma “patisce con il popolo“. È questa la compassione che troviamo spesso ripetuta in tutta la Bibbia: ‘Il Signore fu preso da grande compassione’.

Anche Gesù, ha spiegato Bergoglio, è animato dalla “stessa compassione che, dice il Vangelo, aveva quando ha visto tanta gente come pecore senza pastore“. Tante volte vediamo nei Vangeli Gesù patire assieme alle persone che incontra, così anche nella Lettura di oggi ((Lc 7, 11-17) il Signore vedendo la vedova di Nain “ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».

È proprio la compassione che entra nel cuore di Dio e trasforma tutto: “Quando Dio visita il suo popolo, gli è vicino, gli si avvicina e sente compassione: si commuove“. Il nostro è un “Dio vicino che riesce a capire il cuore della gente, il cuore del suo popolo“.

È se osserviamo tutte le volte in cui Dio interviene nella storia del suo popolo, notiamo la presenza di due elementi costanti: “Vicinanza e compassione, così il Signore visita il suo popolo“.

Quando Dio visita il suo popolo, restituisce al popolo la speranza. Sempre. – ha quindi concluso Papa Francesco – Si può predicare la Parola di Dio brillantemente: ci sono stati nella storia tanti bravi predicatori. Ma quella predica non serve, se questi predicatori non sono riusciti a seminare speranza. È vanità!

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18 pensieri su “Vicinanza e compassione, così il Signore visita il suo popolo

  1. Cara Teodora, buongiorno.
    Dipende chi permetti di comandare nella tua vita se sei tu o le tue ferite o le tue delusioni?
    Tutto dipende da te, DIO interviene solo se azioniamo la buona volontà.
    Tutto parte dal pensiero ,tu non immagini nemmeno le mostruosità che crea nella mente per cui ti rende inerme nel agire, ma sappi anche che tu puoi fare avere il comando sul pensiero e dirigerlo . E in più la fede in DIO si fa grandi passi e ti rendi conto che non sei sola. Se vuoi ,non so’ cosa altro suggerire.
    Ma già il fatto che tu stai ad ascoltare me, vuol dire che c’è qualcuno dentro di te che sta chiedendo aiuto, che vuole essere liberata da questa schiavitù che le circonda.
    Sta solo a te di fare emergere questa creatura e di non soffocarla nella miseria.
    Io è da un po’ che ti sto dicendo quello che avrei fatto, ed è quello che ho fatto nella mia vita, se non c’è uno che mi ascolta c’è qualcuno altro, ma cerco fino a quando non ci sia qualcuno che mi ascolta che mi possa aiutare.
    La perseveranza premia i audaci!
    Buona giornata!

  2. Cara Sara, che il prete/parroco conviva non m’interessa, se non per l’esempio che offre del suo vivere il sacerdozio.
    I miei gravi probleni, da cui egli trae spiccioli vantaggi, non hanno nulla a che fare con la sua convivenza., né essa (convivenza) influisce in alcun modo sul mio vivere cristianamente.
    Quindi, è un suo problema e di chi in ambito clericale locale glielo consente.
    La sua convivenza, ripeto, non mi tange, ma il suo egoismo, si. La sua indifferenza, si. Il suo rifiuto al dialogo, alla comprensione e alla solidiatirtà cristiana, si.
    Se la mia missiva chiarificatrice diretta PERSONALMENTE E RISERVATAMENTE a Papa Francesco, venisse consegnata al diretto Destinatario, certamente Il Papa avrebbe già risolto. Ma se viene trattenuta in altre mani senza soluzione, è conferma del tipo di cristianità di certi soggetti.
    Ti saluto affettuosamente. Teodora.

    1. Cara Teodora,capisco quello che vuoi dire, un tempo ero pure io così e non sei l’unica, che hai bisogno di esempio, ma mi sono accorta che è tempo perso e tormentosa.
      Siamo nelle mani di DIO affidiamoci a Lui se una cosa è da sapere non c’è barriera che Glielo impedisce di ciò che dovrà essere fatto. Non sta a noi spiegare a DIO come si deve comportare LUI vede al di là dei nostri occhi.
      Almeno , ti parlo per esperienza personale, che poi ognuno ha una sua storia personale, un suo percorso, per me è stato così che più di una volta mi son trovata di sbattere la testa che poi le cose si combina in modo diverso e con una risposta diversa che può essere una risposta un passaggio a un altra risposta fino a quando ti arriva la risposta vera.
      Con questo, non nego quando mi trovo difronte a un fatto problematico, che sia così tranquilla, pure io vorrei avere le risposte nell’immediato.
      E poi c’è domanda e domanda che si fà al Signore se è puro e innocente senza un fine personale, che va su cose spirituali e su cose primarie necessità.
      Visto, che tu parli per un bisogno primarie , mi vien da dire vai a bussare altre porte, non trovo che sia caso che ti fermi su quella porta, Gesù stesso che dice dove non veniamo accolti , passate via e scuotetevi perfino la polvere dai calzari.
      Tutto sta avere uno stile di vita di non lasciarsi condizionare dai eventi.
      Di come si deve comportare il clero verso problematiche che comporta è un problema loro e non nostro.
      Non mi sembra che il papa Francesco si sia risparmiato fino adesso e se poi queste persone fanno le orecchie di mercante, comunque non mi riguarda.
      Gesù disse: – bussate e vi sarà aperto…- ma per propri bisogni e non per una critica o oppinioni personali, intendo bisogni sopratutto per la crescita spirituali e poi anche le primarie necessità. E questo c’è anche nel vangelo:- cercate la Sua giustizia, il resto verrà dato in soprappiù.
      Quello di leggere il vangelo papa Francesco lo sta dicendo in continuazione e prego DIO che non si stanchi mai a ripeterlo, perchè veramente ti indirizza di come si deve vivere la propria vita, se tu chiedi al Signore che ti faccia capire il vangelo, però liberando la mente dalle cose negative che ci disturbano, la risposta ti arriva.
      E non puoi dire che miracoli non arriva per tutti , DIO c’è per tutti basta che lo cerchiamo con il cuore puro.
      E poi miracolo non deve essere confuso come un fatto magico, sappiamo bene che su questa terra non siamo immortali.
      Pure io vivo una malattia grave con trattamento a salvavita, che ti pensi se potessi usare la magia per fare sparire questa cosa , non l’avrei preferita o che non sia senza preoccupazione?….
      Invece la vita mi ha insegnato di affidarmi a LUI e come ti ho già detto ho avuto la Grazia che LUI si è manifestato a me con decisione che è stato impossibile a non riconoscerlo, certo non si è presentato con la barbetta e occhi azzurri,ma mi ha dato un bel segno interiore, per cui tutt’ora sto percorrendo e che mi aiuta e mi sostiene alla mia vita quotidiana. IL poi non lo posso prevedere di cosa mi aspetta, ma sto con fiducia che so’ che LUI c’è . Sarà tutta una sorpresa! E rendo Grazie a DIO di questo dono.
      Io spero di essere stata più chiara. In caso mai si domanda, per quello che posso e come posso ti rispondo starne certa, con l’aiuto di DIO e con linguaggio che conosco! Ti abbraccio nel Signore ! Sara

      1. Cara Sara, la Racc. a.r. n. 12670944933-9 indirizzata come RISERVATA/PERSONALE (Proprie mani) di Sua Santità Papa Francesco che indica (in a.r.) come ricevente il solo timbro della Segreteria di Stato – Affari generali del Vaticano in mano a chi sarè finita? E perché non vi è risposta?
        Lo so che non puoi darmi alcuna spiegazione. Ma come si possono risolvere i problemi, se nessuno dà contezza di niente?!
        Essere cristiani , soprattutto in vesti clericali, significa alleviare sofferenze, ansie e problemi di chi è vittima di libere sopraffazioni e collusioni di poteri forti, ben sapendo che il silenzio dà forza solo a chi ne è responsabile, lasciando marcire chi ne è vittima.
        L’indifferenza, soprattutto se interessata, non può appartoenere a nessuna cristianità. Eppure questo ricevo.
        Ti abbraccio e prega Dio perché abbatta tale indegna indifferenza, metta tutto nelle mani giuste perché emerga la verità.

        1. Cara Teodora , mi ricordo che c’erano i tempi che i sacerdoti che facevano da mediatori, ma c’era anche il pro’ che erano influenti, però in tanti casi creavano un ordine.
          è questo che ci manca il senso del ordine.
          Oggi di padre c’è ne veramente pochi, è già tanto se troviamo dei sacerdoti che ci ascoltano.
          Ora abbiamo papa Francesco e con l’aiuto di DIO vedremo dove ci sta portando, preghiamo e speriamo che ci mandi dei sacerdoti santi.
          Per quanto mi riguarda me il sacerdote dovrebbe essere una guida , dovrebbe aiutare trovare la propria strada verso il Signore, ma lo potrebbe fare solo chi ha maturato alcuni passi che non si trova sui libri, se non c’è questo diventa come un cieco che guida l’altro cieco.
          Infatti l’indifferenza è il cancro della società e va curato bisogna trovare l’antidoto , per questo che ti dico che è bene che tu chieda aiuto, ma cerca chi ti può aiutare e non lasciare che il cancro ti distrugga.
          Se non sei tu che azioni la volontà i altri non possono entrare in te per aiutarti . Sappi che DIO è dentro di te come in altri e fuori di noi, tutto sta nel permettere questo incontro.
          Però tutto ciò può capitare anche inconsapevolmente, cioè nel profondo del cuore si cerca l’aiuto, ma siamo bloccati dalla delusione e dalle ferite, ma l’occhio del Signore vede oltre e permette l’incontro.
          Ti abbraccio e grazie di questo dialogo che si è aperto tra me e te!Che il Signore possa concederti la Serenità. Buonanotte cara amica. Sara

  3. Dio e in mezzo a noi, prova è il dono che ci ha fatto regalandoci Papa Francesco. Proteggilo e perservacelo per molto tempo ancora. Ti ringraziamo Dio e ti lodiamo.

    1. Cara Teodora,scusa se mi permetto ancora non ho capito bene il tuo problema, se ne sei coinvolta o se ti dà il fastidio di come si comporta il prete?
      Tutti discorsi che avevo fatto di precedenza riguardava al fatto personale, se questa persona possa recare il danno ad un altra persona e giustamente una si difende.
      Ma se si tratta di un mal comportamento di tale persona che sia pure un prete, non è il mio compito di giudicare.
      Posso pur pensare che non si sta comportando a secondo la regola della chiesa, ma non mi faccio venire sangue in acqua.
      Ne ho già assai da pensare per la mia anima, che non ho tempo di pensare per le anime altrui.
      Il giudizio lasciamolo a DIO che andiamo al sicuro, e restiamo sereni.
      Il massimo che si può fare, lo ha spiegato il papa di recente ed c’è scritto anche sul vangelo,solo se si è coinvolti, di fare notare l’errore con una certa delicatezza. E se è caso anche con dei testimoni…sempre senza entrare di voler essere dei giudici, visto che siamo tutti peccatori e se ancora alla fine non lo capisce, viene da se che si ritirerà,perchè creerebbe poca credibilità nella popolazione e si allontanerà.
      Ma non possiamo imporre niente a nessuno , visto che nemmeno DIO ci impone nulla, che ci lascia liberi. è questo che ci ha insegnato Gesù.
      O sei con Cristo O sei contro Cristo, non c’è alternativa.
      Tutte queste cose da parte mia è stato superato non attendo che siano altri a dare l’esempio, per cambiare la mia vita.
      O ho in mente di cambiarla e allora si entra in comunione con nostro Signore Gesù Cristo, non senza fallimenti è ovvio, ma solo quando entri con questo spirito: – 1 Vivi molto meglio- 2 e il Signore non tarderà a venirti incontro…
      Ti abbraccio tanto e pensaci!Sara

      1. Cara Sara, a me personalmente del prete che convive non m’interessa minimamente se non per l’esempio che offre e per chi, in ambito clericale locale, glielo consente.
        Il mio fatto personale non ha nulla a che fare con tale aspetto.
        Che il prete/parroco conviva o non conviva non mi procura alcun danno, ma che sia indifferente e refrattario alla sofferenza altrui, per personali spiccioli interessi , si. Che rifiuti il dialogo, la comprensione e la solidarietà cristiana, si.
        Nè ho bisogno del suo o altrui esempio per vivere cristianamente.
        Io ho ben altri, gravi problemi, da cui il “cristiano” prete trae vantaggio.
        Che Dio faccia arrivare nelle mani di Papa Francesco la mia missiva chiarificatrice, perchè solo Lui può risolvere. E se tale missiva viene nascosta al Papa, c’è ben poco da credere alla cristianità di certi soggetti.
        Ti saluto affettuosamente. Teodora

  4. Su FB Ilario Maiolo a
    Cara Paola BINETTI, non abbiamo bisogno di macchinette solidali nei Bar, c’è bisogno di solidarietà. E confermo tale mia affermazione attraverso la mia testimonianza personale. Senza nessuna presunzione, ti consiglio fraternamente di leggere la prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. Il cristiano deve essere testimone dell’esistenza del Signore nostro Dio Creatore.
    Appena si entra in chiesa si trova posizionata la bussolotta per le offerte ai poveri. Per candeggiare, non basta ace: più bianco non si può.

  5. Dio ha sempre compassione e sempre userà la sua infinita misericordia e dolcezza visto che Egli è amore. Nella mia vita ogni giorno sperimento l’amore di Dio. Ma siamo noi molto spesso occupati dalla quotidianità da tante cose vane, che non ricerchiamo la vera ricchezza. Dio sempre ci abbraccia come un Padre e ci ama. Non lasciamolo solo. Buona giornata.

  6. Il fatto è il diventare sacerdote, che è così facile cadere nel potere, credendo di avere una marcia in più, cioè si entra nella vanità.
    E la vanità rende l’uomo cieco in modo raffinato , che si aggiunge con altre figliolanze:-la superiorità, gelosie,quanto altre cose…. E non si ricordano più da dove erano partite, che poi tutte queste cose non fa altro rendere l’uomo morto.
    Lo afferma pure il vangelo al riguardo” i morti che camminano”.
    Se pur sentissero dentro un vuoto incolmabile, cioè morti dentro , pieni di conflitti , insoddisfatti e magari con l’istinto di fuga da una realtà che non li appartiene . Eppure l’ immagine ha il suo fascino il suo potere e rende l’uomo schiavo.
    Diciamo che la situazione è come un grillo parlante , che si preferisca a mettere tacere la coscienza , pur far valere l’immagine e poi per cosa?…
    oppure è come quel imperatore che si fece fare da un sarto il vestito invisibile,il più bello….
    Non c’è la cosa peggiore stare male e non rendersi conto!
    E si cari fratelli questo è il peccato che ci porta a stare male senza rendersi conto.
    Quando ci si rende conto di stare male è inevitabile il cambiare rotta, anzi state certi in quel istante arriva la memoria, cioè la risposta.
    Buonanotte!

    1. Continuo nel dire su quello che ho scritto ieri.
      Si, ho fatto un esempio del sacerdote, ma tutto ciò può capitare anche alla gente comune come me.
      Il sacerdote si sarà preso il titolo, ma io come individuo, come cristiana battezzata, non sono da meno responsabile,soprattutto quando il Signore ci fa delle Grazie, riflettendo bene, come è facile cadere in quel aver qualcosa in più ,che non è mia che è un dono e come va usato bene.
      Infatti mi rendo conto come è facile cadere nel essere maestri, invece che condividere.
      Per Grazia di DIO proprio ieri sera prima coricare aprendo il vangelo me lo faceva notare. Avrei voluto girarmi e scriverlo subito, ma visto l’ora, l’ho rimandato adesso.
      Credo che la cosa che va approfondito è la responsabilità della missione di cosa significa, perchè noto come è facile cadere in una maschera e ci mettiamo addosso dei pesi che non ci compete e così si combina dei disastri.
      Quello come sono bello e come sono bravo….non è così difficile caderci anche se non lo diciamo con la bocca.
      Invece l’atteggiamento giusto sarebbe sapersi ascoltare e usare tanta ma tanta umiltà, cioè di non scambiare le cose di DIO in una sfera magica, nel sapere dire alla luce del solo “io fino qua ci arrivo, cioè i miei limiti” e dove non arriva l’uomo arriva DIO, che ogni cosa buona data che sia una risposta o un gesto non proviene da me , ma da DIO.
      Forse, non ci si rende conto la potenza che ha l’umiltà, che con umiltà si fa strada e non solo rende l’ uomo libero. è difficile che con umiltà che entri in conflitto e penso anche l’umiltà è astuto in certo qual modo, se mettiamo in evidenza i nostri limiti , non ha bisogno di giustificarsi verso l’altro e non si dà adito l’altro di giudicare.
      Infatti, mi rendo conto che ci viene difficile ammettere l’errore, perchè la mentalità umana porta che vice il più forte chi ha la voce grossa, senza mettere in conto che si può inciampare.
      Invece con l’umiltà non s’inciampa, perchè non le dai la possibilità di andare oltre.
      Infatti umiltà non va confuso con l’umiliazione, che è una cosa inattivo.
      DIO ci chiede azione e non passività.
      Buona giornata.

  7. “…Iubiţi duşmanii voştri şi rugaţi-vă pentru cei ce vă prigonesc, ca să fiţi fiii Tatălui vostru din ceruri, căci el face să răsară soarele său peste cei răi şi peste cei buni, iar ploaia o dă peste drepţi şi nedrepţi. Căci, dacă iubiţi pe cei ce vă iubesc, ce merit aveţi? Oare nu şi vameşii o fac? Iar dacă veţi saluta doar fraţii voştri, ce mare lucru faceţi? Oare nu şi păgînii o fac? Voi aşadar să fiţi desăvîrşiţi precum este desăvîrşit Tatăl vostru ceresc.” (Matei 5.44-48).Să renunţăm în primul rînd la dorinţa de acumulare. Să ne liniştim această sete inconştientă de a avea cît mai multe lucruri. Să renunţăm la ignoranţă, să renunţăm la orgoliu, la mînie, la ură. Să aruncăm gelozia, posesivitatea. Să uităm de tristeţe şi boală (pare paradoxal, dar unii sînt îndrăgostiţi chiar şi de boală!). Este dificil exerciţiul renunţării, dar nimeni nu-şi poate zugrăvi casa pînă cînd nu a scos mobila din camere. Nu putem să ne curăţim dacă nu vom renunţa la mizerie. Altfel am fi ca nişte morminte – spune Iisus – frumoase pe dinafară, dar înăuntru putreziciune. Renunţarea ca practică spirituală este inclusă în toate religiile lumii. Iisus ne spune: “cine-şi va pierde viaţa pentru Mine, acela o va cîştiga” sau “oricine va fi lăsat (părăsit) case, fraţi, surori, tată, mamă, copii, ogoare, pentru Numele Meu, va primi cu mult mai mult şi va avea parte de viaţă veşnică” (Matei 19.29). Se observă în aceste precepte spirituale necesitatea unei renunţări gradate, de la simpla renunţare la unele obiceiuri proaste (ataşamentul faţă de lucrurile materiale pe care le posezi sau faţă de fiinţele pe care le “iubeşti”) pînă la renunţarea ultima la propria viaţă.

    “Mori pentru a renaşte” spun Inţelepţii misterelor. Pare destul de dificil să înţelegem acest îndemn care te duce la moarte. În ce fel să mori şi despre ce fel de renaştere este vorba? Trebuie să moară ignoranţa din noi, trebuie să moară tot ceea ce credem că ne defineşte acum. Trebuie să moară frica, ataşamentul; trebuie să moară tot ceea ce ne limitează. Ceea ce am zidit în întuneric trebuie să dispară pentru a putea renaşte din lumină. Cine este zidit din lumină este fiul luminii şi lumina nu cunoaşte moartea. Dacă bobul de grîu nu moare, nu poate să rodească. Dacă nu renunţăm cu bucurie la plăcerile limitate ale acestei lumi, nu vom primi roadele din Împărăţia Luminii.

    Dacă sculptorul nu va îndepărta nici o aşchie din blocul de marmură, cum să apară statuia? Dacă nu aruncăm ceea ce este în plus, cum să obţinem frumosul? Unii vor spune: “N-am nimic, nici casă, nici masă, nici serviciu, nici fraţi nici surori, nici părinţi, şi tot nu sînt fericit. La ce să mai renunţ?” Renunţă la nefericire. Renunţă la invidie, la ură şi la răzbunare. Sărac nu este cel ce nu are nimic, ci omul zgîrcit şi plin de invidie. Cel ce urăşte fericirea altora nu poate fi fericit, căci inima lui este plină de ură. Şi unde-i întuneric nu este lumină. LAUDAT SA FIE ISUS Sf Papa Francesco I – Jorge Mario Bergoglio

  8. È vero……..
    se un sacerdote non trasmette gioia e speranza attraverso la spigazione della “parola” tutto è vano. Può essere un ottimo oratore, avere un ottima conoscenza della scrittura, avere un’ottima cultura, ma poi quelle belle parole, rimangono solo belle, si è sprecato solo tempo!!
    Speriamo che questo ennesimo richiamo di Francesco, arrivi a destinazione.
    Dios te bendiga y la Virgen te cuide, Francesco.

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